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view post Posted: 14/11/2022, 12:58     +1NVIDIA RTX 4090, le ultime scoperte sul connettore 12VHPWR - TECH NEWS

NVIDIA RTX 4090, le ultime scoperte sul connettore 12VHPWR



Continuano a esserci sviluppi sulla "saga" delle schede video NVIDA RTX 4090 e dei connettori bruciati (QUI): Igor Wallossek del portale tedesco Igor'sLAB ha fatto alcune scoperte interessanti e grazie al coinvolgimento diretto di NVIDIA si sono scoperti alcuni dettagli aggiuntivi. Per farla breve: ci sono due fornitori che si occupano della produzione del "famigerato" adattatore 12VHPWR che si trova generalmente in confezione con la scheda, ovvero Astron e NTK. E a quanto pare solo gli adattatori fabbricati da Astron incorrono in problemi.

Come potete vedere dalle slide (condivise da NVIDIA stessa) qui sotto, i due componenti adottano un design piuttosto diverso per i connettori, pur rimanendo entrambe compatibili universalmente con qualsiasi RTX 4090. Il connettore di Astron sembra molto più difficile da inserire correttamente, mentre quello di NTK è più stabile e affidabile, anche se richiede più forza. Come abbiamo già osservato nei giorni precedenti, pare che proprio la connessione perfetta tra il cavo e la scheda sia cruciale per evitare danni permanenti al sistema.



I connettori Astron sembrano anche assemblati peggio, con saldature di qualità insufficiente verificate in almeno qualche caso - l'incidenza è talmente rara, tuttavia, che la fonte ipotizza che la causa potrebbe essere un singolo operaio che per qualsivoglia ragione non sta svolgendo correttamente il proprio lavoro. Si osserva anche la saldatura diretta sui punti di contatto senza che ci siano precauzioni per annullare o quanto meno mitigare eventuali stress meccanici derivati per esempio da pieghe o strattoni. Pare una pessima idea soprattutto calcolando che si tratta di cavi con sezione oltre i 2 mm quadrati e pensati per trasportare quantitativi elevati di energia.



Wallossek è riuscito a fornire una serie piuttosto convincente di dati e misurazioni, ma è il primo ad ammettere che il suo pool di fonti è insufficiente per trarre conclusioni ad ampio raggio. In altre parole: non ha abbastanza esemplari di cavi e schede. Ma come abbiamo già detto a più riprese in questi giorni, finché NVIDIA non riesce a organizzare una risposta completa e convincente al problema è importante che i proprietari della scheda abbiano accesso al maggior numero possibile di informazioni per evitare di mandare in fumo, in modo piuttosto letterale, il loro prezioso investimento - ricordiamo che al momento è molto difficile trovare una RTX 4090 al di sotto dei 2.000 euro.

Fonte: hdblog

view post Posted: 20/10/2022, 17:14     +2Intel Core i9-13900K e Core i5-13600K alla prova - TECH NEWS

Intel Core i9-13900K e Core i5-13600K alla prova



A un anno da Alder Lake, Intel propone una nuova gamma di CPU nome in codice Raptor Lake. Compatibili con le piattaforme LGA 1700 con chipset della serie 600 (verrà presentata anche la serie 700), le nuove proposte Core di 13a generazione puntano sull'aumento del numero di core e delle frequenze di picco per offrire ancora maggiori prestazioni.

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La novità più evidente dal punto di vista delle specifiche della nuova proposta top di gamma è il raddoppio del numero degli E-core. Per il Core i9-13900K questo significa mettere nelle mani degli acquirenti ben 24 core e 32 thread, grazie a 8 P-core con Hyper-Threading e 16 E-core. Il processore Core i9-12900K che lo ha preceduto, con 8 P-core e 8 E-core, si ferma invece a 16 core e 24 thread.

L'architettura Raptor Lake prevede un incremento della cache L2 rispetto ai Core 12000. Nei P-core, si sale da 1,25 a 2 MB, mentre nel caso dei cluster di E-core (4 core ciascuno) si arriva a toccare i 4 MB contro i 2 MB precedenti. Ne consegue che nella migliore implementazione si può contare su 32 MB di cache L2 contro i 14 MB del 12900K. La cache L3 massima, invece, sale a 36 MB rispetto ai 30 MB precedenti per effetto dei due cluster di E-core in più (3 MB ciascuno).

Passando alla frequenza di clock, i P-core del Core i9-13900K sono impostati a un base clock di 3 GHz, ma grazie ai vari algoritmi Turbo Boost (e ammesso e non concesso che il raffreddamento e l'alimentazione lo consentano) si possono spingere fino a 5,8 GHz. Gli E-core, invece, saranno accompagnati da un base clock di 2,2 GHz e un Turbo Boost di 4,3 GHz. Il 12900K, lo ricordiamo, vede i P-core con un base clock di 3,2 GHz ma può accelerare fino a 5,2 GHz. Gli E-core, invece, operano a 2,4 GHz (base) e si spingono fino a 3,9 GHz (boost).

Le nuove vette di frequenza toccate dal modello Core i9-13900K, unitamente ai core in più, hanno imposto a Intel di aumentare il Maximum Turbo Power (MTP) a 253W rispetto ai 241W del 12900K. Secondo Intel, la nuova CPU è decisamente più efficiente della precedente, ed è in grado di offrire prestazioni simili al predecessore con consumi pari a un quarto (25%).

Il processore Core i5-13600K, dal canto suo, è un modello con 14 core (6 P-core e 8 E-core) e 20 thread, a cui si affiancano 24 MB di cache L3 e 20 MB di cache L2. Core i5-12600K ha lo stesso numero di P-core ma 4 E-core in meno, oltre ovviamente a meno cache L2 e L3. I P-core su questo modello sono impostati di base a 3,5 GHz e possono spingersi fino a un massimo di 5,1 GHz, mentre gli E-core operano di base a 2,6 GHz e arrivano a 3,9 GHz in Turbo Boost. Nel caso del 12600K, il clock dei P-core è 3,7 / 4,9 GHz, mentre gli E-core operano a 2,8 / 3,6 GHz. Il Maximum Turbo Power sale dai 150W del 12600K ai 181W del 13600K.

