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view post Posted: 26/5/2016, 11:54 by: redragon     +1USA, una parte dei missili nucleari è ancora controllata dai floppy disk - TECH NEWS

USA, una parte dei missili nucleari è ancora controllata dai floppy disk


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Sembra strano, considerati i passi da gigante fatti dalla tecnologia e dall’informatica in questi ultimi anni, ma un grossa parte dell’arsenale nucleare degli Stati Uniti d’America è ancora gestita e controllata usando computer del 1970 che utilizzano i floppy disk da 8 pollici come supporto di memorizzazione.
A rivelarlo è un recente rapporto del Government Accountability Office (GAO), che spiega come ancora oggi il Dipartimento della Difesa USA “coordini le funzionalità operative delle forze nucleari degli Stati Uniti, come i missili balistici intercontinentali, i bombardieri nucleari e gli aereo cisterne di supporto” usando il sistema originale per il quale sono state realizzate.

Il motivo è semplice: il sistema è rimasto in uso fino ad oggi perchè funziona correttamente. Qualcosa, però, sta per cambiare, complici anche le enormi spese di manutenzione richieste ogni anno, pari a 61 miliardi di dollari all’anno, il triplo rispetto a quanto il Governo USA spende per la manutenzione dei nuovi sistemi.

Per i più giovani che non hanno mai avuto a che fare con un floppy disk, vi basta sapere che, introdotti nel 1967 nella loro versione da 8 pollici (il disco interno aveva un diametro di 20 centimetri), erano dispositivi in grado di contenere nella loro ultima versione fino a 1.2 MB. Quelli ancora in uso della Difesa USA, invece, possono contenere appena 237.25KB di dati. Per raggiungere la dimensione di una memory carda da 32 GB, per fare un paragone, ne servono ben 130 mila.

E così, come confermato dalla portavoce del Pentagono Valerie Henderson all’AFP, “i floppy disk saranno sostituiti da dispositivi digitali sicuri entro la fine del 2017”, mentre i vecchi sistemi saranno completamente rimpiazzati entro la fine del 2020.

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fonte: downloadblog
view post Posted: 25/2/2016, 19:37 by: redragon     +1Formula 1, qualifiche a eliminazione come i giochi di guida - FORMULA 1

Formula 1, qualifiche a eliminazione come i giochi di guida


La Formula 1 pronta a cambiare drasticamente il sistema di qualifiche adottando una modalità simile a quella di numerosi videogiochi di guida.


La Formula 1 rivoluziona il sistema di qualifiche prendendo in prestito un'idea che abbiamo visto per anni nei giochi di guida, soprattutto in quelli arcade. Le novità è che tutte le auto scenderanno in pista contemporaneamente, e il pilota più lento sarà eliminato a intervalli di tempo predefinito.

La sensazione di deja vu per gli appassionati di giochi di guida è notevole. Possiamo citare titoli come Need for Speed, Forza Motorsport e Gran Turismo, ma la lista potrebbe estendersi all'infinito. Nel caso della Formula 1, tuttavia, le regole sono un po' più complicate.

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La commissione F1 ha infatti deciso di mantenere tre sessioni. Nella prima, della durata di 16 minuti, le eliminazioni per il pilota più lento cominciano dopo 7 minuti, e così via ogni 90 secondi.

Alla seconda sessione partecipano in 15 piloti, e il meccanismo è lo stesso. Le eliminazioni cominceranno dopo 6 minuti e si concluderanno al termine della sessione, che in questo caso è di 15 minuti.

All'ultima sessione, di 14 minuti, accedono in 8. Le eliminazioni partono dopo 5 minuti e alla fine restano solo due piloti a giocarsi la pole position in un emozionante testa a testa.

