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view post Posted: 1/6/2020, 09:31     +2Ryzen 3000 XT, i tre nuovi modelli nel listino di un negozio francese - TECH NEWS

Ryzen 3000 XT, i tre nuovi modelli nel listino di un negozio francese



Il debutto delle CPU "Matisse Refresh" di AMD, i modelli XT di cui si è iniziato a parlare nelle scorse settimane, è sempre più vicino: a confermarne l'arrivo è un negoziante francese, che ha messo a listino i nuovi chip Ryzen 9 3900XT, Ryzen 7 3800XT e Ryzen 5 3600XT con prezzi rispettivamente di 499€, 459€ e 319€.

I prezzi non così diversi da quelli praticati dallo stesso negozio per i modelli già sul mercato, quindi riteniamo che nel giro di poche settimane i modelli XT dovrebbero collocarsi su listini molto simili ai modelli X che dovrebbero uscire di scena.

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Ricordiamo che questi chip hanno le medesime caratteristiche dei modelli X in termini di core e thread, e si differenziano per le frequenze più elevate. Nuove indiscrezioni non escludono dei migliorati algoritmi di boost per garantire (probabilmente) una durata maggiore delle frequenze di punta, portando così a un incremento prestazionale del 5-10%. Staremo a vedere. Rispetto alle voci delle scorse settimane, l'unica variazione riguarda la frequenza di boost massima del 3900XT, che non dovrebbe essere di 4,8 GHz ma di 4,7 GHz.

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Queste CPU dovrebbero consentire ad AMD di riposizionare la propria offerta per renderla più competitiva rispetto alle proposte Core di decima generazione "Comet Lake" di Intel, ma soprattutto dare un ulteriore impulso alle vendite e sfruttare i die di Ryzen 3000 fino all'ultimo, prima di introdurre i Ryzen 4000.

Il 3900XT dovrebbe mettere maggiore distanza con il Core i9-10900K/KF, più veloce in gaming ma non in produttività - e al momento anche più costoso del 12 core di AMD. Il Ryzen 7 3800XT servirebbe invece come avversario del Core i7-10700K/KF, mentre il Ryzen 5 3600XT dovrebbe prendere di mira il Core i5-10600K/KF. Ricordiamo che in casa Intel i modelli K sono in genere quelli più richiesti dagli appassionati.

Le nuove CPU Ryzen 3000 XT di AMD dovrebbero essere annunciate il 16 giugno con disponibilità a partire dal 7 luglio, a un anno di distanza esatto dal debutto della famiglia di CPU Zen 2.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 21/5/2020, 11:47     +1Intel compra Rivet Networks, il Wi-Fi diventa Killer - TECH NEWS

Intel compra Rivet Networks, il Wi-Fi diventa Killer



Intel ha annunciato l'acquisizione di Rivet Networks, azienda nota per le soluzioni di rete hardware e software Killer. Al momento non sono noti i dettagli economici dell'operazione, mentre le trattative sono iniziate alla fine dello scorso anno. "La connettività Wi-Fi è diventata più essenziale che mai, ci facciamo affidamento per lavorare, insegnare, imparare e stare connessi con colleghi e affetti", scrive Intel in una nota (QUI).

"Nelle case ci sono di media 11 dispositivi Wi-Fi e, negli ultimi mesi, Comcast ha rilevato che le videoconferenze e le videochiamate via Wi-Fi sono crescite del 283%. […] Anche nel caso dei vostri smartphone, più del 70% del vostro traffico mobile sfrutta il Wi-Fi", sottolinea l'azienda. Per rafforzare ulteriormente il focus in un ambito in cui Intel è attiva da oltre 20 anni, l'azienda ha quindi deciso di "mettere le mani" sulle tecnologie software e cloud di Rivet Networks.

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L'azienda si unirà al Wireless Solutions Group, parte del Client Computing Group, e i prodotti Killer entreranno a far parte del ventaglio di soluzioni di Intel, quindi il brand rimarrà in vita. Il CEO di Rivet, Mike Cubbage, entra in Intel con il ruolo di Senior Director of Connectivity Innovations. "Concederemo in licenza il software di Rivet Networks ai clienti e svilupperemo nuove soluzioni per garantire importanti miglioramenti della connettività su PC", fa sapere Intel.

Da sempre i prodotti di Rivet Networks puntano a offrire velocità e massimo controllo sugli aspetti della rete Wi-Fi a giocatori e utenti in cerca di alte prestazioni, massimizzando l'uso della banda in base alle necessità degli utenti (priorità dei pacchetti legati al gaming online, ecc.). Inoltre, le soluzioni di Rivet Networks possono anche combinare Ethernet e Wi-Fi per dare priorità al traffico su entrambe le connessioni. Già, perché Rivet realizza anche prodotti Ethernet, non solo wireless.

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L'acquisizione di Rivet Networks da parte di Intel non stupisce completamente visto lo stretto rapporto tra le due realtà: l'ultima soluzione Killer AX1650 Wi-Fi si basa su un chip wireless di Intel e la ritroviamo su moltissimi portatili dedicati al gaming, molti dei quali annunciati nelle scorse settimane in concomitanza con i nuovi prodotti basati su CPU Core di decima generazione della serie H (QUI).

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 21/5/2020, 11:43     +2AMD risponde a Intel: previsto un taglio di prezzo per il Ryzen 9 3900X - TECH NEWS

AMD risponde a Intel: previsto un taglio di prezzo per il Ryzen 9 3900X



Nella giornata di ieri Intel ha ufficialmente iniziato le vendite dei processori Core di decima generazione, con proposte che vanno da un minimo di 4 core toccando il massimo di 10 core con il modello Core i9-10900K. Questo processore si posiziona, per prestazioni e prezzo, a diretto confronto con il modello AMD Ryzen 9 3900X, dotato di architettura a 12 core ma caratterizzato da una frequenza di clock massima più contenuta.

Per il processore Intel il listino ufficiale parla di un prezzo di 489 dollari, tasse escluse; per la proposta di AMD invece nuove informazioni riportano una riduzione nei listini che dovrebbe riposizionarlo attorno ai 410 dollari tasse escluse, buon calo rispetto al listino ufficiale di 499 dollari. Da segnalare che AMD include con il processore anche una soluzione di raffreddamento, assente invece con i modelli Core i9-10900K.

Il riposizionamento a 410 dollari di prezzo rende il modello Ryzen 9 3900X ancora più interessante nel confronto con le proposte Intel di nuova generazione. Nella nostra recensione dei processori Intel Core di decima generazione (QUI), abbiamo evidenziato come la soluzione AMD possa vantare un margine di vantaggio negli ambiti multithreaded grazie alla disponibilità di un maggior numero di core; quella Intel, invece, guadagna spazio con le applicazioni che sfruttano al meglio non il numero di core ma la disponibilità di una frequenza di clock più elevata.

Resta ora da capire in che misura i listini delle CPU AMD Ryzen 9 3900X si riposizioneranno anche in Italia; al momento attuale questa CPU è acquistabile a prezzi pari a circa 500€ IVA inclusa, mentre per il nuovo modello Core i9-10900K i primi prezzi ufficiali sono vicini alla soglia di 649€ IVA inclusa. Non dobbiamo inoltre dimenticare come nel corso degli ultimi mesi i prezzi del processore Ryzen 9 3900X si siano più volte discostati dal listino di riferimento di 499 dollari indicato da AMD, con valori che in ogni caso non avevano ancora toccato i 410 dollari indicati come nuovo prezzo suggerito per il canale retail.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 21/5/2020, 11:39     +1Core i9-10900K, Core i5-10600K e Core i5-10400 alla prova: fino a 10 core e frequenze elevate - TECH NEWS

Core i9-10900K, Core i5-10600K e Core i5-10400 alla prova: fino a 10 core e frequenze elevate

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Sul finire di aprile Intel ha svelato la famiglia di microprocessori desktop "Core di decima generazione", anche nota con il nome in codice "Comet Lake". Le nuove CPU del produttore statunitense rappresentano un'evoluzione della nona generazione "Coffee Lake Refresh" per mezzo di alcune novità sostanziali: attivazione dell'Hyper-Threading su tutte le serie (Core i3, Core i5, Core i7 e Core i9), due core in più sui Core i9 per un totale di 10 core e 20 thread, frequenze di punta ancora più elevate e controller di memoria migliorato. A non cambiare è l'architettura di questi processori - si origina da Skylake, del 2015 - e così il processo produttivo a 14++ nanometri.

Le nuove CPU non sono compatibili che le precedenti motherboard con socket LGA 1151 e chipset della serie 300, ma richiedono nuove schede madre con socket LGA 1200 e chipset della serie 400, come le soluzioni Z490, H470 e B460 in arrivo sul mercato in queste settimane.

Escludendo la serie T con TDP di 35 watt, rivolta a specifici mercati, la gamma Core 10000 si fonda su un totale di 17 modelli così suddivisi: quattro Core i9, quattro Core i7, sei Core i5 e tre Core i3. Per quanto concerne l'offerta, Intel ha abilitato l'Hyper-Threading su tutti i modelli Core e questo fa sì che l'offerta comprenda modelli Core i9 con 10 core e 20 thread, Core i7 con 8 core e 16 thread, Core i5 con 6 core e 12 thread e Core i3 con 4 core e 8 thread. I modelli K hanno il moltiplicatore sbloccato, così come i KF, a cui però è stata disabilitata anche la GPU integrata. I chip senza alcuna lettera hanno invece il moltiplicatore bloccato ma la grafica integrata attiva (nuovamente la UHD Graphics 630).