Configurazione di prova
    - Sistema operativo: Windows 11 Pro italiano
    - SSD M.2: Samsung SSD 980 Pro 2TB
    - Quantitativo memoria: 2x16GB
    - Scheda video: Nvidia GeForce RTX 3080 Ti Founders Edition
    - Alimentatore: Cooler Master V850 Platinum
    - Driver video: NVIDIA GeForce 516.94 WHQL

Piattaforma AMD Ryzen 5000
    - scheda madre ASUS ROG Crosshair VIII Extreme
    - memoria: G.Skill DDR4-3600 16-19-19-19-39 1T

Piattaforma AMD Ryzen 7000
    - scheda madre ASUS ROG Crosshair X670E Hero
    - memoria: G.Skill Trident Z5 DDR5-6000 30-38-38-38-96

Piattaforma Intel Core 12000
    - scheda madre MSI MPG Z690 Carbon WiFi
    - memoria: Corsair Vengeance DDR5-5200 38-38-38-84

Piattaforma Intel Core 13000
    - scheda madre ASUS ROG Maximus Z790 Extreme
    - memoria: Corsair Vengeance DDR5-5600 30-38-38-38-96

BENCHMARK


Conclusioni
Al termine di questa analisi mettiamo a confronto i risultati medi ottenuti da tutti questi processori nei nostri test, prendendo quale riferimento i valori della CPU AMD Ryzen 5 5600X: otteniamo il seguente grafico che permette di posizionare al meglio le CPU Intel e AMD tra di loro come comportamento complessivo.

moneybench_medio

moneybench_calcolo

moneybench_multimedia

moneybench_produttivita

moneybench_compressione

moneybench_giochi_1920

moneybench_giochi_2560



Osservando i risultati medi riparametrati otteniamo ulteriore conferma di quanto visto sopra: le due proposte top di gamma di AMD e Intel di fatto si equivalgono, pur con differenze più o meno marcate a favore di una o dell'altra a seconda del tipo di applicazione che viene eseguita.

Se gli attuali processori top di gamma AMD e Intel sono di fatto equiparati, così non è per Core i5-13600K nel confronto con il predecessore e il diretto concorrente: nei nostri test riesce a fare di meglio, in media, di poco meno del 22% rispetto alla CPU Core i5-12600K di precedente generazione. Se mettiamo a confronto questo modello con la CPU AMD Ryzen 5 7600X il margine di vantaggio medio è del 14%. Per Core i9-13900K il guadagno in termini di prestazioni rispetto al predecessore Core i9-12900K è di poco meno del 20% in base alla media nei nostri test.

Collo di bottiglia di questi processori non sono di certo le prestazioni, ma i consumi. Abbiamo criticato AMD per aver spinto in alto i consumi e non possiamo non fare la stessa cosa con Intel, rea di aver continuato con le proposte Raptor Lake a seguire questa strada per poter offrire un livello prestazionale ancora più elevato.

Per quanto concerne i prezzi, il Core i9-13900K dovrebbe approdare sul mercato all'interno di una forbice tra 750 e 850 euro. Questa è, almeno, la situazione di listini che si può rintracciare spulciando diversi shop in Europa. Un listino elevato, ma sostanzialmente non diverso da quello del Ryzen 9 7950X di AMD.

Al momento rimane difficile stabilire esattamente come si posizionerà la CPU, bisognerà attendere l'evolversi della disponibilità nel corso delle prossime settimane. Se il prezzo del 13900K punterà gli 800 euro, il 12900K rimarrà una scelta da considerare, altrimenti in caso di maggiore vicinanza tra i listini meglio puntare sulla nuova proposta. Da ricordare, per chi non ritiene di avere bisogno della GPU integrata, la presenza delle varianti KF solitamente meno costose di 40 euro rispetto ai modelli K.

Chiaramente, la differenza tra AMD e Intel sta nella piattaforma: AMD richiede il passaggio obbligatorio al socket AM5 e alle memorie DDR5, chi invece ha già una piattaforma LGA 1700 può invece comprare solo la CPU, previo aggiornamento del BIOS. Allo stesso tempo, è quasi sicuro che Intel cambierà socket con la prossima generazione di CPU, mentre AMD manterrà AM5 a lungo: insomma, per chi deve rifarsi il PC da zero potrebbe essere più incline all'investimento su AMD in questo momento.

Il Core i5-13600K si scontra con il Ryzen 7 7700X e il suo prezzo è competitivo in tal senso, con listini intorno a 450 euro per entrambi. Nel raffronto tra i due la spunta la CPU Intel. Se il gaming è la vostra priorità, questo processore è decisamente consigliato, anche rispetto al 5800X3D e, come abbiamo avuto modo di vedere in tutti i test, se rapportato al precedente Core i7-12700K.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 11/10/2022, 19:29     +2GeForce RTX 4090: la nuova scheda video di NVIDIA - TECH NEWS

GeForce RTX 4090: la nuova scheda video di NVIDIA



La NVIDIA GeForce RTX 4090 debutta ufficialmente e va a prendere il posto delle GeForce RTX 3090/3090 Ti. La scheda sfrutta la nuova architettura Ada Lovelace che sostituisce la precedente (Ampere).

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Per quanto riguarda la richiesta energetica, la scheda ha un TGP di 450W, che è lo stesso della GeForce RTX 3090 Ti. Non cambia nemmeno l'alimentatore consigliato da NVIDIA, un modello da 850W (chiaramente con un'alta efficienza). Va sottolineato che la Founders Edition si presenta con un singolo connettore di alimentazione ausiliaria, il cosiddetto connettore PCIe Gen 5 o 12VHPWR, dotato di 12+4 pin e tecnicamente capace con l'apposito cavo di sostenere 600W.

In realtà, insieme alla scheda di NVIDIA c'è un adattatore per collegarla agli alimentatori tradizionali con ben 4 connettori a 8 pin: è necessario usarne tre (come per la 3090 Ti) per assicurarne il funzionamento, mentre il quarto è necessario collegarlo in caso di overclock spinto.

La GeForce RTX 4090 FE è equipaggiata con un enorme dissipatore di raffreddamento, completamente metallico, con due ventole da 11,5 cm di diametro (più grandi rispetto alla precedente generazione) che aumentano il flusso d'aria del 20%. Le due ventole non sono più su una faccia della scheda una accanto all'altra e sullo stesso asse, ma quella di destra nella parte alta e quella sinistra in quella bassa. Sono, insomma, sfalsate l'una rispetto all'altra.

Il PCB della GeForce RTX 4090 FE, nonostante le piccole dimensioni, prevede un totale di 23 fasi di cui 20 sono dedicate alla GPU e 3 alla memoria. NVIDIA, inoltre, ha migliorato la gestione dell'alimentazione per non avere forti picchi di corrente e tensione che potrebbero mettere in crisi gli alimentatori.

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Quanto al progetto, la scheda è leggermente più corta se raffrontata alla RTX 3090 Ti o alla RTX 3090, ma è un po' più tozza. La GeForce RTX 4090 FE è lunga 304 mm, larga 137 mm e spessa 61 mm, occupando così tre slot sulla motherboard.

Quanto alle porte posteriori, non sembra cambiare nulla con una HDMI e tre DisplayPort, ma c'è da ravvisare il passaggio da una HDMI 2.1 a una 2.1a, mentre la versione della DisplayPort rimane la 1.4a.

In ultimo, è bene segnalare che l'interfaccia della scheda è PCI Express 4.0 x16.

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Per implementare più risorse e cache L2, NVIDIA ha deciso di sacrificare l'interconnessione NVLink.

Un processo più avanzato, in genere, equivale alla possibilità di alzare le frequenze operative, aumentare i transistor e di conseguenza il numero di unità di calcolo, la quantità di cache e le funzionalità di un chip. Allo stesso tempo, un processo avanzato consente anche di ridurre i consumi.

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Quanto al prezzo, per questa soluzione NVIDIA richiede 1979 euro IVA inclusa, listino che è da considerarsi "di partenza" e che sarà sfondato dalle soluzioni custom dei partner, che si piazzeranno in una fascia tra 2000 e 2500 euro a seconda del progetto.