L'idea della commissione F1 è di prevenire le strategie delle squadre e di costringerle a rimanere in pista il più a lungo possibile. Il Consiglio Mondiale della Fia deve ancora approvare questa vera e propria rivoluzione, ma l'ok sembra soltanto una formalità. Potrete assistere alle nuove qualifiche già in occasione del primo Gran Premio, in programma a Melbourne il 20 marzo.

fonte: tomshw
view post Posted: 21/2/2016, 19:17 by: redragon     +13 Italia sta per attivare l'ad-blocking (quasi) definitivo - SMARTPHONE NEWS

3 Italia sta per attivare l'ad-blocking (quasi) definitivo


3 Italia nei prossimi mesi attivierà un sistema di ad-block più potente di una app, che agirà a livello di rete.


Il Gruppo 3, e quindi sia 3 Italia che 3 Uk in Europa, nei prossimi mesi attiverà un servizio di ad-blocking che agirà a livello infrastrutturale. In pratica, grazie alla collaborazione con Shine Technologies, tutti i clienti disporranno di una protezione notevolmente più efficiente rispetto a quella che possono offrire le singole app presenti sul mercato.

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"Il nostro obiettivo nella collaborazione con Shine non è di eliminare la pubblicità mobile, che spesso è degna di interesse e un beneficio per i nostri clienti, ma darà agli utenti la possibilità di avere maggiore controllo, scelta e trasparenza su ciò che ricevono", si legge sulla nota ufficiale congiunta di 3 UK e 3 Italia.

Nello specifico infatti questa tecnologia addebiterà i costi del traffico dati generato dalla pubblicità direttamente agli inserzionisti. Proteggerà la privacy e la sicurezza degli utenti dall'azione di alcuni inserzionisti che, senza il consenso, si appropriano di dati. E infine sarà assicurata ai clienti la ricezione di campagne degne di interesse, che comunque non inficiano la qualità dell'esperienza mobile.

"Nei prossimi mesi 3 annuncerà tutti i dettagli di come verranno raggiunti questi obiettivi e collaborerà con Shine Technologies e la comunità di inserzionisti per fornire una migliore, più selezionata e trasparenze esperienza mobile ai clienti", prosegue la nota.

fonte: tomshw
view post Posted: 14/11/2015, 08:47 by: KalTorak     +1Sector No Limits abbandona Lorenzo: venuti meno certi valori - MOTOCICLISMO
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Con un comunicato, Sector No Limits, comunica che a fine stagione terminerà la collaborazione con Jorge Lorenzo a causa di quanto è accaduto in queste due settimane. Ecco il testo.
"Sector No Limits, primo brand italiano di orologi sportivi, da sempre espressione dei valori di sportività, sfida, sana competizione ed integrità, non si identifica con gli accadimenti verificatisi nelle ultime settimane nell'ambito del campionato mondiale MotoGP.
"Il brand, riconosciuto come sinonimo di performance indimenticabili, comunica che il rapporto di collaborazione con il pilota spagnolo Jorge Lorenzo, terminerà a conclusione della stagione in corso del Motomondiale.
"Lo spirito sportivo unito alla passione senza limiti, rappresentano il DNA e l’anima di Sector No Limits, rimanendo valori irrinunciabili ed imprescindibili".

fonte sportmediaset.it
view post Posted: 8/11/2015, 19:37 by: KalTorak     +1Rossi: "E' stato incredibile" - MOTOCICLISMO
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“Oggi era difficile partire ultimo però sono riuscito a fare quello che dovevo, sono riuscito a rimontare, per quel che mi riguarda è andata bene. Avevo tutto il potenziale e il merito di vincere il mondiale, ma nelle ultime gare sono successe delle cose veramente imbarazzanti per il nostro sport, al punto che oggi la situazione è stata veramente brutta.

Faccio fatica a definire il comportamento di Marquez, non riesco a esprimere un pensiero su di lui. Comunque, fino a tre gare dalla fine, questa stagione era stata fantastica. Dobbiamo accettarlo, sapevo che sarebbe finita così già dalla Malesia, sapevo che Marquez avrebbe fatto vincere Lorenzo.

Mi fa strano anche il comportamento della Honda: è incredibile che un suo pilota lasci che un pilota Yamaha vinca di proposito. Tutti hanno visto quello che è successo e che già avevo detto in Australia.