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I modelli Core i9 e Core i7 fanno un passo avanti per quanto riguarda il controller di memoria, ora in grado di supportare DDR4 a 2933 MHz anziché 2666 MHz. Le famiglie Core i5 e Core i3 hanno un controller DDR4-2666, in questo caso sono i Core i3 a fare un passo avanti rispetto alla nona generazione (DDR4-2400). Per quanto concerne il TDP, vediamo che per le CPU K e KF è indicato un valore di 125W (più dei 95W della famiglia precedente), mentre per tutti gli altri modelli si parla di 65W. Il valore del TDP è però solo un mero riferimento (viene rilevato sotto carico e alla frequenza di base).

In questo articolo vediamo come si comportano le CPU Core i9-10900K, Core i5-10600K e Core i5-10400 (evidenziate nella tabella qui sopra), ma prima parliamo di come il Core i9-10900K raggiunge una frequenza di punta di ben 5,3 GHz.

Comet Lake, fino a tre algoritmi di Boost
Le CPU - di Intel e non solo - sono in grado di aumentare per un breve periodo di tempo la loro frequenza, in modo da completare nel minor tempo possibile le operazioni assegnate. L'entità dell'aumento di frequenza e la sua durata, seppur stabilito da Intel, è legato anche al sistema di raffreddamento. Per lungo tempo Intel ha offerto solamente il Turbo Boost 2.0, un algoritmo in grado di spingere il processore fino a determinate frequenze di picco sul singolo core, con quei carichi che usano meno thread, come ad esempio i videogiochi. Nel caso del nuovo top di gamma Core i9-10900K questo valore è 5,1 GHz, mentre il boost con tutti i core impegnati raggiunge i 4,8 GHz.

Negli anni, Intel ha però lavorato ad algoritmi ancora più evoluti chiamati Turbo Boost Max Technology 3.0 (in breve Turbo Boost Max 3.0) e Thermal Velocity Boost. Si tratta di algoritmi che hanno l'obiettivo di incrementare ulteriormente le prestazioni single thread. Non tutti i processori della gamma supportano queste tecnologie, solo determinati modelli di fascia alta.

Il Turbo Boost Max 3.0 permette al sistema operativo di usare informazioni contenute nella CPU per identificare i core più veloci (fino a 2 core) e indirizzare a quelle unità i carichi di lavoro, in modo da completarli ancora più velocemente grazie a un improvviso aumento della frequenza. Intel assicura che questa operazione non incrementa la tensione operativa dei core interessati. Affinché il tutto funzioni al meglio è necessario avere una versione di Windows 10 dalla 1909, in quanto al suo interno sono presenti ottimizzazioni per applicare la tecnologia. Nel caso del Core i9-10900K vediamo che il Turbo Boost Max 3.0 spinge la frequenza fino a 5,2 GHz, 100 MHz in più del Turbo Boost 2.0.

Gli ulteriori 100 MHz che consentono di arrivare a 5,3 GHz sono garantiti dal Thermal Velocity Boost: questo algoritmo, applicato anche alla recente gamma di CPU Comet Lake-H dedicata ai notebook gaming, dipende molto dalla temperatura a cui funziona il processore, che deve essere sotto i 70 °C affinché la CPU raggiunga la frequenza di picco (su un massimo di 2 core). L'algoritmo aumenta di 100 MHz anche la frequenza "all-core". Thermal Velocity Boost dipende quindi dal sistema di raffreddamento: dissipare il calore dalla CPU con un dissipatore adeguato (liquido) è fondamentale.

Abbiamo detto che le frequenze di boost, per loro stessa natura, vengono raggiunte e mantenute solo per un determinato periodo di tempo e che il TDP è un riferimento parziale, questo perché gli algoritmi di Turbo Boost rispondono ai Power Limit. Nel caso dei Core con TDP di 125W, il Power Limit 1 equivale al TDP, mentre il Power Limit 2 è il valore a cui la CPU si può spingere per un tempo massimo definito al fine di arrivare alla frequenza massima indicata. Tale intervallo è definito dal Tau (Turbo Time Parameter).

Facciamo alcuni esempi concreti: stando a quanto raccomandato da Intel, il Core i9-10900K ha un TDP di 125W e un PL1 pari a 125W, mentre il valore PL2 è 250W, con un Tau di 56 secondi. In base ai parametri suggeriti da Intel, i 5,3 GHz del Core i9-10900K si possono quindi manifestare grazie a un incremento temporaneo del TDP di 250W (che deve quindi essere sostenuto dal VRM delle motherboard e dall'alimentatore) per un tempo di 56 secondi.

L'azienda ci ha comunicato anche i valori consigliati per il Core i7-10700K (PL1 = 125, PL2 = 229 e Tau = 56 secondi) e il Core i5-10600K (PL1 = 125, PL2 = 182 e Tau = 56 secondi). Badate bene, questi valori sono modificabili dai produttori di schede madre, quindi non prendeteli come assoluti, ma come riferimenti. I produttori di motherboard possono inoltre dare ai clienti l'opzione di personalizzare PL1, PL2 e Tau.

Un die più sottile e un heatspreader più spesso
L'aumento del numero di core e le frequenze operative molto alte pongono una sfida per il raffreddamento del processore. Con la scorsa generazione di CPU, Intel è passata per i processori "K" dalla pasta termica alla saldatura tra il die e l'heatspreader (IHS), una soluzione più efficace per il passaggio del calore dai core all'IHS. Con le nuove soluzioni, Intel ha lavorato "di fino" affinché fosse possibile aumentare le prestazioni contenendo le temperature.

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Nelle nuove CPU Comet Lake, Intel ha implementato un heatspreader più spesso e una saldatura maggiore, andando a ridurre l'altezza del die del processore. Questo cambiamento consente un migliore scambio termico, in quanto permette un maggiore trasferimento di calore verso l'IHS e quindi un raffreddamento più efficace della CPU.

Overclock, maggiore flessibilità
I nuovi processori sono accompagnati da alcune novità utili a chi fa overclock e non solo. Intel permette infatti di disabilitare o abilitare la tecnologia Hyper-Threading per singolo core, andando così a garantire maggiore flessibilità agli utenti. La tecnologia Hyper-Threading non è di beneficio in tutti i carichi di lavoro, perciò con questa novità Intel vuole offrire a tutti la massima libertà di "piegare" la piattaforma ai propri obiettivi. Un'altra novità che accompagna le nuove CPU e le schede madre dedicate è la possibilità di overcloccare PEG (PCI Express Graphic) e DMI (Direct Media Interface) per migliorare le prestazioni del sistema. L'azienda offre inoltre migliori opzioni di controllo della curva tensione / frequenza. Tutte queste funzionalità sono integrate nei BIOS delle motherboard e una parte è accessibile anche da versioni rinnovate delle utility Intel Extreme Tuning (XTU) e Performance Maximizer.

Motherboard LGA 1200 con chipset serie 400, differenze
I nuovi processori Core di Intel sono accompagnati da una nuova piattaforma basata su chipset della serie 400 (Z490, H470, B460 e H410) e un nuovo socket chiamato LGA 1200 (con cui i dissipatori esistenti destinati al socket LGA 1151 sono compatibili). Le nuove piattaforme garantiscono fino a 40 linee PCI Express (le CPU mettono a disposizione 16 linee PCIe 3.0), connettività Ethernet 2.5G (controller i225V Foxville) e Wi-Fi 6 tramite un chip dedicato AX201 (Gig+) integrato, sfruttabile tramite un convenzionale modulo CNVi. Come le serie precedenti, anche in questo caso l'unico chipset funzionale all'overclock è il modello Z.

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PCI Express 4.0 e supporto alle CPU future?
In tema di PCI Express, numerosi produttori di schede madre dichiarano che le loro Z490 sono pronte per il PCI Express 4.0, sia per quanto riguarda gli slot M.2 che quelli grafici. I processori Intel Core di decima generazione Comet Lake supportano tuttavia solo il PCI Express 3.0. Intel non ha rilasciato informazioni ufficiali sui suoi piani, ma in base a dichiarazioni di altre aziende (come Gigabyte) e voci di corridoio, ci aspettiamo che la prossima famiglia di processori (nome in codice Rocket Lake) supporterà il PCI Express 4.0 e sarà installabile nel socket LGA 1200 delle motheboard serie 400 (al momento non ci sono ulteriori informazioni).

Temperature, frequenze e potenza
Come spiegato in precedenza, i nuovi processori Core di decima generazione vantano, per le versioni top di gamma e per quelle con suffisso K adatte all'overclock, un TDP più elevato rispetto ai modelli di precedente generazione. Si passa infatti a 125W, valore che in questa analisi prendiamo quale riferimento per il Core i9-10900K con 10 core. Intel ci ha fornito le seguenti indicazioni dei parametri PL1, PL2 e TAU consigliate ai produttori di motherboard:

  • Intel Core i9-10900K: PL1 = 125, PL2 = 250 e Tau = 56 secondi;

  • Intel Core i7-10700K: PL1 = 125, PL2 = 229 e Tau = 56 secondi;

  • Intel Core i5-10600K: PL1 = 125, PL2 = 182 e Tau = 56 secondi.