Configurazione di prova
    - processore AMD Ryzen 9 7950X con 16 core e 32 thread
    - scheda madre ASUS ROG Crosshair X670E Hero
    - 32 GB di memoria G.Skill Trident Z5 DDR5-6000 (30-38-38-38-96)
    - alimentatore da 1200W di Corsair
Tutte le schede che vedrete nei grafici sono state provate con Resizable BAR attivo. Per le GPU NVIDIA di precedente generazione abbiamo usato i driver 516.94, per la RTX 4090 i driver forniti da NVIDIA alla stampa numerati come 521.90. Per quanto riguarda le GPU AMD Radeon, abbiamo usato i driver Radeon Software Adrenalin Edition 22.9.2.

Tutte le GPU NVIDIA sono modelli Founders Edition; nel caso di AMD, la scheda Radeon RX 6950 XT è una GAMING OC di Gigabyte mentre gli altri modelli invece sono schede di riferimento.

BENCHMARK
Giochi basati sulla rasterizzazione:


Giochi con ray tracing (ma senza upscaling):


Tecnologie di upscaling DLSS2 e FSR 1.0/2.0:


DLSS 3, l'asso nella manica delle GeForce RTX 4000
Per questo primo incontro con il DLSS 3 abbiamo provato una demo chiamata Lyra messa a disposizione da NVIDIA e basata su Unreal Engine 5. Con questa demo abbiamo potuto svolgere alcuni test, verificando il comportamento della nuova tecnologia di upscaling a diverse impostazioni.



Inoltre, abbiamo avuto l'opportunità di prendere contatto con Enemies, una demo Unity che già in passato avevamo definito "sbalorditiva". Si tratta di un rendering in 4K in tempo reale che supporta il DLSS e grazie al quale abbiamo potuto saggiare le capacità del DLSS 3 rispetto al DLSS 2. La RTX 4090 e la RTX 3090 Ti hanno prodotto in 4K senza upscaling rispettivamente 30 e 18 fps, ma con l'attivazione del DLSS sono balzate a 98 e 38 fps. Nel caso della RTX 4090 e del DLSS 3 si parla di un salto in avanti del 226%, mentre per la 3090 Ti e il DLSS 2 del 111%.

Infine, abbiamo provato anche una build di prova di Flight Simulator con DLSS 3 integrato. In questo caso non abbiamo potuto fare test comparativi perché funzionava solo con la RTX 4090, ma abbiamo ravvisato con la nuova scheda un balzo prestazionale del 98% passando dallo scenario DLSS "off" (85 fps) all'uso del DLSS 3 Performance con Frame Generation attiva (173 fps). Spegnendo la Frame Generation e usando il DLSS come se fosse di seconda generazione, il frame rate è sceso a 87 fps, evidenziando l'inefficacia del DLSS 2 in questa build molto legata alla CPU.

Frequenze, consumi, temperature e rumorosità
La scheda tecnica della GeForce RTX 4090 FE evidenzia un netto incremento delle frequenze operative per l'architettura Ada Lovelace rispetto ad Ampere. Per verificarlo, abbiamo svolto alcune sessioni di test con Metro Exodus Enhanced Edition, con e senza DLSS (Bilanciato). La GPU AD102 è salita fino a un massimo intorno a 2750 MHz, a fronte dei 1950-2000 MHz circa del chip GA102 della RTX 3090 Ti.

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Nel grafico potete vedere test con DLSS o senza, e notiamo che con tutte e due le schede la tecnologia di upscaling porti il chip a operare a un clock leggermente superiore. Nel caso della RTX 4090 il clock medio dell'intera sessione - quindi tenendo conto anche dei momenti di calo del carico - sale di 30 MHz da 2490 a 2520 MHz circa. Nel caso della 3090 Ti il salto è di 60 MHz, da 1780 a 1840 MHz circa.

Passando ai consumi vediamo che nello stesso carico la GeForce RTX 4090 FE si tiene intorno ai 450W, con picchi - inferiori al secondo - registrati in PCAT fino a 470W circa. Insomma, in linea con il TGP dichiarato da NVIDIA. La scheda, in idle, si attesta a circa 20W. Attivando il DLSS vediamo però un netto calo dei consumi, che non ravvisiamo però con la generazione precedente.

consumo

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Per quanto concerne la temperatura della GPU AD102 su questa scheda, osserviamo che grazie al mega corpo dissipante non scalda moltissimo e, con il DLSS in funzione, si ferma su una temperatura fino a 8°C in meno. La GPU GA102 sulla GeForce RTX 3090 Ti non solo scalda di più (anche se nulla di preoccupante), ma non c'è questa differenza con il DLSS. Sotto potete vedere anche degli scatti con la termocamera, dove si nota che il dissipatore della scheda si mantiene esternamente intorno ai 45-50 °C; durante i test abbiamo più volte toccato la scheda senza scottarci.

temperatura

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Conclusioni
La GeForce RTX 4090 è una scheda mostruosa e i test che abbiamo svolto lo evidenziano chiaramente. Appena installata sul nostro banchetto di prova stentavamo a credere alle prestazioni registrate. Che si tratti di giochi senza ray tracing o titoli che implementano a vari livelli la tecnologia, la nuova ammiraglia di NVIDIA stacca la RTX 3090 Ti in modo netto e senza appello, pur mantenendo consumi simili.

Certo, stiamo pur sempre parlando di una scheda da 450W e che necessita di hardware di ultima generazione per esprimersi al meglio, questo bisogna tenerlo in considerazione. Senza tralasciarne le dimensioni, con alcune custom da primato per peso e lunghezza. Insomma, è per pochi, pochissimi, anche in virtù del prezzo di partenza di 1979 euro che sicuramente toccherà vette intorno ai 2500 euro per i modelli custom più spinti.

È importante sottolineare come la RTX 4090 consumi come la RTX 3090 Ti e scaldi persino meno: merito sia della nuova architettura sia per il nuovo processo produttivo.

Veniamo però al prezzo, che molto ha fatto discutere gli appassionati fin dall'annuncio. Premettendo che bisogna sempre capire il tempo in cui si vive, e in questo momento tutto costa mediamente di più (e non bisogna dimenticare il cambio euro-dollaro che non ci premia) per le note problematiche mondiali, possiamo da una parte guardare i cosiddetti prezzi di partenza e dall'altra l'attuale situazione di mercato, con un occhio al futuro. Sappiamo cosa state pensando: prima i miner, ora l'inflazione e il cambio, ma la situazione è questa e non è possibile farci nulla.

Prendendo l'MSRP di 1979 euro di questa RTX 4090 e confrontandolo a quello comunicato per la RTX 3090 Ti al lancio, ben 2249 euro, non ci sarebbe neanche discussione. La nuova arrivata offre prestazioni notevolmente superiori e costa di meno, stop.