Un finale brutto per il Campionato, sarebbe stato bello giocarselo fino in fondo a armi pari con Lorenzo in pista. Mi dispiace averlo perso in questo modo, è un grande delusione.

Per quello che ha fatto vedere in pista Jorge si merita il mondiale ma non è un vero titolo: sono successe cose che non si erano mai viste prima e che non dovrebbero mai accadere nello sport. Lorenzo non ne dovrebbe andar troppo fiero”.

Fonte: motogp



Edited by keysersoze86 - 8/11/2015, 20:07
view post Posted: 20/9/2015, 18:12 by: redragon     +1L'Italia è la più brava di tutti nel fare pubblicità ai siti pirata - TECH NEWS

L'Italia è la più brava di tutti nel fare pubblicità ai siti pirata


MPAA Europe ha scoperto che in Europa ci sono 504 richieste di blocco per siti pirata: la maggior parte si concentra in Italia.


L'Italia è il paese comunitario con il più alto numero di istanze di blocco per siti pirata: 238. Il Regno Unito, che è in seconda posizione, si ferma a quota 135, poi arriva la Danimarca con 41. Ieri il Consigliere Generale UE Okke Visser, in occasione della iCLIC Conference di Southampton, ha mostrato i risultati di un'indagine effettuata da MPAA Europe, l'associazione che cura gli interessi degli operatori cinematrografici.

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Ebbene, in Europa al momento vi sarebbero almeno 504 richieste di blocco, per altro in alcuni casi legate alle medesime piattaforme, come ad esempio Pirate Bay e KickassTorrents. L'AGCOM si sta dimostrando la più attiva, ma lo scenario italiano pare anche il più soggetto al cosiddetto "effetto Streisand".

In pratica i siti pirata guadagnano grande visibilità a seguito dei blocchi indiscriminati - se i server sono all'estero c'è poco da fare - e spesso con la semplice sostituzione dei DNS la comunità degli utenti scopre nuove risorse, fino a poco tempo prima magari sconosciute.

Ecco spiegato forse il motivo per cui in alcuni paesi il dibattito sui blocchi prosegue. In Svezia non esistono, mentre procedono le cause legali. Stesso approccio in Olanda dove però si è accesa una querelle direttamente con gli Internet Service Provider.

In Germania, Polonia e Romania la politica dei blocchi non sembra essere all'ordine del giorno. In Austria è scattata nei confronti di 6 piattaforme ma solo come diretta conseguenza di una causa legale contro Pirate Bay e altri siti.

fonte: tomshw
view post Posted: 16/9/2015, 17:03 by: redragon     +1Pirateria, ‘il regolamento Agcom peggiora il problema’. E l’Authority si difende - TECH NEWS

Pirateria, ‘il regolamento Agcom peggiora il problema’. E l’Authority si difende


Il documento che dovrebbe tutelare il diritto d'autore è nel mirino di alcuni esperti di diritto digitale, secondo cui crea una "giustizia parallela" che si affianca all'attività dei tribunali. In più, in un anno i procedimenti avviati sono stati solo 134. Un gruppo di associazioni, tra cui Altroconsumo, si è rivolto al Tar del Lazio. E a ottobre sulla questione si esprimerà la Corte Costituzionale


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Regolamento poco efficace, certamente meno rispetto all’attività svolta dalla magistratura. Costi troppo elevati per risultati scarsi. E, paradossalmente, moltiplicazione online dei contenuti illeciti. Le accuse sono tutte dirette al regolamento antipirateria dell’Agcom, entrato in vigore il 31 marzo del 2014 e mirato a tutelare il diritto d’autore. Un’attività che peraltro viene svolta da anni dai tribunali e che ha un sito ad hoc. In sostanza, l’authority riceve le segnalazioni e, se riscontra una violazione, chiede la rimozione del contenuto “pirata”. Se l’ordine non ha seguito, si avvia la procedura di blocco. Infine, in caso di inottemperanza da parte dei siti che ospitano i contenuti digitali illegali, l’autorità dà comunicazione agli organi di polizia giudiziaria.