Intel indica con la sigla PL1 (Power Limit 1) lo stato del processore che opera a pieno carico, mantenendosi entro il proprio valore di TDP. Nell'esempio del processore Core i9-10900K. questo valore è pari a 125 Watt. PL2 è invece quello stato per il quale il processore si spinge, all'inizio della elaborazione, oltre il valore di TDP indicato permettendo alla scheda madre di alimentare in modo supplementare la CPU così che possa operare stabilmente ad una frequenza di clock più elevata. Di quanto sia l'entità di questo scostamento dal TDP del processore dipende da quello che il produttore della scheda madre ha scelto di implementare a livello di BIOS: si tratta infatti di un parametro che è controllato da microcode e può essere modificato. Il Tau, Turbo Time Parameter, indica invece la durata massima dello stato di PL2 nel quale il processore opera oltre il valore di TDP.

La prima analisi che abbiamo svolto per valutare l'andamento termico della nuova CPU top di gamma Intel è stata quella di confrontare due sample di CPU Core i9-10900K sulla stessa scheda madre e con lo stesso sistema di raffreddamento, così da valutare eventuali significative differenze di comportamento a pieno carico. Lo stress test è consistito in 600 secondi di esecuzione in loop del benchmark Cinebench R20 con tutti i core e thread sfruttati contemporaneamente.



Le differenze tra i due sample sono complessivamente molto ridotte: entrambi mantengono in modo stabile la frequenza di clock della CPU a 4,8 GHz, con l'unica differenza del primo run del benchmark nel quale la frequenza rimane leggermente superiore per alcuni istanti. I valori di potenza e temperatura evidenziano invece degli scostamenti, con una chiara dinamica: all'aumentare della potenza dissipata dal processore sale la temperatura di funzionamento senza che questo permetta di ottenere un aumento della frequenza di clock. Tale dinamica è legata alle leggere differenze a livello di silicio insite in ciascuno dei sample di processore.

Nella seconda analisi abbiamo usato lo stesso sample di processore, intervenendo sul sistema di raffreddamento con tre differenti soluzioni:

  • Noctua NH-D15: massiccio dissipatore ad aria con doppia ventola, una delle migliori soluzioni per dissipare il calore di un processore di fascia alta ad aria;

  • Cooler Master Hyper H411R: dissipatore di calore tower di medie dimensioni, abbinato ad una singola ventola da 92mm di diametro e costruito attorno a 4 heatpipe in rame. È una tipica soluzione usata anche in processori di fascia medio alta, ma non uno tra i più massicci ed efficienti modelli in commercio;

  • Cooler Master MasterLiquid ML240P Mirage: sistema di raffreddamento a liquido di tipo integrato, con radiatore da 240 millimetri raffreddato da 2 ventole da 120mm di diametro.



Il primo grafico riporta per tutte e 3 le soluzioni una frequenza di clock che si mantiene stabile su 4,8 GHz durante l'esecuzione di tutti i benchmark in loop, a prescindere dal sistema di raffreddamento adottato. I due grafici seguenti evidenziano però come il kit a liquido e il dissipatore Noctua facciano registrare prestazioni molto vicine tra di loro in termini di temperatura e potenza della CPU; passando al più standard dissipatore CoolerMaster Hype H411R, la temperatura si incrementa notevolmente, avvicinandosi alla soglia dei 100° senza mai toccarla e senza che la CPU vada in thermal throttle in alcun modo. La differenza rispetto alle due altre soluzioni è di quasi 30° in più, con una potenza che aumenta di circa 10 Watt spostandosi dai 200 watt dei due kit di raffreddamento più potenti ai circa 210 watt erogati dalla CPU con il dissipatore più compatto.

In sintesi, questa analisi conferma come il processore Core i9-10900K richieda un sistema di raffreddamento correttamente dimensionato in quanto per essere sfruttato al massimo delle sue potenzialità eroga una potenza di almeno 200 Watt. Tutto questo ovviamente presuppone che la scheda madre usata sia stata configurata da BIOS per mantenere un valore di PL2 elevato per un periodo di tempo superiore alla TAU, quindi di fatto operando sempre oltre la specifica del TDP garantendo in questo modo una frequenza di clock elevata.

Consumi
Abbiamo rilevato i consumi dei differenti processori inseriti in questa analisi registrando quanto assorbito dall'alimentatore alla presa della corrente: il dato riportato comprende quindi il consumo dell'intero sistema, monitor escluso, e non quello unicamente riferito al processore (come i test precedenti). In idle notiamo come i consumi siano di fatto tutti identici a parità di piattaforma utilizzata: i sistemi di risparmio energetico portano infatti in automatico tutte le CPU ad operare ad un livello di consumo che è estremamente contenuto.

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Iniziamo la nostra analisi dai consumi, parlando anzitutto come si comportano i processori oggetto della prova in idle. Il Core i9-10900K richiede più energia in idle del predecessore Core i9-9900K e l'edizione limitata Core i9-9900KS. La piattaforma (che a causa del cambio di socket è necessariamente diversa) con questo processore tocca i 56 watt in idle, mentre la nona generazione si fermava a 33 e 36 watt. Un distacco di circa 20-25 watt.

Se osserviamo il Core i5-10600K e il Core i5-9600K, la differenza non è poi così diversa da quella analizzata pocanzi; più contenuta invece la disparità tra Core i5-10400 e Core i5-9400F, solo 12 watt. In ogni caso non è l'idle il vero elemento di interesse, in quanto dipendente da numerosi fattori.

Passando ai consumi sotto carico, si può facilmente capire perché a inizio recensione vi abbiamo detto che il TDP è un valore di cui tenere conto, ma fino a un certo punto. La piattaforma con processore Intel Core i9-10900K si spinge quasi a 300 watt con Cinebench R20 multi-thread, quasi 40W in più di quella con il 9900KS e 70W circa sul 9900K. Se osserviamo invece le CPU AMD top di gamma, come il 3900X e il 3950X rispettivamente con 12 e 16 core, vediamo che si assestano su consumi più contenuti.

Il Core i5-10400 e il Core i5-10600K si posizionano invece su valori più in linea con i predecessori e le controparti, al netto delle differenti piattaforme, delle maggiori frequenze di picco e l'Hyper-Threading. È di tutta evidenza come l'aggiunta di ulteriori 2 core e le frequenze spinte portino la piattaforma Core i9-10900K su livelli tipici delle workstation con molti più core.

Configurazione di prova
    - Sistema operativo: Windows 10 Pro italiano
    - SSD: Samsung 960 EVO 500GBs
    - Driver video NVIDIA GeForce 430.86 WHQL
    - Scheda video: NVIDIA GeForce RTX 2080 Founders Edition
    - Alimentatore: CoolerMaster Silent Pro Gold 800 Watt
    - Scheda madre socket AM4: Asus CrossHair VII Hero Wi-Fi
    - Scheda madre socket AM4: Asus Crosshair VIII Hero Wi-Fi
    - Scheda madre socket LGA 1151: Gigabyte Z370 Aorus Ultra Gaming Wi-Fi
    - Scheda madre socket LGA 1200: ASUS ROG Maximus XII Hero WiFi
    - Scheda madre socket LGA 2066: ASRock X299 Taichi
    - Scheda madre socket TR4: Asus Zenith Extreme
    - Memoria scheda madre socket LGA 2066: 4x8GB DDR4-2400 (15-15-15-36 2T)
    - Memoria scheda madre socket LGA 1151: 2x8GB DDR4-2667 (15-15-15-36 2T)
    - Memoria scheda madre socket LGA 1200: 2x8GB DDR4-2993 (15-15-15-36 2T)
    - Memoria scheda madre socket AM4 (Ryzen 3000): 2x8GB DDR4-3200 (16-15-15-36 1T)
    - Memoria scheda madre socket AM4 (Ryzen 2000): 2x8GB DDR4-2933 (15-15-15-36 2T)
    - Memoria scheda madre socket TR4: 4x8GB DDR4-2933 (15-15-15-36 2T)

BENCHMARK


Considerazioni finali
Concludiamo l'analisi con il tradizionale sguardo alle prestazioni, riparametrate su quelle di uno dei processori d'ingresso, in questo caso il modello Intel Core i5-8400. Proponiamo dati di sintesi raggruppati per la tipologia di applicazione, oltre ad un dato medio finale che permette di capire come si posizioni uno specifico processore rispetto agli altri tenendo conto di tutti gli ambiti applicativi.

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Le classifiche mostrano un chiaro salto avanti sul fronte delle prestazioni di calcolo per il nuovo Core i9-10900K rispetto al Core i9-9900K, in virtù dei due core fisici in più, mentre il divario è molto più contenuto, quasi nullo - ma comunque premiante per il nuovo arrivato - per quanto concerne le prestazioni di gioco, specie in Full HD. Il mix di test porta il Core i9-10900K a posizionarsi poco sopra il Ryzen 9 3900X di AMD; un risultato raggiunto però con un consumo e temperature più alte (è necessario quindi spendere di più per un ottimale raffreddamento del Core i9) rispetto al processore concorrente, che inoltre si fa valere per quanto concerne le prestazioni di calcolo e multimediali.