Bisogna però tenere sempre presente il mercato attuale e in questo caso troviamo sconti che portano la RTX 3090 Ti a partire da 1400 euro circa. Il gap è ampio, ma non copre la differenza prestazionale che abbiamo riscontrato nei nostri test. Insomma, seppur alto il prezzo di partenza non è alto a livelli astronomici o totalmente fuori di senno: fa specie dirlo per una scheda da almeno 2000 euro, ma questo dicono i numeri.

La GeForce RTX 4090 è una scheda per un pubblico di nicchia, non per tutti e in genere gli appassionati di giochi farebbero bene ad attendere l'arrivo delle due RTX 4080 a novembre (che comunque non costeranno poco, già lo sappiamo) per capire dove indirizzare i loro soldi.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 17/9/2022, 12:38     +1Clamoroso! EVGA rompe con NVIDIA e lascia il settore delle schede video! - TECH NEWS

Clamoroso! EVGA rompe con NVIDIA e lascia il settore delle schede video!



La notizia è clamorosa e giunge come un fulmine a ciel sereno: EVGA esce dal settore delle schede video, e lo fa rompendo la lunga partnership (dal 2002) con NVIDIA. Non vedremo quindi alcuna EVGA GeForce RTX 4090 FTW3 o la variante estrema Kingpin arrivare sul mercato nelle prossime settimane, nonostante l'azienda abbia già prodotto una ventina di sample di RTX 4090 FTW3 questa estate.

EVGA ha sottolineato che non ha intenzione di diventare partner di AMD o Intel; la decisione di uscire dal settore delle schede video è quindi totale e categorica. Anche se alla base della scelta ci sono motivazioni di business ed economiche, il CEO Andrew Han ha parlato principalmente di una mancanza di rispetto da parte di NVIDIA, portando il rapporto a un deterioramento fino al punto di rottura.

NVIDIA avrebbe reso a EVGA molto difficile operare, ad esempio non comunicando il prezzo MSRP (il prezzo di listino consigliato) delle schede, nonché il numero di GPU allocate e il costo delle stesse fino al lancio pubblico dei modelli, lasciando così il partner nell'impossibilità di definire un prezzo dei prodotti custom. Un altro problema sarebbe legato ai driver: spesso NVIDIA li consegna prima alla stampa che ai partner stessi, impedendo loro di condurre i doverosi test interni prima del lancio.

Si parla anche di massimali di prezzo, oltre a non poter personalizzare le schede cambiando le specifiche, come aggiungere più memoria. Questo ha limitato di molto il margine di manovra dei partner, creando un settore dove molto spesso "un modello vale l'altro", con differenze spesso esigue e non decisive nella scelta di acquisto tra i prodotti dei diversi partner AIB.

Un altro problema è la competizione che NVIDIA fa con le proprie schede Founders Edition, diventata più forte con il recente taglio dei prezzi: la società, in quanto fornitore e produttore, non deve preoccuparsi molto dei margini di profitto, mentre EVGA oggi si ritrova a vendere molte delle schede video di fascia alta in perdita di centinaia di dollari a modello. Questo avviene perché siamo a fine ciclo e con molto inventario da smaltire, aspetto che induce a stabilire sconti molto marcati.

EVGA ora dovrà procedere con una revisione dell'organico, e mentre il CEO auspica di ricollocare i dipendenti del settore grafico, sarà dura: circa il 75% del business dell'azienda era catalizzato dalla vendita di GPU GeForce. L'azienda ha assicurato che continuerà a vendere le soluzioni GeForce RTX 3000 e offrire garanzia e supporto per le schede a norma di legge. Per quanto e in che modalità ancora è da stabilire.

NVIDIA, dal canto suo, ha rilasciato una brevissima nota tramite un portavoce: "Abbiamo avuto una grande partnership con EVGA nel corso degli anni e continueremo a supportarli per l'attuale generazione di prodotti. Auguriamo a Andrew e ai nostri amici di EVGA tutto il meglio".

Secondo Jon Peddie Research, l'uscita di scena di EVGA lascerà un grande buco nel settore delle schede video AIB di NVIDIA nel Nord America. A detta dell'analista, EVGA aveva il 40% del mercato, a cui si aggiungevano molti estimatori anche in Europa.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 17/9/2022, 09:21     +2Cooler Master HAF 700: chassis per sistemi estremi e massima personalizzazione - TECH NEWS

Cooler Master HAF 700: chassis per sistemi estremi e massima personalizzazione



Cooler Master presenta HAF 700, nuovo chassis della linea High Air Flow. Come spiega l'azienda, "si pone l'obiettivo di contribuire al successo di una delle serie di Cooler Master che hanno maggiormente lasciato il segno nella storia del PC DIY, contraddistinta per le sue doti di espandibilità, per la razionalità e ampiezza degli spazi interni e per le innegabili doti di raffreddamento".



Prosegue dunque lo sviluppo di nuove soluzioni da parte dell'azienda di Taipei: dopo un 2021 ricco di novità, ecco fare il suo debutto un prodotto del tutto simile al modello HAF 700 EVO top gamma lanciato a febbraio di quest'anno, un chassis per la creazione di sistemi estremi sia esteticamente sia dal lato delle prestazioni, mantenendo nel contempo tutti i componenti a temperature costanti. Offre un pannello frontale full mesh per migliorare l'efficienza termica e ridurre risonanza e rumore.



Tutti i componenti sono stati progettati per essere rimovibili senza dover utilizzare alcun attrezzo.

Caratteristiche:
  • colore: Titanium Grey

  • materiali:
    esterno: acciaio, plastica
    pannello laterale: vetro temperato, acciaio, plastica

  • dimensioni: 556x279x540mm

  • supporto scheda madre: Mini ITX, Micro ATX, ATX, E-ATX, SSI CEB, SSI EEB

  • 2 ventole SickleFlow ARGB PWM da 200 millimetri

  • 3 ventole SickleFlow ARGB PWM da 120 millimetri

  • slot di espansione: 8

  • 2.5" / 3.5" Drive Bays (Combo): 9

  • porte: 2x USB-C 3.2 gen2, 4x USB 3.2 gen1 3.0, 1x 3,5mm audio jack a 4 poli, 1x mic jack da 3,5mm



Al suo interno è possibile montare:
  • una scheda madre anche in formato SSI EEB

  • schede video fino a 490 millimetri di lunghezza

  • un alimentatore fino a 200 millimetri

  • un radiatore da 480 millimetri

  • 12 drive da 2,5 o 3,5"

  • dissipatori ad aria alti fino a 166 millimetri

  • 18 ventole da 120 millimetri



All'esterno gli effetti di luce sono personalizzabili. La disponibilità in Italia è attesa per ottobre a 359 euro. Nell'attesa, riportiamo il link per l'acquisto della versione EVO.

Fonte: hdblog

view post Posted: 17/9/2022, 09:13     +1Intel dice addio a Celeron e Pentium nei notebook 2023: spazio a Intel Processor - TECH NEWS

Intel dice addio a Celeron e Pentium nei notebook 2023: spazio a Intel Processor



Intel ha annunciato "Intel Processor", un nuovo prodotto per il segmento dei PC "Essential". La nuova offerta sostituisce i brand Intel Pentium e Intel Celeron per i notebook nel 2023.