Una procedura già contestata anche dall’esperto di diritto digitale Guido Scorza, secondo cui con questo regolamento l’Italia diventava “il primo Paese in Europa nel quale un’Autorità amministrativa potrà ordinare la rimozione di qualsiasi contenuto presente nello spazio pubblico telematico, all’esito di un procedimento sommario nel quale tempi e spazi di difesa sono ridotti al di sotto del minimo consentito e, soprattutto, l’intervento dell’Autorità Giudiziaria ordinaria è solo successivo ed eventuale”. Tant’è che anche Associazione Nazionale Stampa online (Anso), Federazione dei media digitali indipendenti (Femi), Open Media Coalition, Assoprovider e Altroconsumo hanno impugnato il regolamento, chiedendo ai giudici del Tar Lazio di decidere in merito alla sua legittimità. Questione che a ottobre sarà sottoposta alla Corte Costituzionale. Ma il vantaggio rispetto all’azione legale, secondo il commissario Francesco Posteraro (qui l’intervista) è che l’Autorità, pur non volendosi sostituire alla magistratura, “interviene in tempi assai più rapidi e quindi più idonei a rispondere in maniera tempestiva agli illeciti commessi in rete”.

L’ipotesi della creazione di una “giustizia parallela” non è comunque l’unico motivo di contestazione del regolamento. Al centro c’è la preoccupazione per i costi, specie a fronte delle difficoltà economiche dell’Agcom. L’authority è finanziata dal contributo delle aziende vigilate e non da risorse pubbliche, ma il timore principale è che l’onere del suo funzionamento finisca a carico dei contribuenti. L’allarme spese dopo l’approvazione del regolamento era stato sollevato anche dai sindacati confederali Cgil-Cisl e Uil, che avevano scritto ai vertici dell’authority. Ma di cosa e di chi si avvale davvero l’unità antipirateria? Della piattaforma creata, senza passare attraverso una gara, dalla Fondazione Bordoni, per la quale l’authority ha firmato un contratto da 533.958,88 euro per tre anni (che potranno aumentare con il conguaglio al termine del periodo), oltre all’impiego di sette dipendenti, di cui uno è dirigente. Costi eccessivi? No, secondo Posteraro, che spiega come “la materia è affidata a una struttura che già esisteva e che ha compiti più ampi”. In sostanza, nessuna assunzione in più. E nessuno pagato con soldi pubblici.

E per quanto riguarda invece i risultati? Al 27 marzo 2015, ovvero a quasi un anno dall’introduzione del regolamento, sono state 209 le istanze di intervento ricevute, che hanno dato vita a 134 procedimenti, visto che negli altri casi sono state ritirate prima o archiviate. Più o meno 11 al mese. Poche, a maggior ragione se pensiamo che in Italia sono 21 le sezioni specializzate in proprietà intellettuale che operano presso i Tribunali. E sono numeri che fanno ancor più riflettere sull’effettiva utilità del regolamento, a fronte di quanto fatto dalla Procura di Roma, che in un solo giorno ha sequestrato 124 siti. A complicare il quadro si aggiunge una ricerca del professore emerito di Padova Giorgio Clemente (“Gli effetti sulla pirateria dei provvedimenti Agcom in materia di diritto d’autore, 2014-2015″), che sostiene come il regolamento abbia paradossalmente aumentato la quantità di contenuti illeciti.

Il caso più significativo tra quelli esaminati riguarda il sito Cineblog01: nell’aprile 2014, quando era stato oscurato dall’authority, aveva 173mila utenti unici. Poi, sette mesi dopo, è rinato con un nuovo dominio e con quasi 1,5 milioni di accessi. E ha continuato a crescere: a febbraio 2015 aveva raggiunto due milioni di utenti, che potevano visualizzare oltre diecimila file “piratati”. D’altro canto sulla piattaforma della Fondazione Bordoni, dove sono pubblicati i provvedimenti, compaiono i link relativi alle opere “illegali”. E questo ha fornito libero accesso a contenuti “proibiti”. Paradosso che al contrario, rileva l’avvocato Fulvio Sarzana, non si è “mai prodotto nelle attività di repressione operate dalla magistratura, in sede civile e penale”.