Passiamo ora ai nuovi Core i5, il 10600K e il 10400: ci troviamo di fronte a due ottime CPU per il gaming, capaci di migliorare le prestazioni dei rispettivi predecessori e comportarsi meglio delle soluzioni Ryzen 5 3000 con cui si scontrano sul mercato. Per quanto concerne le prestazioni di calcolo, produttività e con software multimediali, il Core i5-10600K è sostanzialmente nel sandwich del 3600 e del 3600X. Il Core i5-10400 è complessivamente poco sotto al Ryzen 5 3600 e al Ryzen 7 2700X. L'offerta Comet Lake di Intel si apprezza maggiormente con le serie Core i3, Core i5 e Core i7 che, guadagnando l'Hyper-Threading, si portano prestazionalmente alla pari dei Ryzen 3000 di AMD.

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Per un'analisi completa, bisogna però parlare di prezzi e non solo di microprocessori ma anche delle piattaforme. Chi ha una piattaforma AM4 compatibile con i Ryzen 3000 non ha necessità di guadare all'offerta Intel, e riteniamo che lo stesso valga per chi possiede i Core di nona generazione. Chi invece ha un PC più datato e vuole rifarsi tutta la build, cosa deve fare?

Il nuovo Core i9-10900K è la CPU gaming più veloce sulla piazza, e su questo non ci piove - anche se di poco e nel solo ambito del Full HD, dove il carico interessa maggiormente il processore. Se quindi giocare al massimo è il vostro obiettivo, la CPU Intel è la soluzione migliore che potete scegliere. La differenza con il Core i9-9900K è risicata, ma acquistando una piattaforma con chipset Z490 vi assicurerete - con tutta probabilità, anche se Intel non l'ha ancora confermato - di poter installare i modelli di prossima generazione. Se invece volete un PC più bilanciato, adatto a una più ampia varietà di carichi come calcolo e multimedia, il Ryzen 9 3900X ha qualcosa in più, grazie al maggior numero di core e thread, a cui si aggiungono i consumi inferiori sotto carico.

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Nella scelta tra Core i9-10900K e Ryzen 9 3900X giocheranno un ruolo decisivo i prezzi del nuovo chip Intel, con la soluzione Ryzen 9 3900X rintracciabile sotto i 500 euro (Amazon). Intel ha indicato un prezzo di un listino di 488 dollari su lotti di mille unità (esentasse), per il mercato italiano bisognerà attendere qualche giorno per capire l'effettività disponibilità e il prezzo. La differenza di prezzo tra i due processori, in ogni caso, non deve essere elevata affinché il Core i9-10900K diventi appetibile.

Per quanto riguarda i Core i5, abbiamo un'offerta decisamente competitiva con i Ryzen 5 3000 di AMD. Le prestazioni sono molto simili e non ci sono preoccupazioni per quanto concerne consumi e temperature. Intel propone il Core i5-10600K a 262 dollari (prezzo su lotti di 1000 unità), mentre il Core i5-10400 si posiziona sui 182 dollari. I Ryzen 5 3600 e il 3600X furono proposti al lancio a 199 e 249 dollari, ma se oggi guardiamo al mercato di casa nostra, sono rintracciabili a 190 euro (Amazon) e 230 euro circa (Amazon). I due nuovi Core i5, per rappresentare una buona concorrenza, dovrebbero posizionarsi all'incirca sui prezzi dei Ryzen 5, e questo vale soprattutto per le varianti F dei chip Intel, identiche ma con grafica integrata disattivata.

Per quanto concerne le piattaforme, se avete una CPU AMD "pre socket AM4" o una soluzione Intel datata, dovrete in ogni caso acquistare una nuova motherboard e tutto il resto. Le CPU Ryzen 3000 sono installabili anche sulle motherboard B450 e X470, piattaforme che - dopo un clamoroso dietrofront di AMD (QUI) - supporteranno anche i futuri Ryzen 4000 basati su architettura Zen 3 (seppur senza offrire il PCI Express 4.0). Se il PCIe 4.0 è invece importante per voi, dovrete puntare alle motherboard X570 o alle B550 in arrivo in queste settimane. AMD conserva, oltre alla possibilità di accedere al PCIe 4.0, un altro vantaggio in termini di piattaforma, come la possibilità di overcloccare le CPU Ryzen (tutte) anche sulle schede madre con chipset della serie "B", cosa non permessa dal B460 e dall'H470 di Intel.

Per concludere, la gamma Core di decima generazione di Intel fa un passo avanti per sistemare alcune carenze dell'offerta precedente rispetto all'offerta Ryzen 3000, soprattutto grazie all'abilitazione dell'Hyper-Threading sulle serie Core i3, Core i5 e Core i7. I due core in più sul Core i9 limitano un po' di gap nelle prestazioni di calcolo sul 3900X, ma al prezzo di consumi decisamente più elevati e temperature che richiedono un dissipatore correttamente dimensionato.



In attesa di vedere prezzi di mercato più chiari, possiamo però dire che questa generazione non sconvolge l'offerta di mercato e non rappresenta uno spauracchio per AMD. Forse non è un caso che si vociferi dell'arrivo di una nuova gamma di CPU Core (nome in codice Rocket Lake) entro fine anno per ribattere ai Ryzen 4000, previsti anch'essi al debutto nei prossimi mesi.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 20/5/2020, 20:30     +2Nightsky ARX15, il superlaptop di Eurocom con CPU Ryzen 9 fino al 3950X - TECH NEWS

Nightsky ARX15, il superlaptop di Eurocom con CPU Ryzen 9 fino al 3950X



Eurocom ha annunciato "Nightsky ARX15", un notebook (o come lo chiama l'azienda "superlaptop") che si basa su una piattaforma desktop B450 che può ospitare CPU fino al Ryzen 9 3950X con 16 core e 32 thread e GPU fino alla GeForce RTX 2070 8GB. Le altre opzioni sul fronte del processore sono rappresentate da: Ryzen 9 3900X (12C/24T), Ryzen 7 3800X (8C/16T), Ryzen 7 3700X (8C/16T) e Ryzen 5 3600X (6C/12T). Il notebook è dotato di uno schermo da 15,6 pollici IPS Full HD fino a 144 Hz, con copertura sRGB fino al 90%.

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Il Nightsky ARX15 è completamente configurabile, ed è impossibile installare memorie SODIMM DDR4-3200 fino a 64 GB, storage fino a 16 TB tramite tre unità di archiviazione (due SSD M.2 e un hard disk o SSD da 2,5 pollici). Il "superlaptop" è dotato di una porta Gigabit Ethernet e connettività Wi-Fi ac (si può installare un modulo Wi-Fi 6), ed è denso di porte: una USB 2.0 Type A, tre USB 3.2 Gen2 Type A, una USB 3.2 Gen2 Type C; una mini DP 1.4, una HDMI 2.0, in lettore di schede microSD e due jack da 3,5 mm per microfono e cuffie.

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Per offrire tutte queste porte e supportare l'hardware con un adeguato sistema di raffreddamento, il portatile ha chiaramente dimensioni ingombranti - 361 x 258 x 32,5 mm - e pesa 2,6 chilogrammi. Per quanto concerne la sicurezza, c'è un sensore d'impronte digitali, uno slot Kensington Lock, TMP 2.0 e la cifratura del disco. A bordo del Nigthsky ARX15 c'è una batteria a sei celle da 62 Wh, mentre per quanto riguarda l'alimentazione Eurocom offre una soluzione da 230 watt. Il portatile ha un prezzo a partire da 1599 euro (QUI) ed è acquistabile con Windows 10 o Ubuntu.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 18/5/2020, 11:03     +1Mining di criptovalute, Nvidia ha nascosto la reale portata del business? - TECH NEWS

Mining di criptovalute, Nvidia ha nascosto la reale portata del business?



Nel biennio 2017 - 2018 i produttori di schede video - AMD e Nvidia - furono investiti da una fortissima domanda di prodotti che risultavano particolarmente indicati per il mining di criptovalute. Fu così che le schede video, originariamente previste per il gaming, divennero l'oggetto del desiderio di molti "minatori" (miner), diventando merce rara, rarissima.

Si trattò di un momento di "vacche grasse" per le due aziende, le quali alla fine del boom della domanda, a causa di un cambio di algoritmi e il venir meno della convenienza per i miner, si trovarono per molti mesi a far fronte con problemi di inventario. Non è però l'unico strascico della vicenda, almeno per quanto riguarda Nvidia: l'azienda è stata denunciata da un gruppo di investitori con l'accusa di non aver rivelato la reale portata del business delle criptovalute nei propri fatturati.

Non è la prima volta che l'azienda si trova invischiata in una causa legale dai medesimi contorni, ma una denuncia (QUI o meglio la modifica di una precedente) depositata in un tribunale federale della California nei giorni scorsi potrebbe assumere risvolti poco piacevoli. Nvidia è accusata di non aver comunicato vendite per 1,1 miliardi di dollari legate al business del mining di criptovalute tra il maggio 2017 e il luglio 2018.

Non si tratta di una semplice ripicca da parte di un gruppo di investitori arrabbiati per il tonfo che le azioni ebbero alla fine del boom, ma di una presunta mancanza di trasparenza che avrebbe indotto gli investitori ad acquistare azioni sulla base di informazioni imprecise. Uno studio commissionato dagli investitori agli economisti di Prysm Group dimostrerebbe che Nvidia avrebbe incassato almeno 1,728 miliardi di dollari dalle vendite ai miner nel periodo indicato, ma ben 1,1 miliardi di tale somma furono inseriti nel bilancio delle vendite Gaming, e non come preannunciato da Nvidia sotto la dicitura "OEM", in cui finirono circa 600 milioni.