"Che lo si utilizzi per lavoro o per tempo libero, l'importanza del PC è sempre più evidente con il crescere della velocità degli sviluppi tecnologici che danno forma al mondo moderno. Intel è impegnata a guidare l'innovazione a vantaggio degli utenti e le nostre famiglie di processori entry-level sono state fondamentali per elevare gli standard dei PC in tutte le fasce di prezzo. Il nuovo brand per i processori Intel semplificherà la nostra offerta consentendo agli utenti di fare la scelta più adeguata alle loro esigenze", ha dichiarato Josh Newman, Vice President & Interim GM Mobile Client Platforms.

La nuova struttura del branding, nell'ottica di Intel, le permette di focalizzarsi maggiormente sui suoi marchi di punta, i ben noti Intel Core, Intel Evo e Intel vPro. Inoltre, con l'annuncio di oggi, viene razionalizzata l'offerta nei diversi segmenti di mercato, consentendo all'azienda di migliorare la comunicazione della proposta di valore di ciascun prodotto.

Il brand Intel Processor racchiude infatti molteplici famiglie di prodotti, con l'obiettivo di semplificare l'esperienza d'acquisto per gli utenti. Intel continuerà a fornire gli stessi prodotti e vantaggi all'interno dei diversi segmenti, mantenendo invariate anche l'attuale offerta di prodotto e la roadmap.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 18/8/2022, 13:28     +1Un bug rende inutili le VPN su iOS dal 2020. E Apple lo sa - TECH NEWS

Un bug rende inutili le VPN su iOS dal 2020. E Apple lo sa



All'interno di iOS esiste un bug che impedisce a qualsiasi VPN di crittografare completamente tutto il traffico: non si tratta di una scoperta recente, in quanto il problema è stato scoperto nel corso del 2020, ma Apple ne è a conoscenza e fino ad ora ha scelto di non fare alcunché per la sua risoluzione.

Si tratta di una vulnerabilità individuata per la prima volta da Proton VPN a marzo del 2020. Quando una qualsiasi VPN viene attivata, il sistema operativo dovrebbe terminare tutte le connessioni attive e ristabilirle automaticamente tramite la VPN, allo scopo di prevenire che qualche canale di comunicazione possa restare al di fuori della VPN e trasmettere quindi traffico non crittografato.

Proton VPN ha scoperto allora che a partire dalla versione 13.3.1 di iOS ciò non avveniva, lasciando l'utente nella possibile situazione di utilizzare inconsapevolmente connessioni non sicure, per lo più quelle già in atto prima dell'attivazione della VPN. "Le persone esposte a maggior rischio a causa di questo difetto sono coloro che vivono nei paesi in cui la sorveglianza e la violazione dei diritti civili sono all'ordine del giorno" aveva allora affermato la società.

Il ricercatore informatico Michael Horowitz ha riscontrato che la vulnerabilità è tutt'ora esistente. Non esitando a definire addirttura "scam" (imbroglio) le VPN su iOS, il ricercatore ha pubblicato una approfondita analisi del problema (QUI), dove spiega di aver ripetutamente riscontrato "significative perdite di dati" (intese come dati che viaggiano al di fuori della VPN) durante l'utilizzo di una VPN su iOS. Horowitz ha esaminato il traffico dati in uscita dall'iPad durante l'impiego di diverse VPN riscontrando come molti dati viaggino effettivamente al di fuori della connessione protetta nella maggior parte dei casi, anche con iOS aggiornato all'ultima versione.

Horowitz afferma di aver contattato sia Apple, sia la CISA statunitense, ma di non aver ricevuto alcun riscontro utile. Il ricercatore suggerisce di utilizzare un router dedicato su cui configurare una VPN quando è necessario proteggere il traffico dei dispositivi con iOS, ma questa soluzione è ovviamente applicabile solo in ambiente domestico e sotto il nostro diretto controllo. Una VPN solitamente viene utilizzata anche in quei casi in cui è necessario collegarsi a reti terze e si voglia proteggere il traffico da occhi indiscreti e in questi casi non vi sarebbe nessuna soluzione "artigianale" in grado di risolvere il problema.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 11/8/2022, 12:41     +1SQUIP è la vulnerabilità che colpisce i processori AMD con architettura Zen - TECH NEWS

SQUIP è la vulnerabilità che colpisce i processori AMD con architettura Zen



SQUIP è il nome dato a una vulnerabilità recentemente scoperta che affligge tutte le CPU AMD basate su architettura Zen che hanno abilitato il Simultaneous Multi Threading (SMT). SMT permette ai processori di ottenere un boost delle performance piuttosto significativo, permettendo di eseguire più thread con un singolo core. Sembra però che questa tecnologia sia risultata vulnerabile ad attacchi side-channel che permetterebbero di rivelar le chiavi RSA a 4096-bit, apparentemente inespugnabili.

Simile ai processori della serie M1 di Apple, AMD e la microarchitettura Zen dell’azienda hanno code di scheduler individuali per unità di esecuzione. I singoli scheduler che AMD utilizza con il multi-threading simultaneo (SMT) attivato presentano interferenze in tutti i carichi di lavoro, creando molteplici opportunità per accedere alla contesa della coda dell’utilità di pianificazione tramite contatori delle prestazioni e letture timer non serializzate su thread fratelli sullo stesso core. Questa attività di osservazione e preparazione introduce attacchi side-channel in quelle singole code di scheduler.

La vulnerabilità interessa tutti i processori Ryzen esistenti di AMD con microarchitetture Zen 1/2/3. Per sfruttare la debolezza e ottenere l’accesso ai dati elaborati dallo stesso core della CPU, i malviventi devono prima eseguire codice dannoso su uno specifico core della CPU, il che non è particolarmente semplice per i neofiti. Nel frattempo, la completa mitigazione di SQUIP potrebbe richiedere la disabilitazione della tecnologia SMT su tutti i processori basati su Zen esistenti di AMD, che sicuramente influirà sulle prestazioni generali. Per maggiori dettagli, vi invitiamo a consultare il report dettagliato (QUI) ad opera dei ricercatori della Graz University of Technology.

Fonte: techbyte

view post Posted: 23/7/2022, 08:49     +1Da Western Digital arrivano i primi hard disk da 22 TB - TECH NEWS

Da Western Digital arrivano i primi hard disk da 22 TB



Dieci piatti da 2,2 TB per ciascuno, per un totale di 22 TB. Questi, in sintesi, i nuovi hard disk lanciati sul mercato da Western Digital, l'unica a oggi a offrire dischi di tali dimensioni. Tre le gamme che potranno avvalersi di unità con così tanto spazio a disposizione: WD Gold, pensati per l'utilizzo nei data center, WD Red Pro, progettati per essere installati all'interno di NAS, e WD Purple Pro, per applicazioni di videosorveglianza.

Le nuove unità si basano sulla tecnologia HelioSeal, che consente di stipare 2,2 TB per ogni piatto, incrementando così la densità di informazioni, e la capacità massima, rispetto ad altri dispositivi. Supportata anche OptiNAND, già implementata in altri hard disk di WD, che migliora le prestazioni delle unità.