Tutti scontenti del lavoro di Agcom, allora? No. E’ soddisfatto Federico Bagnoli Rossi, segretario generale della Fapav, la Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali. Si tratta, ricorda Sarzana, “dell’associazione antipirateria fondata anche dalla Mpaa (l’associazione di produttori cinematografici statunitense) e di cui, fra le altre cose è socia anche la Fondazione Bordoni, ovvero la Fondazione pubblica che si è vista assegnare in convenzione dall’Agcom il compito di certificare le transazioni informatiche relative al regolamento”.

Bagnoli Rossi, inoltre, ha contestato modalità, tool di analisi e metodologia della ricerca di Clemente. A Key4biz ha spiegato che Clemente “basa gran parte dei propri dati sulla misurazione degli accessi in termini di ricerche su Google del sito” e che i “siti citati nella ricerca si riferiscono per la maggior parte a realtà consolidate che operano nel settore della pirateria in maniera massiva e sovente transfrontaliera”. Portali, cioè, che rendono “particolarmente difficoltosa l’attività di contrasto“. E a sostegno dell’attività svolta interviene anche Posteraro: “Secondo la Federazione antipirateria musicale – ha detto a ilfattoquotidiano.it – i siti destinatari di un ordine di blocco da parte di Agcom hanno registrato un sensibile calo dei tentativi di accesso, in molti casi largamente superiore al 50%”. E mentre parte degli addetti ai lavori contesta i risultati e l’authority prosegue la sua attività, l’attenzione è tutta puntata sull’udienza davanti alla Corte Costituzionale.

fonte: ilfattoquotidiano
view post Posted: 8/9/2015, 11:09 by: redragon     +1Netflix in Italia a partire da 7,99 euro al mese: svelate tariffe e caratteristiche - TECH NEWS

Netflix in Italia a partire da 7,99 euro al mese: svelate tariffe e caratteristiche


Netflix conferma tre pacchetti: 7,99 euro, 8,99 euro e 11,99 euro. Per godere del servizio basteranno 0,5 Mbps, ma per il Full HD ci vorranno almeno 3 Mbps.


Neflix ha svelato finalmente i prezzi per l'Italia. Il servizio di streaming dedicato a film e Serie TV aprirà i battenti a ottobre, ma su Twitter ha già iniziato la sua campagna per farsi conoscere. Il pacchetto di ingresso sarà di 7,99 euro al mese e prevedrà titoli in risoluzione standard, nonché la possibilità di un solo accesso per sessione.

L'offerta intermedia invece sarà di 8,99 euro al mese e contemplerà titoli con risoluzione massima Full HD e fino a due accessi in contemporanea. Il pacchetto top invece costerà 11,99 euro al mese, includerà una risoluzione massima 4K e la visione in contemporanea di quattro utenze.

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In sintesi la strategia di Netflix si baserà su una strategia commerciale aggressiva, multi-account e opzioni di risoluzione per ogni esigenza – fermo restando il fatto che si parla sempre di qualità massima disponibile, quindi relazionata all'anno di produzione dei film.

Per quanto riguarda le prestazioni minime dei servizi broadband, la dirigenza Netflix ha confermato durante l'IFA di Berlino che bisognerà disporre di minimo 0,5 Mbps. Al meglio la qualità standard potrà essere goduta con 1,5 Mbps. Mentre per l'HD bisognerà salire a 3 Mbps e per il 4K circa 15 Mbps. Ovviamente lo streaming scala in automatico quindi per la massima qualità in ogni segmento verrà richiesto qualcosa di più.

L'elenco dei dispositivi compatibili comprenderà i PC, Smart TV, smartphone, console Playstation, Xbox e Wii U, Apple TV e Vodafone Station. In futuro poi arriverà anche il supporto per TIMVision.

Sul fronte catalogo novità (film e telefilm) le uniche certezze sono Beasts of No Nation, Ridiculous Six, Crouching Tiger, Hidden Dragon: The Green Legend, Jadotville, Bloodline, Marvel's DareDevil, Narcos, Marco Polo, Sense8, etc.