Nvidia avrebbe così fatto intendere di avere un florido business di schede video acquistate dai giocatori, e non una fortissima richiesta da parte dei miner, che sarebbe potuta scemare da un momento all'altro. Sulla base quindi di una domanda che sembrava solida, molti investitori acquistarono le azioni di Nvidia, che infatti lievitarono di prezzo passando da circa 100 dollari a 280 dollari nel giro di un anno e nove mesi.

La denuncia cita le testimonianze di cinque ex dipendenti di Nvidia, persone legate al business cinese e russo, paesi in cui fu più forte l'acquisto di GPU per il mining grazie ai bassi costi dell'energia. Secondo l'accusa, nel corso del 2017 il team vendite di Nvidia in Cina stimava che oltre il 60% delle vendite di schede GeForce nel paese fosse ricollegabile al mining. L'azienda avrebbe inoltre monitorato attentamente le vendite organizzando riunioni trimestrali, a cui era presente anche il CEO Huang, in cui si analizzavano i dati di vendita settimanali relativi al mining, si studiavano i dati di GeForce Experience per capire l'effettivo uso delle GPU e fu commissionato anche uno studio interno per un monitoraggio più accurato.

Insomma, gli investitori ritengono che il management di Nvidia fosse pienamente consapevole dell'entità delle vendite legate al mining rispetto a quelle gaming e avrebbe perciò ingannato il mercato, con migliaia di azionisti rimasti "fregati" dal successivo deprezzamento delle azioni.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 14/5/2020, 15:59     +1Nvidia A100, ci sono 54 miliardi di transistor nella GPU GA100 Ampere - TECH NEWS

Nvidia A100, ci sono 54 miliardi di transistor nella GPU GA100 Ampere



Nvidia ha presentato il nuovo acceleratore Nvidia A100, successore del Tesla V100 presentato tre anni fa. La nuova proposta punta a scuotere il mercato HPC (High Performance Computing) e dell'intelligenza artificiale con prestazioni fino a 20 volte maggiori rispetto al predecessore.

Per raggiungere questo traguardo, Nvidia ha messo a punto una nuova architettura chiamata Ampere e una GPU identificata dal nome GA100. Realizzata con processo produttivo a 7 nanometri, questa GPU occupa un'area di 826 mm2, conta 54,2 miliardi di transistor e nell'incarnazione a bordo di Nvidia A100 offre 6192 CUDA core FP32 all'interno di 108 SM, affiancati da 432 Tensor core e altrettante unità texture.

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Non ci troviamo di fronte al GA100 nella sua forma completa, in quanto la GPU conta nella sua massima espressione ben 128 SM per un totale di 8192 CUDA core, 512 Tensor core e altrettante texture unit. Per confronto, il predecessore GV100, realizzato a 12 nanometri e dotato di 21,1 miliardi di transistor, offre 5376 CUDA core FP32, 672 Tensor core e 336 unità texture in un'area di 815 mm2. In tale forma però non l'abbiamo mai visto, infatti la Tesla V100 offre al massimo 5120 CUDA core e 640 Tensor core per effetto di quattro SM disabilitati (80 attivi su 84).

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L'acceleratore Nvidia A100, dotato di connettività PCI Express 4.0, vede anche la presenza sullo stesso package della GPU di 40 GB di memoria HBM2 (5 stack), in grado di offrire un bandwidth di 1,6 TB/s su bus a 5120 bit (10 controller a 512 bit). Anche in questo caso però un GA100 al massimo livello offre qualcosina in più, ossia 6 stack HBM2 con 12 controller a 512 bit per un totale di 48 GB di memoria e un bus a 6144 bit.

La nuova proposta della casa di Santa Clara è inoltre dotata di collegamento NVLink 3.0 con 12 linee bidirezionali a 25 GB/s per un totale di 600 GB/s (300*2) nella comunicazione "GPU to GPU". Con la Tesla V100 il collegamento NVLink arrivava a 300 GB/s. La scheda ha un TDP di 400 watt.

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Con "prestazioni 20 volte superiori" Nvidia si riferisce all'allenamento di intelligenze artificiali (operazioni a singola precisione, FP32) e inferenza (operazioni INT8). Si parla invece di prestazioni 2,5 volte maggiori di Tesla V100 con calcoli a doppia precisione (FP64). Un ruolo decisivo nel raggiungere queste prestazioni lo hanno i Tensor core, giunti alla terza generazione e migliorati ulteriormente grazie al supporto del nuovo formato TF32 (TensorFloat-32) che permette l'accelerazione di operazioni in virgola mobile a singola precisione. I nuovi Tensor core supportano inoltre, per la prima volta, anche i calcoli a doppia precisione. Come se non bastasse, le unità si avvalgono di nuova tecnica chiamata "structural sparsity" che raddoppia la velocità di esecuzione dei calcoli legati all'IA - supporta i formati TF32, FP16, BFLOAT16, INT8 e INT4.

Un'altra novità dell'architettura Ampere è la possibilità di partizionare la GPU (soluzione che Nvidia definisce Multi-instance GPU o MIG) per permetterle di eseguire in parallelo sette istanze diverse, ognuna con le proprie risorse.

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L'acceleratore Nvidia A100 è già in produzione e arriverà sotto diverse forme: la prima è il sistema per il deep learning DGX A100 venduto a 200 mila dollari. Al suo interno ci sono otto GPU GA100 per una potenza di calcolo di 5 petaflops (IA) o 10 petaflops (INT8). Tra l'altro è interessante segnalare l'abbandono della piattaforma Intel Xeon in favore di due AMD EPYC 7742 (Rome) con 64 core ciascuno. La piattaforma conta tra ben 15 TB di SSD PCI Express 4.0 e sei NVSwitch (bandwidth di 4,8 TB/s bidirezionali). Tra i primi acquirenti troviamo l'Argonne National Laboratory del Dipartimento dell'Energia statunitense.

C'è poi HGX A100, che non è altro che il blocco fondante di DGX destinato ai produttori di server, e l'inedito EGX A100, che combina una Nvidia A100 con Mellanox SmartNIC per l'ambito dell'edge computing. Nvidia ha anche annunciato DGX SuperPOD, un cluster formato da 140 sistemi DGX A100 che raggiunge una potenza di calcolo di 700 petaflops; sarà usato internamente in aree di ricerca come la genomica e la guida autonoma.

Per finire, l'azienda ha dichiarato che Atos, Dell Technologies, Fujitsu, Gigabyte, H3C, Hewlett Packard Enterprise, Inspur, Lenovo, Quanta e Supermicro commercializzeranno server con il nuovo acceleratore e diversi fornitori di servizi cloud - tra cui Alibaba Cloud, Amazon Web Services, Baidu Cloud, Google Cloud e Tencent Cloud - sono pronti a offrire istanze basate su Nvidia A100.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 14/5/2020, 14:01     +2Alienware Area 51 R2 Laptop: il portatile che sostituisce il tuo desktop - TECH NEWS

Alienware Area 51 R2 Laptop: il portatile che sostituisce il tuo desktop



La Alienware Corporation ci ha da sempre abituati a PC molto potenti e prestanti, sia in ambito desktop che mobile, anche questa volta il produttore statunitense sullo stesso filone filosofico rinnova la propria gamma mobile e lo fa dotando i suoi nuovi portatili di un comparto hardware senza compromessi: CPU Core i9-10900K e GPU RTX 2080 SUPER e RX 5700M.

Il titolo di questo articolo non vuole essere provocatorio, la potenza di questi laptop potrebbe realmente sostituire il vostro desktop in mobilità. Area 51 R2 difatti si pone l’obiettivo di offrire tutta la capacità di calcolo possibile sia per la sfera del gaming che della produttività, anche fuori casa. Come avrete capito monta delle soluzioni desktop: come il Core i9-10900K, una tendenza che il produttore Alienware ha deciso di seguire per realizzare delle macchie uniche.

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Il modello in questione è dotato ovviamente del nuovo Socket LGA 1200 per supportare CPU Intel di decima generazione, grazie anche ad una motherboard Z490. Disponibile in 4 differenti configurazioni interne, abbiamo un modello dotato di Core i7 10700 (8 Core, 16MB Cache, da 2,9GHz a 4,8GHz), Core i7 10700K (8 Core, 16MB Cache, da 3,8GHz a 5,1GHz), Core i9 10900 (10 Core, 20MB Cache, da 2,8GHz a 5,2GHz) e infine la configurazione top per chi vuole il massimo dal proprio laptop, ovvero il modello dotato di Core i9 10900K (10 Core, 20MB Cache, da 3,7GHz a 5,3GHz).

Diverse le configurazioni anche per quanto riguarda il comparto grafico, anche qui troviamo soluzioni di tutto rispetto. Potrete scegliere tra GeForce GTX 1660 Ti 6GB GDDR6, AMD Radeon RX 5700M 8GB GDDR6, GeForce RTX 2060 6GB GDDR6, GeForce RTX 2070 SUPER 8GB GDDR6 ed infine, per la configurazione più potente, una GeForce RTX 2080 SUPER 8GB GDDR6.