Non tutti gli hard disk sono uguali e, a seconda dell'utilizzo che se ne deve fare, vengono adottati differenti accorgimenti tecnici. La gamma WD Gold, per esempio, è pensata per l'utilizzo all'interno dei data center ed è stata sviluppata tenendo in mente l'affidabilità e il contenimento del TCO (Total Cost of Ownership). Include una protezione alle vibrazioni e garantisce un MTBF di 2,5 milioni di ore.

I dischi della serie WD Red, invece, sono pensati per essere inseriti all'interno di NAS domestici o aziendali, sino a un massimo di 24 bay. Gli ingegneri hanno privilegiate le prestazioni di queste unità quando usate in ambienti multiutente.

Più particolari i modelli della serie WD Purple Pro, che sono concepiti per rispondere alle esigenze dei sistemi di videosorveglianza smart, per esempio sistemi di videocamere con riconoscimento facciale. Sistemi che acquisiscono e devono elaborare stream di immagini provenienti da numerose videocamere, per poi applicare algoritmi di IA e machine learning. Queste unità supportano la tecnologia AllFrame, che consente di gestire 32 stream IA in contemporanea per applicazioni di deep learning analytics. Oppure, di gestire 64 stream da videocamere HD, senza perdere alcun frame. Come nel caso dei data center, anche in questo ambito l'affidabilità è di estrema importanza e il MTBF è di 2.5 milioni di ore.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 20/7/2022, 14:50     +2Open Fiber si accorda con AVM: 2,5 Gbps reali via porta LAN - TECH NEWS

Open Fiber si accorda con AVM: 2,5 Gbps reali via porta LAN



Gli operatori che si attestano sulla rete in fibra di Open Fiber d'ora in poi potranno promettere ai clienti prestazioni a 2,5 Gbps reali grazie alle nuove offerte che includono il modem FRITZ!Box 5530 Fiber. Oggi Open Fiber ha infatti annunciato di aver siglato un accordo commerciale con AVM che prevede per i suoi partner di godere di una delle poche apparecchiature sul mercato dotate di accesso fibra e porta LAN a 2,5 Gbps. In pratica è probabile che a breve Vodafone, Iliad, Tiscali e tutti gli altri rinnovino le offerte con il nuovo dispositivo.

Ma andiamo con ordine perché per comprendere la portata di questa svolta bisogna conoscere gli antefatti. A gennaio 2022 con il lancio della prima offerta residenziale di Iliad da 5 Gbps, molti iniziano a interrogarsi sui numeri. Sebbene l'operatore spieghi durante il lancio e sul suo sito ufficiale che la soglia di 5 Gbps non è di picco bensì la somma di più accessi in contemporanea si alza un polverone mediatico che poi si risolve con l'intervento dell'Antitrust. L'effetto collaterale più interessante è che chi fa informazione e anche i consumatori iniziano a fare le pulci anche ai concorrenti che offrono servizi fibra da 2,5 Gbps. E così si scopre che mediamente è impossibile raggiungere quella soglia prestazionale impiegando le apparecchiature fornite dai provider, a meno di non disporre di computer con schede Wi-Fi 6 e configurazioni MIMO di ultimissima generazione. Già, perché a livello di porte fisiche nessun modem o router (a parte la soluzione sperimentale TIM Magnifica) integra le versioni da 2,5 Gbps quindi l'unica opzione è il wireless.

Adesso però con il modem FRITZ!Box 5530 Fiber qualcosa è destinato a cambiare poiché non solo dispone dell'accesso per la fibra ottica, ma anche una porta LAN da 2,5 Gbps e altre due porte LAN da 1 Gbps. Non manca poi la presa per il telefono, la tecnologia DECT integrata e il supporto Wi-Fi 6 Mesh con MU-MIMO.

Sul sito ufficiale viene esplicitato che a seconda delle configurazioni è compatibile con GPON (gigabit-capable passive optical networks), AON (active optical networks) e XGS-PON (10 Gigabit capable symmetric passive optical networks). In sintesi può funzionare con ogni tipo di architettura e quindi integrare anche l'ONT.



"Si tratta di una collaborazione a livello europeo per facilitare e promuovere la diffusione della banda larga FTTH a 2,5Gbps da parte degli operatori retail che possono fornire il servizio agli utenti finali molto rapidamente e con tutti i benefici di una produzione locale. Infatti, i nostri FRITZ!Box sono tutti Made in Europe e permettono una commercializzazione veloce delle nuove tecnologie. È un orgoglio per AVM aver messo a punto questa offerta con l’obiettivo di offrire la miglior customer experience di navigazione Wi-Fi", ha dichiarato Giovanni Cristi, Head of Telco Italy & Senior Business Development Manager di AVM Italia. "Tutti i prodotti AVM sono studiati con una particolare attenzione agli aspetti di sicurezza e privacy dei dati e anche dei brevetti. Il nostro sistema operativo FRITZ!OS permette, ad esempio, di configurare facilmente e in italiano il parental control, il firewall integrato e la priorità dei dispositivi connessi. Inoltre, i nostri prodotti sono costantemente aggiornati senza costi aggiuntivi".

“Le applicazioni digitali più recenti e quelle che saranno sviluppate in futuro richiedono una grande quantità di banda e una connessione ultraveloce e stabile. A oggi, l’unica tecnologia in grado di raggiungere e superare il Gigabit è la fibra ottica FTTH. Open Fiber sta lavorando non solo per portarla in tutta Italia, ma anche per migliorare ulteriormente la qualità dell’infrastruttura che mettiamo a disposizione dei nostri 300 operatori partner, e la proficua collaborazione con AVM si inserisce in questo percorso”, ha aggiunto Domenico Dichiarante, Head of Operational Marketing di Open Fiber.

Fonte: hdblog

view post Posted: 18/7/2022, 09:34     +2Windows 11, si ritorna agli aggiornamenti ogni 3 anni: addio al Windows as a service? - TECH NEWS

Windows 11, si ritorna agli aggiornamenti ogni 3 anni: addio al Windows as a service?



Pare che Microsoft stia organizzando una rivoluzione nelle strategie di aggiornamento di Windows: dal piccolo update annuale di oggi, modus operandi lanciato con Windows 10 con addirittura due update l'anno, l'azienda potrebbe decidere di tornare al rilascio di un update di tipo major ogni tre anni. Questo significa che potremmo vedere un nuovo eventuale Windows 12 nel 2024, per un ritorno alle origini da parte di Microsoft e un apparente abbandono della strategia Windows as a service.

Nel 2009 Microsoft rimpiazzava Windows Vista - rilasciato nel 2006 - con Windows 7. Tre anni più tardi arrivava Windows 8 e, dopo altri tre anni veniva rilasciato Windows 10. Con quest'ultima versione veniva introdotto il concetto di Windows as a service, con il sistema operativo che veniva aggiornato con nuove feature anche più di una volta l'anno.