Confermata la mancanza di House of Cards e Orange is the New Black, che si sono assicurate in licenza a Sky e Mediaset Premium.

fonte: tomshw
view post Posted: 2/9/2015, 10:56 by: keysersoze86     +1Netflix, Google e Microsoft insieme per il formato video del futuro - TECH NEWS

Netflix, Google e Microsoft insieme per il formato video del futuro



Alliance for Open Media è la nuova alleanza open source siglata da Netflix, Amazon, Google, Microsoft, Intel, Mozilla e Cisco. L'obiettivo è quello di sviluppare formati video, codec e altre tecnologie video di nuova generazione totalmente royalty-free.

E' senza dubbio una svolta per il settore anche perché si parla di standard fondamentali per il mercato video che consentiranno la completa interoperabilità tra piattaforme e distributori diversi. Allo stesso tempo, sebbene sia scontata la condivisione del know how tecnologico, Mozilla ha sottolineato che sarà avviata un'analisi di tutti i brevetti a disposizione per realizzare il codec del futuro.

Ovviamente questo non vuol dire che il precedente lavoro svolto da ogni singolo associato andrà perduto, anzi. La base di partenza potrebbe essere rappresentata da Daala di Mozilla, oppure Thor di Cisco, oppure ancora dal VP10 di Google.

Nello specifico il progetto è ambizioso. Sulla carta si vorrebbe sviluppare un formato aperto, interoperabile, ottimizzato per il Web e scalabile in relazione a ogni dispositivo e alla banda passate. Senza dimenticare il supporto allo streaming in tempo reale per fini commerciali o non commerciali, quindi di fatto con la possibilità di integrare un sistema di cifratura.

Alliance for Open Media publicherà il codice sotto licenza Apache 2.0 e rispettare le norme di brevetto del W3C. In pratica rinunceranno a ogni royalty.

Fonte: tomshw

view post Posted: 1/9/2015, 08:57 by: redragon     +1L'Italia sequestra Popcorn Time, il "Netflix" pirata - TECH NEWS

L'Italia sequestra Popcorn Time, il "Netflix" pirata


Il Tribunale di Genova impone ai provider di impedire l'accesso ai siti dove si scarica il famoso programma che consente di vedere in streaming migliaia di film violando i diritti d'autore


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L'ITALIA fa avanguardia nella guerra a Popcorn Time, il "Netflix" dello streaming pirata. Oggi la Guardia di Finanzia ha chiesto ai provider di impedire l'accesso ai siti dove si scarica il famoso programma open source, eseguendo un ordine della Procura della Repubblica di Genova. In particolare sotto sequestro sono i portali con estensione .io e .se e la versione beta del programma italiano. Popcorn Time non offre streaming dai propri server, ma è un programma che mette in contatto peer to peer gli utenti interessati. In sostanza è un software Bittorrent, ma il risultato finale è la possibilità di vedere subito il film (in streaming) senza bisogno di aspettare la fine del download.

I film - a migliaia- appaiono già forniti di sottotitoli. Il sequestro italiano è notevole perché il nostro è il primo Paese a eseguire un ordine di questo genere contro il programma, che sta facendo tremare Hollywood. Negli Stati Uniti e in Norvegia sono arrivate denunce dei produttori di film contro gli utenti che li scaricavano. Nella lotta alla pirateria, infatti, i detentori di copyright preferiscono rivalersi sugli utenti o, sempre più spesso, sui gestori dei server che offrivano opere pirata o almeno i link alle stesse. Ricordiamo che il primo servizio peer to peer di musica, Napster, non era solo un programma ma aveva anche un server centrale per consentire la condivisione ed è stato questo il suo tallone d'Achille legale. Quello che ne ha determinato la chiusura.