Come detto in apertura, essendo una piattaforma basata sul recente chipset Z490 Alienware ha inserito la miglior configurazione I/O oggi disponibile, oltre a supportare fino a 64 GB di memoria DDR4-2933 o 32 GB di memoria DDR4-3200MHz. La soluzione di punta per il comparto grafico è affidata a Nvidia con la RTX 2080 SUPER, ma è bene ricordare che questo Alienware Area-51M R2 è il primo Laptop presentato in via ufficiale su cui è possibile equipaggiare la scheda video mobile top di gamma di AMD.

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Ci riferiamo ovviamente alla Radeon RX 5700M della famiglia Navi, composta da 2304 stream processor che lavorano ad una frequenza di 1720MHz assieme a 8GB di memoria GDDR6 a 12Gbps, assicurando un bus memoria di 256-bit e 384 GB/s di bandwidth.

Molta attenzione è stata ovviamente rivolta al sistema di raffreddamento, essendo queste delle macchine molto potenti dotati di configurazioni VRM fino a 8 fasi per la CPU e 12 per la GPU. Alienware ha quindi inserito in questo nuovo laptop delle ventole da 70mm con 53 pale. Ad aiutare il lavoro delle ventole abbiamo 5 heatpipe in rame, che insieme alle vapor chamber completano il sistema chiamato da Alienware Cryo-Tech cooling technology.

Non finiscono qui le possibilità di configurazione per il nuovo Area 51 R2: per l’archiviazione è possibile scegliere un SSD M.2 NVMe da 256GB, 512GB e 2TB, configurabili anche in RAID 0 e RAID 0 Plus, dove un’unità SSD è dedicata al boot ed è abbinata a un SSD o HDD per l’archiviazione dati. Per chi necessita invece di configurazioni doppie per uno storage extra, potrete abbinare agli SSD da 256GB e 512GB anche un hard disk da 1TB a 7200 RPM.

Per quanto riguarda il display, Alienware ha inserito uno schermo da 17,3 pollici, disponibile in due diverse configurazioni: Full HD 144Hz e 4K 60Hz. Entrambe le varianti vantano il supporto alla tecnologia Tobii Eyetracking.

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Chiudiamo parlando di batteria e dotazione porte. Nel primo caso abbiamo una batteria da 90Wh, alimentata da un’unità in grado di erogare da 240W fino a ben 330W. Sul fronte del pannello I/O abbiamo invece 3 porte USB 3.2 Gen1, una porta Killer LAN 2.5G, una porta USB 3.2 Gen2 Type-C con Thunderbolt 3, un lettore SD, una porta mini DisplayPort 1.4, una porta HDMI 2.0b, un jack da 3,5mm e una porta Alienware Amplifier port, che consente di collegare schede video esterne inserite nel box Alienware Amplifier. Non manca infine il supporto a Wi-Fi 6 e Bluetooth 5.0.

Tutto questo hardware di alto livello dovrà ovviamente essere ospitato all’interno di uno chassis molto importante, tanto che Alienware è dovuta scendere a compromessi con quello che è il peso finale, in questo modello pari a ben 4,1 kg nella dotazione base, per uno spessore di 44 mm.

L’Area-51M R2 arriverà il 9 giugno a un prezzo di partenza di 3049 dollari; al momento non abbiamo informazioni riguardo un possibile arrivo in Italia.

Fonte: tomshw

view post Posted: 13/5/2020, 21:13     +2MSI GS66 Stealth: GPU NVIDIA RTX 2070 SUPER e schermo da 300Hz - TECH NEWS

MSI GS66 Stealth: GPU NVIDIA RTX 2070 SUPER e schermo da 300Hz



Nel corso del mese di aprile 2020 due importanti annunci hanno caratterizzato il settore dei notebook destinati agli impegni più gravosi quanto a potenza di calcolo. Intel ha introdotto i processori Core di decima generazione della serie H, proposte costruite con tecnologia produttiva a 14 nanometri disponibili in versioni sino a un massimo di 8 core nelle declinazioni Core i9. NVIDIA ha invece aggiornato la propria gamma di schede video per sistemi notebook presentando i modelli GeForce RTX della gamma SUPER.

Entrambe queste novità sono a tutti gli effetti di tipo evolutivo, non di certo rivoluzionario: di fatto nulla cambia in termini di architettura in queste nuove CPU e GPU, con incrementi nelle prestazioni velocistiche che sono marginali nel caso dei processori Intel e più evidenti per le GPU NVIDIA. Tutto questo ha però permesso ai produttori di notebook di presentare nuove soluzioni, rinnovando la propria gamma e offrendo ai consumatori nuove alternative per l'acquisto di un notebook potente.

La pandemia globale ha avuto varie ripercussioni sulla capacità produttiva di vari produttori di sistemi notebook presenti in Asia. Per questo motivo sono ancora pochi i nuovi PC portatili basati su queste CPU e GPU ad essere disponibili in commercio, con una situazione che dovrebbe migliorare nel corso dei mesi estivi ritornando progressivamente alla normalità.

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MSI ha adottato queste novità hardware di Intel e NVIDIA per aggiornare la propria gamma di soluzioni della famiglia GS: il modello GS66 Stealth che analizziamo in questo articolo implementa nuove CPU e GPU, abbinate ad uno schermo che spicca per le caratteristiche qualitative offrendo un refresh verticale di ben 300Hz. Vediamone tutte le caratteristiche riassunte nella scheda tecnica:

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Non si può certo dire che questo sia un notebook sottodimensionato, forte di un processore Core i7-10750H con architettura a 6 core e di una scheda video NVIDIA GeForce RTX 2070 SUPER Max-Q. La scelta di un processore della famiglia Core i9 e di un modello di GPU non con tecnologia Max-Q avrebbe permesso di ottenere un ulteriore balzo in avanti delle prestazioni, ma molto difficilmente questo avrebbe permesso di contenere lo spessore complessivo entro i 2cm quale massimo. 32Gbytes di memoria DDR4-2667 e un SSD da 2TB di capacità completano una configurazione hardware di tutto rispetto, in grado di assicurare elevate prestazioni con i giochi oltre che con i più impegnativi programmi di produttività personale.

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Poco cambia, quantomeno all'esterno, rispetto alla gamma GS già a listino. Lo chassis in alluminio, con una finitura nero opaco, è decisamente elegante e a prima impressione non si ha la percezione di avere a disposizione un notebook indirizzato specificamente ai videogiocatori. Apprezziamo questa scelta di design in quanto i modelli precedenti, soprattutto non quelli più recenti, vantavano una connotazione cromatica molto più spinta che poteva attrarre un pubblico di giocatori ma di certo allontanava coloro che ricercano una sobrietà estetica nel proprio notebook.

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Non mancano porte di espansione per tutte le tipologie di periferiche: due USB Type-C, una delle quali compatibile Thunderbolt 3, tre USB Type-A, connettore HDMI per display esterno e ethernet per la scheda di rete. Manca un lettore di schede memoria SD, accessorio che in passato era molto più facile trovare ma che è stato sacrificato all'altare della riduzione degli spazi interni dei notebook e dell'offrire la più grande batteria possibile.

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Tastiera e touchpad ricalcano quanto MSI ci ha abituato a trovare sui propri prodotti: buon feedback nella digitazione per la tastiera, dotata di retroilluminazione e sviluppata in collaborazione con Steelseries, mentre l'ampio touchpad sviluppato maggiormente nel senso della larghezza è forse un po' troppo cedevole nella parte inferiore in corrispondenza dei due tasti funzione. Completano questa parte i due speaker, con sottosistema audio sviluppato da Dynaudio: il volume sonoro è buono, considerando le loro dimensioni, mentre la qualità audio è complessivamente limitata.

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Un volta rimossa la cover inferiore possiamo osservare la costruzione interna di questo notebook, improntata allo sfruttare tutto lo spazio a disposizione in modo ottimale. In basso troviamo la capente batteria da 99,9Wh mentre nella parte superiore, quella in corrispondenza della tastiera e della cerniera dello schermo, sono posizionati processore, GPU e memoria video con l'elaborato sistema di raffreddamento a tripla ventola e numerose heatpipe a contatto diretto con i componenti da raffreddare. I due slot memoria sono facilmente accessibili, ricoperti da due placche di colore nero che aiutano nella dispersione del calore; stessa cosa vale per l'SSD, accanto al quale si trova un secondo slot per unità M.2 compatibile solo con interfaccia PCI Express con il quale espandere ulteriormente lo storage onboard.

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Il processore Intel Core i7-10750H adottato in MSI GS66 Stealth mette a disposizione 6 core e può gestire sino a 12 threads; ha frequenza di base clock di 2,6GHz e si spinge quale frequenza di clock massima sino a 5GHz nel momento in cui le migliori condizioni di funzionamento sono soddisfatte per quanto riguarda alimentazione e temperatura. Nel confronto con il processore Core i7-9750H di precedente generazione cambia poco: la frequenza di base clock è la stessa mentre quella boost clock è incrementata di 500MHz per quanto questo valore possa essere raggiunto solo in casi molto specifici.

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La gamma dei processori Intel Core di decima generazione della serie H comprende soluzioni Core i5, Core i7 e Core i9; le differenze tra i modelli attuali e quelli di precedente generazione sono un po' per tutte le versioni di CPU molto ridotte, in quanto la tecnologia produttiva non è cambiata (sempre a 14 nanometri) e solo l'affinamento ulteriore nel processo ha permesso di guadagnare qualche risicato margine di incremento delle frequenze in modalità Turbo.