Secondo un nuovo articolo di Windows Central, in futuro si potrebbe ritornare alla cadenza di aggiornamenti precedente, ma l'approccio Windows as a service non verrà abbandonato: Microsoft continuerà a perfezionare l'ultima versione di Windows con piccoli aggiornamenti con feature che verranno rilasciati all'incirca ogni trimestre, denominati internamente come Moments.

Un primo assaggio della nuova strategia del resto lo abbiamo avuto già con Windows 11, che si è evoluto con nuove piccole funzioni costantemente durante l'anno, invece di conservare le grandi modifiche per l'aggiornamento in arrivo con Windows 11 22H2. In futuro, secondo la fonte, anche su Windows 11 potremmo non vedere più il grande rilascio previsto solitamente per la fine dell'anno e già l'aggiornamento con feature del 2023 sarebbe stato eliminato dai piani di Microsoft.

L'azienda non ha confermato né smentito le indiscrezioni, e lascia spazio a diversi interrogativi: Windows 11 23H2 ci sarà? Windows 12 sarà un aggiornamento a pagamento, come avveniva in passato prima di Windows 10? Le feature che verranno introdotte con i nuovi aggiornamenti arriveranno anche sui predecessori, se saranno anch'essi supportati al rilascio delle nuove versioni? E ancora, che tipo di aggiornamenti ci sarà nei "Moments", e quali nelle nuove release complete?

Il ritorno al rilascio di nuove versioni di Windows potrebbe rappresentare un'ottima arma dal punto di vista mediatico per Microsoft, così come anche l'opportunità di effettuare grossi stravolgimenti ogni tre anni dal punto di vista delle feature, della UI e anche dei requisiti di sistema (aspetto controverso di Windows 11). Microsoft, tuttavia, non si è ancora sbottonata sulla novità, e fin quando non lo farà i piani dell'azienda potranno cambiare, mantenendo quindi l'approccio attuale.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 16/7/2022, 21:54     +1Attenzione alla carta di credito che avete salvata su Chrome: un malware ruba i dati! - TECH NEWS

Attenzione alla carta di credito che avete salvata su Chrome: un malware ruba i dati!



Il furto di dati sensibili sul web è una piaga non facile da risolvere e soprattutto molto estesa vista la facilità con cui è possibile realizzarla. Sono oggi sempre di più i malintenzionati che cercano quotidianamente di rubare identità, hackerare email e profili social ma anche e soprattutto rubare i dati delle carte di credito per poterle clonare o effettuare acquisti all’insaputa del proprietario.

Proprio in base a questo e ai dati delle carte di credito che usiamo sul web per fare acquisti sui vari negozi online, c’è una pratica molto usata per velocizzare l’operazione che sarebbe meglio evitare d’ora in avanti. Capita sempre più spesso infatti di salvare i dati della carta di credito nella cache del browser di Google Chrome. Una pratica comoda che permette agli utenti di trovare subito a portata di mano i dati di pagamento senza dover ogni volta reinserire il numero della carta di credito. Un'operazione sicura almeno fino ad oggi visto che i ricercatori del team Proofpoint Threat Insights hanno scoperto un nuovo malware capace di rubare i dati salvati nella memoria cache del browser Chrome.

La scoperta è arrivata dai ricercatori del team Proofpoint Threat Insights che avevano lanciato l’allarme già alcune settimane fa. In questo caso sembra essere un nuovo modulo di Emotet, uno dei malware più diffusi e infestanti degli ultimi anni, pronto a rubare i dati sensibili della carte di credito come numero, intestatario e codice CVV salvati nella cache del browser Google Chrome.

EmotetMalware_1



Il suo funzionamento è semplice ma anche efficace per i malviventi. Il malware infatti, dopo aver rubato le informazioni, le invierebbe a server di comando e controllo «C2» diversi rispetto a quelli già utilizzati in genere dallo stesso modulo Emotet per rubare i dati delle carte. Questo renderebbe ancora più difficile risalire ai responsabili del furto informatico.

Una minaccia seria e che per fortuna al momento prenderebbe di mira soltanto i dati memorizzati nella cache del browser di Google Chrome. Il nuovo malware rischia però di portare in futuro conseguenze ben più spiacevoli. Sappiamo infatti che in passato le infezioni causate da Emotet possono introdurre nei dispositivi infetti anche nuovi ransomware, programmi che rendono inaccessibili alcuni dati o funzionalità del dispositivo. In questo caso i malintenzionati potrebbero poi richiedere il pagamento di un riscatto, quasi sempre in criptovaluta, per restituire o far ritornare funzionante un dispositivo.

A differenza di altri virus già noti e che dunque i moderni antivirus sono in grado di bloccare, in questo caso il malware è più complesso e dunque può sviare dagli antivirus. In questo caso dunque si deve mettere in atto la necessità di considerare alcune accortezze da poter adottare per evitare il furto dei dati sensibili. In primis è palese che sia meglio non salvare i dati della carta di credito nella memoria cache del browser, ma inserirli a mano ogni volta. Non solo perché secondo gli esperti è necessario fare molta attenzione ai link sui quali si clicca perché questi malware Emotet si diffondono in genere tramite email, utilizzando link e allegati pericolosi.

Sull’origine di Emotet ci sono pareri contrastanti. L’Intelligence di Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Usa lo avevano accostato ad hacker russi che per questo dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina avrebbero inasprito gli attacchi. La prima volta Emotet è apparso nel 2014 come trojan bancario poi successivamente sono stati aggiunti moduli che gli consentono di rubare i dati sensibili dei poveri malcapitati.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 15/7/2022, 06:02     +1Retbleed, un nuovo attacco che prende di mira vecchie CPU AMD e Intel - TECH NEWS

Retbleed, un nuovo attacco che prende di mira vecchie CPU AMD e Intel



I processori AMD basati su architetture Zen 1, Zen 1+ e Zen 2, insieme alle CPU Intel Skylake, Kaby Lake e Coffee Lake, possono cadere vittime di un nuovo attacco all'esecuzione speculativa chiamato Retbleed. Il problema, scoperto dai ricercatori Johannes Wikner e Kaveh Razavi dell'ETH Zurich, viene descritto come "una nuova aggiunta alla famiglia di attacchi all'esecuzione speculativa che sfruttano branch target injection per intercettare le informazioni e che chiamiamo Spectre-BTI".

Circoscritta da due bollettini (CVE-2022-29900 e CVE-2022-29901), Retbleed sfrutta le istruzioni di ritorno anziché salti o chiamate indirette. "Questo significa molto, dal momento che mina alcune delle nostre attuali difese per Spectre-BTI", spiegano i ricercatori. "Una di queste difese, usata oggi da molti dei nostri sistemi operativi, è chiamata retpoline".

Due "intuizioni" dei ricercatori, e il fatto che le contromisure retpoline funzionano sostituendo i salti e le chiamate indirette con i ritorni, rendono Retbleed un attacco che risulta molto efficace. I ricercatori o semplici appassionati di sicurezza possono approfondire in questo sito dedicato, mentre di seguito potete vedere una "demo" dell'attacco.