I vari eMule, uTorrent non hanno invece un server centrale e quindi sono di fatto intoccabili. Le stesse caratteristiche non sono bastate a impedire il sequestro di Popcorn Time, in Italia, a differenza di quanto accaduto in Israele, dove invece la Corte distrettuale di Tel Aviv non ha voluto procedere con il sequestro in nome dei principi di libertà di espressione e della libera circolazione delle informazioni. L'Italia, insomma, si è dimostrato insomma particolarmente aggressiva, questa volta, nella lotta alla pirateria.

Resta un fatto: poiché Popcorn Time è - appunto - un programma e non un servizio, gli italiani che l'hanno già installato potranno continuare a usarlo senza problemi. Il sequestro impedisce solo a nuovi utenti (italiani) di scaricare il programma da quei siti. Ne sono già nati alternativi, per il download, quindi anche questo problema è relativo. Questo sequestro ha una grande rilevanza perché denuncia una escalation italiana della lotta alla pirateria, che arriva anche - unico caso al mondo - a colpire i siti che distribuiscono un programma Bittorrent, in nome del diritto d'autore.

fonte: repubblica
view post Posted: 6/8/2015, 17:53 by: catoblepag     +1Video musicali... senza musica - VIDEO DIVERTENTI
Ci sono anche le sigle di alcuni storici telefilm... la mia preferita è questa ;)

MACGYVER - Musicless Intro

view post Posted: 24/7/2015, 12:14 by: redragon     +1L'Antitrust UE accusa Sky UK di geo-blocking: fine delle restrizioni territoriali? - TECH NEWS

L'Antitrust UE accusa Sky UK di geo-blocking: fine delle restrizioni territoriali?


La Commissione UE ha segnalato a Sky UK e 6 major hollywoodiane che il geo-blocking delle trasmissioni potrebbe violare le norme antitrust.


La Commissione UE accusa Sky UK e 6 major di Hollywood di attuare restrizioni contrattuali che vieterebbero ai cittadini comunitari oltremanica di accedere alle loro trasmissioni online o satellitari. In pratica nella "comunicazione degli addebiti" – che informa le parti coinvolte di ogni dettaglio del caso – si fa un chiaro riferimento al cosiddetto "geo-blocking", ovvero quel sistema di restrizioni territoriali che ben tutti conosciamo quando tentiamo di accede a contenuti situati in altri paesi.

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La questione di fondo è che agli italiani o altri cittadini comunitari dovrebbe essere consentita la possibilità di abbonarsi a Sky UK. Secondo il Commissario UE per la Competizione Margrethe Vestager questi divieti – per altro applicati anche da altri operatori come Canal Plus in France, Sky Italia, Sky Deutschland e DTS in Spagna – potrebbero essere in contrasto con le normative UE.

Disney, NBCUniversal, Paramount Pictures, Sony, Twentieth Century Fox e Warner Bros sono probabilmente le dirette responsabili di questi blocchi, se si parla di film. Ma è evidente che i broadcaster hanno un'altra parte di responsabilità se si tirano in ballo i diritti sullo sport e le produzioni proprie.

Molti potrebbero interrogarsi sull'importanza di questa indagine. Ebbene. Se mai la difesa di Sky UK e della major non dovesse tenere, domani potremmo avere la possibilità di abbonarci a qualsiasi servizio straniero. In barba agli equilibri creatisi nei singoli mercati nazionali. Sky e Mediaset costano troppo? Mi rivolgo alla Francia, alla Germania, la Spagna… e così via.

I broadcaster tremano. Sarà bene che Sky UK prepari bene la difesa.

fonte: tomshw
view post Posted: 22/7/2015, 10:39 by: redragon     +1Microsoft, fix di emergenza per tutte le versioni di Windows - TECH NEWS

Microsoft, fix di emergenza per tutte le versioni di Windows


Microsoft corre ai ripari per tappare una falla emersa dall'attacco ad Hacking Team. Coinvolto anche Windows 10.


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Tutte le versioni di Windows sono state aggiornate da Microsoft con un fix di emergenza, tramite il quale l'azienda di Redmond ha tappato una falla che avrebbe permesso a eventuali malintenzionati di ottenere completo accesso al computer della vittima di turno. La vulnerabilità è stata classificata come critica, il massimo livello di minaccia per Microsoft.