Utilizzando un solo core al 100% delle potenzialità la CPU Core i7-10750H ha mantenuto una frequenza di clock compresa tra 4,5GHz e 4,6GHz in modo stabile; sfruttando tutti i core in parallelo il valore finale è ovviamente calato, mantenendosi per poco più di 1 secondo a quota 4,1GHz per poi stabilizzarsi prontamente a 3,3GHz. Questo risultato finale, superiore ai 2,6GHz che rappresentano la frequenza di base clock di questo processore, è molto valido e assicura un elevato livello prestazionale per questo notebook.

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Il sistema di raffreddamento interviene in modo deciso, mantenendo la temperatura della CPU attorno alla soglia di 80° in modo stabile mentre il processore è impegnato nel rendering con tutti i core in parallelo. Il picco iniziale è dovuto all'intervento della tecnologia Turbo Boost, che incrementa la frequenza di clock della CPU e quindi anche la sua temperatura sfruttando il margine termico iniziale e operando con un TDP che è superiore ai 45 Watt di default.

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L'intervento efficace del sistema di raffreddamento di MSI GS66 Stealth ha però quale cotroindicazione quello di farsi sentire: se si ricercano le massime prestazioni velocistiche le ventole ruotano in modo vigoroso: abbiamo rilevato un valore di 52,5dB a 25cm di distanza dalla tastiera. Selezionando però la modalità di funzionamento silent, attraverso l'utility MSI Dragon Center, il rumore generato si riduce considerevolmente: le prestazioni sono ovviamente impattate, con una frequenza di clock che si stabilizza a pieno carico a 2,7GHz, ma con un ambiente di lavoro decisamente più silenzioso.

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Il calore da dissipare è molto ma la struttura a 3 ventole riesce bene nel compito anche con GPU e GPU sfruttate in parallelo a pieno carico. Dagli scatti con fotocamera termica possiamo notare come il calore sia diffuso in modo uniforme lungo la struttura del notebook, senza che vengano raggiunti valori di temperatura troppo elevati e soprattutto in assenza di hotspot specifici.

Le prestazioni complessive di cui è capace questo processore sono molto valide: fanno di fatto meglio solo i modelli con CPU che integrano un maggior numero di core e molto validi sono anche i risultati ottenuti dall'SSD da ben 2TB di capacità con velocità di lettura e scrittura sequenziali che toccano rispettivamente 3,2GB/s e 2,2GB/s. In estrema sintesi, MSI GS66 Stealth è un notebook più che adatto per tutte le applicazioni che richiedono una notevole potenza di elaborazione, garantendo sempre una risposta pronta ai comandi e rapidi tempi di elaborazione anche con compiti molto complessi.

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La seconda novità tecnologica implementata in questo notebook è il sottosistema video, basato su GPU NVIDIA GeForce RTX 2070 SUPER Max-Q. NVIDIA ha espanso la gamma di schede GeForce RTX per sistemi notebook includendo anche proposte della serie SUPER, con le schede GeForce RTX 2080 SUPER e GeForce RTX 2070 SUPER. La famiglia di GPU GeForce RTX per sistemi notebook comprende quindi modelli standard, a basso consumo della serie Max-Q e modelli SUPER per RTX 2070 e RTX 2080 sia standard che Max-Q.

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In questa prima tabella sono raccolte le specifiche delle schede GeForce RTX 2060 e GeForce RTX 2070; a seguire invece troviamo i dati tecnici delle soluzioni GeForce RTX 2080 per sistemi notebook.

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Tra le versioni standard e quelle Max-Q è possibile evidenziare alcune chiare differenze in termini di consumo complessivo, espresso in termini di TDP, oltre che di frequenza di clock della GPU e della memoria video. I dati di clock della GPU sono quelli indicati da NVIDIA come riferimento; quello che tipicamente accade durante l'uso è il funzionamento del chip video a frequenze più elevate, potendo sfruttare al meglio la gestione dinamica del clock in funzione dell'efficacia del sistema di raffreddamento e del carico di lavoro istantaneo.

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Anche per quanto riguarda la GPU il sistema di raffreddamento utilizzato da MSI per il notebook GS66 Stealth si comporta in modo molto efficace, garantendo una temperatura di poco superiore ai 70° con una frequenza di clock effettiva che varia durante l'esecuzione dei test ma che si mantiene ben oltre la soglia di 1155MHz del boost clock indicato da NVIDIA per questa GPU. Abbiamo infatti rilevato una frequenza di clock media di poco superiore a 1.500 MHz con il benchmark integrato nel gioco Hitman 2.

BENCHMARK


Il portatile MSI GS66 Stealth utilizza un display da 15,6 pollici con risoluzione nativa FullHD di 1920x1080 pixel, che restituisce pertanto una definizione di 121 pixel per pollice. Il pannello è di tipo IPS con finitura opaca, inserito all'interno di una cornice abbastanza sottile che ospita a sua volta la piccola webcam nella parte superiore. Il portatile dispone inoltre dell'utility MSI TrueColor che permette di selezionare, oltre al profilo cromatico sRGB di base (e che abbiamo indagato nelle misure successive) altri 4 profili a seconda dell'attività svolta: Office, Movie, Anti-Blue Light (ideale per la navigazione web e la lettura durante le ore serali) e Gamer.

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L'analisi del bilanciamento delle componenti RGB lungo tutta la progressione della scala di grigi, misura con cui siamo soliti avviare la nostra analisi, offre un riscontro piuttosto chiaro: a fronte di un corretto livello di verde, vediamo una leggera carenza di blu e rosso, con uno scostamento dal riferimento nell'ordine del 5% circa, che di fatto risulta pressoché non percepibile ad occhio nudo. Ci aspettiamo pertanto che questo aspetto non vada ad influenzare, se non in misura del tutto marginale, il comportamento complessivo del display.

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L'analisi della progressione tonale rivela una curva di gamma ben aderente al riferimento, che descrive pertanto una sequenza corretta dei vari livelli scala di grigi. Il pannello si spinge fino ad una luminanza massima di circa 340 candele per metro quadro, che assieme al nero di 0,247 nit ci restituisce un valido rapporto di contrasto nativo (intra-frame) di 1370:1.

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Passando all'analisi cromatica osserviamo un gamut che copre e, anzi, eccede leggermente il riferimento sRGB/rec BT.709. Il triangolo di gamut non solo risulta di buona estensione rispetto al riferimento ma mostra anche un corretto posizionamento dei colori primari e complementari, oltre che del punto di bianco che solo in maniera lievemente impercettibile si sposta verso il verde, come in realtà già riscontrato nell'analisi RGB effettuata in precedenza. Indaghiamo meglio di seguito la fedeltà cromatica, che attendiamo essere di buon livello.

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Come di consueto la misura del parametro DeltaE, che descrive la distanza di un campione cromatico dal suo riferimento, rappresenta una sorta di grande sintesi del comportamento di un pannello. In questo caso troviamo confermate le buone impressioni sorte già in precedenza durante l'analisi, con un DeltaE che si mantiene ben al di sotto della soglia di 3 (sopra la quale l'occhio allenato può già cogliere differenze tra colori anche molto simili). Siamo quindi dinnanzi ad un pannello dall'ottima fedeltà cromatica, formalmente non eccellente ma che comunque è assolutamente adeguato per affrontare anche lavori di fotoritocco, produzione video, elaborazione grafica anche di stampo professionale.

300hz



Il punto di forza di questa soluzione, oltre alla qualità complessiva che abbiamo evidenziato nelle nostre misure strumentali, è quella di supportare una frequenza di refresh di 300Hz quale picco massimo. Il trend nel settore degli schermi per videogiocatori è da alcuni anno a questa parte quello di fornire soluzioni che siano in grado di assicurare una frequenza di refresh sempre più alta: dallo standard dei 60Hz si è passati a 144Hz, in seguito a 240Hz e più recentemente ai 300Hz di questo notebook e di alcuni altri modelli concorrenti disponibili in commercio. E' ipotizzabile che nel corso dei prossimi mesi queste frequenze di refresh verticale trovino spazio anche in modelli destinati a sistemi desktop con diagonali più elevate.

Si può pensare che 300Hz siano così tanti che l'occhio umano non sia in gradi di percepirli nel confronto con pannelli a frequenza di refresh elevata ma non così tanto. In realtà vi sono alcune condizioni d'uso, come in presenza di scritte di piccole dimensioni che scorrono orizzontalmente lungo lo schermo ad alta velocità, nelle quali uno schermo con frequenza di refresh molto elevata può rappresentare la differenza. Per la maggior parte dei videogiocatori un pannello con refresh verticale di 144Hz fa la differenza rispetto ad uno classico da 60Hz, ma salire ulteriormente di refresh può conferire ancora maggiore fluidità alla riproduzione delle scene soprattutto con alcuni scenari d'uso specifici.

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MSI GS66 Stealth è un notebook completo che offre una dotazione hardware di assoluto livello tanto per il videogiocatore più esigente come per il professionista che ricerca uno strumento di lavoro facilmente trasportabile. Le dimensioni complessive sono compatte e il peso di 2,1Kg ne permette il trasporto pressoché ovunque, forte di un'autonomia che non è a livello di un ultrabook ma che è di ottimo livello pensando alla media dei notebook gaming con CPU e GPU di questa potenza di calcolo.