Retbleed permette di intercettare dati sensibili su sistemi con CPU Intel Coffee Lake vulnerabili a circa 219 byte al secondo con il 98% di accuratezza. Nel caso delle CPU AMD si passa a 3,9 kilobyte e al 99% (architettura Zen 2). I ricercatori, inoltre, hanno affermato che Retbleed è in grado di individuare e rivelare l'hash della password di root di un sistema Linux dalla memoria fisica in circa 28 minuti sulle CPU Intel e in circa 6 minuti con le CPU AMD.

Come difendersi da Retbleed? "Gli sviluppatori kernel e hypervisor hanno sviluppato mitigazioni in coordinamento con Intel e AMD. Mitigare Retbleed nel kernel Linux ha richiesto uno sforzo notevole, coinvolgendo cambiamenti a 68 file, 1783 nuove linee e la rimozione di 387 linee. La nostra valutazione prestazionale mostra che mitigare Retbleed si è purtroppo dimostrato costoso: abbiamo misurato tra il 14% e il 39% di overhead con le patch AMD e Intel, rispettivamente".

I ricercatori hanno anche scoperto che le CPU AMD mostrano "salti fantasma" (CVE-2022-23825), ovvero branch prediction fatte senza una branch instruction effettivamente presente, un problema chiamato Phantom JMP la cui mitigazione può portare a un overhead prestazionale "fino al 209%".

Intel ha confermato che la vulnerabilità esiste sui processori della generazione Skylake che non dispongono di una protezione nota come Enhanced Indirect Branch Restricted Speculation (eIBRS). "Intel ha collaborato con la comunità Linux e i fornitori di VMM per fornire ai clienti una guida alla mitigazione via software che dovrebbe essere disponibile entro la data di divulgazione pubblica odierna", ha scritto Intel in un post sul blog.

"Si noti che i sistemi Windows non sono interessati poiché utilizzano per impostazione predefinita l'Indirect Branch Restricted Speculation (IBRS), che è anche la mitigazione resa disponibile agli utenti Linux. Intel non è a conoscenza del fatto che questo problema venga sfruttato al di fuori di un ambiente di laboratorio controllato".

Anche AMD si è mossa nella stessa direzione. "Come parte del lavoro in corso per identificare e rispondere a nuove potenziali vulnerabilità di sicurezza, AMD raccomanda ai fornitori di software di prendere in considerazione misure aggiuntive per proteggersi da attacchi simili a Spectre".

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 16/6/2022, 12:05     +2Internet Explorer è morto dopo 26 anni di attività. Microsoft: 'Verrà disabilitato permanentemente' - TECH NEWS

Internet Explorer è morto dopo 26 anni di attività. Microsoft: 'Verrà disabilitato permanentemente'



Internet Explorer è morto e rappresenta un passato non troppo esaltante per Microsoft per quanto riguarda l'ambito della navigazione web. Dal 15 giugno, quindi, si è aggiunto un tassello importante nella strategia di Microsoft volta a modernizzare un aspetto fondamentale dei suoi OS. In queste ore ha aggiunto dettagli interessanti Sean Lyndersay, Direttore Generale della divisione Microsoft Edge Enterprise.

Nello specifico Lyndersay ha confermato che il browser web, non più eseguibile su alcune versioni di Windows, verrà "permanentemente disabilitato" attraverso un aggiornamento dell'OS che arriverà in futuro. Di seguito il commento per esteso, così come riportato da BleepingComputer:

"Gli utenti vedranno ancora l'icona di Internet Explorer sui propri dispositivi (ad esempio sulla barra delle applicazioni o nel menu Start), ma se fanno clic per aprire Internet Explorer verrà lanciato Microsoft Edge con la possibilità di accedere facilmente alla IE Mode. Internet Explorer verrà infine del tutto disabilitato in modo permanente attraverso un futuro Windows Update, a quel punto le icone di Internet Explorer sui dispositivi degli utenti verranno rimosse."

Durante questo periodo i dati degli utenti (fra cui impostazioni, preferiti e password) verranno trasferiti su Microsoft Edge. Microsoft aggiungerà anche un pulsante "Ricarica con la IE mode" nella barra degli strumenti di Edge per consentire agli utenti di eseguire siti e servizi non compatibili con i nuovi standard in maniera più semplice. Di contro, dal 2020 chi cerca di eseguire con Internet Explorer siti web non compatibili (quelli ufficialmente non compatibili sono quasi 1500, fra cui Facebook, Twitter, Instagram, Google Drive) viene automaticamente reindirizzato a Edge.

Il 15 giugno Internet Explorer ha terminato il suo ciclo di vita all'interno del canale semestrale (SAC) di Windows 10. L'applicazione non era già disponibile su Windows 11 e sulle versioni più diffuse di Windows 10, ma lo era nel canale SAC di Windows 10 e lo è tuttora su Windows 7 ESU, Windows 8.1 e tutte le versioni di Windows 10 LTSC, IoT e Server. Su questi sistemi operativi IE, sebbene non più supportato, continuerà a ricevere aggiornamenti di sicurezza fondamentali fino a quando non terminerà il supporto della versione di Windows su cui viene eseguito.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 2/6/2022, 20:31     +1Furto di dati, attacchi ransomware e compromissioni di rete: sono oltre 3,6 milioni i server MySQL pubblicamente accessibili - TECH NEWS

Furto di dati, attacchi ransomware e compromissioni di rete: sono oltre 3,6 milioni i server MySQL pubblicamente accessibili



Sono oltre 3,6 milioni i server MySQL ad essere pubblicamente esposti su Internet e che rispondono ad interazioni, diventando così un appetitoso ed appetibile bersaglio per hacker e aggressori informatici in genere. 2,3 milioni di essi sono connessi su IPv4, mentre 1,3 milioni sono su IPv6.

Nel panorama attuale della rete è normale e frequente che servizi Web ed applicazioni eseguano connessioni a database remoti, ma tali istanze dovrebbero esser in qualche modo configurate in maniera tale che solamente i dispositivi autorizzati possano connettersi ad esse.

A ciò si aggiunge il fatto che l'esposizione pubblica di un server dovrebbe essere orchestrata da una serie di politiche piuttosto rigorose, come ad esempio la modifica della porta di accesso predefinita (3306, nel caso di MySQL), il monitoraggio delle query e l'applicazione di misure crittografiche.

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Il gruppo The Shadowserver Foundation ha però eseguito una serie di scansioni la scorsa settimana rilevando che i 3,6 milioni di server MySQL esposti fanno uso della porta TCP 3306 predefinita. "Anche se non controlliamo il livello di accesso possibile, o l'esposizione di database specifici, questo tipo di esposizione è una superficie di attacco potenziale che dovrebbe essere chiusa" hanno spiegato gli analisti.

La mancata protezione dei server database MySQL può essere la causa di gravi violazioni di dati, attacchi distruttivi, attacchi ransomware, infezioni da trojan, compromissione con strumenti RAT e compromissioni con stumenti sofisticati come Cobalt Strike. Non solo: una delle strade più comuni per il furto di dati e credenziali di accesso sono proprio i database protetti in maniera impropria o non protetti, che l'amministratore dovrebbe opportunamente configurare per impedire l'accesso remoto non autorizzato.

Fonte: hwupgrade

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