Quando parliamo di tutte le versioni di Windows, intendiamo proprio tutte, compreso Windows 10 dove l'aggiornamento è stato reso disponibile a chi ha già installato la versione preview del sistema operativo di prossima uscita. Aggiornati anche Windows Vista, 7, 8, 8.1 e RT, mantenendo invece fuori Windows XP ormai non più supportato da Microsoft: una buonissima occasione per passare a un sistema operativo più nuovo, qualora non lo abbiate ancora fatto.
Per quanto riguarda i dettagli della vulnerabilità, secondo Microsoft un hacker avrebbe potuto attaccare utenti Windows ignari, semplicemente convincendoli ad aprire un documento creato ad hoc o visitando una pagina web compromessa, sfruttando un bug di OpenType, formato usato da font sviluppati in collaborazione tra Microsoft e Adobe. La scoperta è arrivata in seguito all'attacco ai danni di Hacking Team, da parte di alcuni ricercatori tra i quali anche quelli del Project Zero targato Google.

Ricordiamo che Windows 10 arriverà a partire dal prossimo 29 luglio: proprio nella giornata di ieri, Microsoft ha pubblicato una serie di pubblicità del nuovo sistema operativo destinate a promuoverne anche il rinnovato livello di sicurezza, ottenuto grazie a tecnologie come Device Guard e Windows Hello.

fonte: downloadblog
view post Posted: 20/7/2015, 14:09 by: catoblepag     +1Video musicali... senza musica - VIDEO DIVERTENTI
Sempre dallo stesso autore, discorsi di politici senza parole!

BARACK OBAMA - speechless speech



WLADIMIR PUTIN - speechless speech

view post Posted: 16/7/2015, 08:11 by: redragon     +1Condividere, ma non troppo: Drive blocca download, stampa e copia - TECH NEWS

Condividere, ma non troppo: Drive blocca download, stampa e copia


Il servizio cloud di Google prevede da oggi un nuovo servizio, chiamato Information Rights Management (Irm), che consente ai proprietari dei file di controllare in modo capillare lo sharing dei documenti caricati sulla nuvola. La funzione al momento è prevista solo via Web, ma Big G ha già previsto Api specifiche per gli sviluppatori.


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Download, stampa e copia: sostanzialmente, sono tutte le opzioni disponibili per ottenere un duplicato di un file. Da oggi Google Drive, tramite il servizio Information Rights Management (Irm), consegna nelle mani dei proprietari dei documenti caricati su cloud un’arma in più per il controllo delle informazioni, dando la possibilità di bloccare appunto il download, la replica su carta o la copia dei file in un altro archivio virtuale. Si è caricato su Drive un documento contenente dati abbastanza riservati? Ebbene, per evitare la loro diffusione, all’atto della condivisione è sufficiente porre un flag sull’opzione “Disattiva le opzioni di download, stampa e copia per commentatori/visualizzatori”, contenuta nel menu “Avanzate”. E il gioco è fatto. Big G ha già messo a disposizione delle Api per tutti gli sviluppatori che vorranno implementare la nuova funzionalità nelle loro app.

L’Information Rights Management dovrebbe già essere disponibile in tutto il mondo: i test condotti da Ictbusiness.it su una serie di account Drive confermano il fatto, anche se sul proprio blog Google dichiara che il rollout completo è previsto nei prossimi due giorni. Al momento, però, il servizio è attivo soltanto via Web. Gli utenti che utilizzano la piattaforma di condivisione documenti via cloud di Mountain View dovranno probabilmente aspettare ancora.

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Ovviamente, l’opzione può essere attivata soltanto dai proprietari del file e, una volta che si è deciso il blocco totale, Drive si incarica di rimuovere qualsiasi possibilità di download, stampa e copia da tutti gli applicativi cloud presenti nel “pacchetto”: Documenti, Fogli e Presentazioni. Tutti i documenti protetti dall’ombrello di Irm riporteranno quindi una notifica nella parte alta della finestra, all’interno dei tab File e Modifica.

fonte: ictbusiness
684 replies since 14/11/2011