Il sistema di raffreddamento adottato da MSI è molto efficiente, capace di mantenere le temperature dei componenti ampiamente sotto controllo. Nell'impostazione più spinta tra quelle selezionabili dall'utility MSI Dragon Center il rumore di funzionamento tende a farsi sentire in modo ben evidente quando i componenti sono spinti a pieno carico; selezionando una modalità più conservativa il rumore a pieno carico si fa molto più contenuto, con un ovvio impatto sulle prestazioni che rimangono in ogni caso elevate.

Il livello prestazionale messo a disposizione è sempre ai massimi livelli; si potrebbe ottenere qualcosa di più solo passando ad un processore Core i9 a 8 core e ad una scheda video NVIDIA GeForce RTX 2080 SUPER Max-Q ma questo implicherebbe un esborso economico ancora più consistente con presumibilmente un guadagno medio contenuto. Nella configurazione qui testata questo notebook è venduto a 2.999€ IVA inclusa, cifra indubbiamente importante ma bilanciata alle qualità offerte.



Difficile trovare nei notebook gaming schermi che siano all'altezza del costo d'acquisto, ma questo non è il caso: il pannello da 15,6 pollici di GS66 Stealth ha un ottimo bilanciamento qualitativo e spicca per il supportare una frequenza di refresh verticale di ben 300Hz. L'abbinamento tra la scheda GeForce RTX 2070 SUPER Max-Q a questo schermo, con una risoluzione di 1920x1080 pixel, lascia ampio spazio non solo a prestazioni elevatissime con tutti i giochi alle massime impostazioni qualitative, ma anche margine per poter sfruttare il supporto al Ray Tracing senza dover incappare in penalizzazioni prestazionali che riducano eccessivamente i frames al secondo medi e quindi peggiorino la giocabilità complessiva.

Da ultimo, una nota sul design. La scelta di MSI di rinunciare ai tipici fronzoli estetici dei notebook gaming è da lodare, con una finitura nero opaca decisamente elegante e al contempo sobria. Questa scelta trasforma GS66 Stealth in una macchina adatta al videogiocatore appassionato che non vuole compromessi come al professionista o al creator che ricerca uno strumento di lavoro potente ma che riesca ad essere ancora facilmente trasportabile.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 11/5/2020, 17:00     +1Porte Thunderbolt vulnerabili, sicurezza aggirabile in pochi minuti? - TECH NEWS

Porte Thunderbolt vulnerabili, sicurezza aggirabile in pochi minuti?



Il ricercatore di sicurezza Björn Ruytenberg della Eindhoven University of Technology ha identificato "Thunderspy", una serie di vulnerabilità che riguardano la tecnologia Thunderbolt (tutte le versioni) e quindi i dispositivi dotati di una porta dedicata, dai MacBook di Apple ai notebook Windows, dal 2011 al 2020. Secondo il ricercatore, Thunderspy non lascia tracce e aggira tutte le soluzioni di sicurezza della tecnologia Thunderbolt, permettendo così di spiare un sistema, in molti casi "senza che la vittima se ne accorga".

Affinché il tutto avvenga è necessario che un malintenzionato "abbia un breve accesso fisico al sistema", dopodiché può leggere e copiare tutti i dati, "anche se il disco è stato cifrato e il vostro computer era bloccato o in sospensione". Il metodo si basa su circa 400 dollari di equipaggiamento, ma richiede anche un dispositivo per programmare la memoria SPI e una periferica da circa 200 dollari per l'attacco DMA che aggiri la schermata di blocco. Secondo il ricercatore l'intera soluzione potrebbe essere inglobata in un singolo dispositivo per circa 10.000 dollari. "Un'agenzia formata da tre lettere (come la CIA, l'FBI, ecc.) non avrebbe problemi a miniaturizzare il tutto", ha affermato.

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"Thunderspy funziona anche se seguite le migliori pratiche di sicurezza bloccando o sospendendo il vostro computer quando lo lasciate brevemente e se l'amministratore di sistema ha impostato il dispositivo con Secure Boot, password del BIOS e del sistema operativo forti e abilitato la crittografia completa del disco. Tutto ciò di cui il malintenzionato ha bisogno sono solo 5 minuti con il computer, un cacciavite e dell'hardware facilmente trasportabile". Il ricercatore ha identificato sette vulnerabilità e messo a punto nove scenari di exploit che definisce "realistici"; ha persino creato un tool libero e open source, Spycheck, per determinare se si è in possesso di un sistema vulnerabile.

"Abbiamo dimostrato la capacità di creare identità arbitrarie di dispositivi Thunderbolt, clonare dispositivi Thunderbolt autorizzati dall'utente e infine ottenere la connettività PCIe per eseguire attacchi DMA. Inoltre […] abbiamo dimostrato la possibilità di disabilitare in modo permanente la sicurezza di Thunderbolt e bloccare tutti i futuri aggiornamenti del firmware", si legge in un sito web dedicato a Thunderspy (QUI).

"Alcuni sistemi dal 2019 offrono la cosiddetta Kernel DMA Protection, e sono parzialmente vulnerabili", aggiunge il ricercatore. "Le falle non possono essere risolte via software e interessano anche i futuri standard USB 4 e Thunderbolt 4, e richiedono una riprogettazione dei chip".

Intel, che ha sviluppato la tecnologia, sembra però di diverso avviso e non molto preoccupata. "La vulnerabilità di base non è nuova, ed è stata affrontata nelle versioni del sistema operativo lo scorso anno; i ricercatori hanno dimostrato nuovi potenziali vettori di attacco fisico usando una periferica personalizzata su sistemi in cui queste mitigazioni non erano abilitate", si legge in un post (QUI).



"Nel 2019 i principali sistemi operativi hanno implementato la protezione Kernel Direct Memory Access (DMA) che mitigare attacchi come questi. Questi includono Windows (Windows 10 1803 RS4 e successivo), Linux (kernel 5.x e successivo) e macOS (macOS 10.12.4 e successivo). I ricercatori non hanno dimostrato attacchi DMA efficaci su sistemi con queste mitigazioni attive", sottolinea Intel, aggiungendo comunque che è sempre consigliabile usare periferiche sicure e non lasciare accesso fisico a persone non autorizzate. Intel promette comunque che continuerà a migliorare la sicurezza di Thunderbolt.

Secondo quanto spiegato dal ricercatore su Wired, la protezione Kernel DMA non sarebbe però universalmente implementata e i dispositivi Thunderbolt realizzati prima del 2019 sarebbero incompatibili con tale soluzione. Il ricercatore ha aggiunto di non aver rintracciato sistemi Dell con Kernel DMA Protection attiva, inclusi quelli del 2019 e successivi, mentre solo alcuni modelli HP e Lenovo recenti l'avrebbero implementata adeguatamente. Vi sarebbero quindi milioni di PC esposti.

Insomma, se da una parte il problema esiste, con tanto di dimostrazione in video, al tempo stesso sembrerebbero esserci già le mitigazioni (così almeno dice Intel), senza dimenticare che l'attacco richiede l'accesso fisico al PC e dell'hardware ad hoc per essere portato a termine. Insomma, non è un attacco attuabile da chiunque e non si può ritenere un caso comune. Forse il vero problema sono gli OEM e la loro proattività nell'implementare le misure di sicurezza, ma viste le posizioni discordanti è presto per puntare il dito.

Per quanto riguarda il mondo Apple invece, i computer sarebbero totalmente vulnerabili quando eseguono Bootcamp, mentre lo sarebbero parzialmente con macOS in funzione. Da ricordare in conclusione che recentemente Microsoft ha motivato l'assenza di porte Thunderbolt sui dispositivi Surface proprio chiamando in causa "ragioni di sicurezza". Evidentemente a Redmond, malgrado le misure integrate in Windows, sembrano vederla più come il ricercatore che come Intel.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 10/5/2020, 08:01     +1Ryzen 7 4700G con 8 core e 16 thread in arrivo. APU desktop anche di fascia alta? - TECH NEWS

Ryzen 7 4700G con 8 core e 16 thread in arrivo. APU desktop anche di fascia alta?



Da due generazioni a questa parte, insieme alle CPU desktop senza grafica integrata AMD presenta anche delle APU. La differenza fondamentale tra le due offerte, oltre alla GPU, è rappresentata dall'architettura dei core x86, più avanzata sulle CPU senza grafica integrata. Nel caso dei Ryzen 4000 desktop che vedremo nell'ultima parte dell'anno, le CPU senza componente grafica (nome in codice Vermeer) si baseranno su architettura Zen 3, mentre le APU su Zen 2 (Renoir).

Il progetto delle APU desktop affonda le proprie radici in ciò che AMD propone nel comparto dei notebook, dove l'azienda ha annunciato nelle scorse settimane la gamma di soluzioni Ryzen 4000 delle serie U e H, con processori fino a 8 core / 16 thread e GPU Vega capaci di ottime prestazioni, malgrado il TDP più contenuto tipico dell'ambito mobile.

Fino a oggi AMD ha presentato solo due APU desktop per generazione (Ryzen 3 2200G/3200G - Ryzen 5 2400G/3400G), posizionandole nella fascia bassa. Pensavamo che la storia potesse ripetersi, ma a quanto pare l'azienda è pronta a rilanciare, introducendo anche in ambito desktop APU fino a 8 core e 16 thread, cosa che spingerebbe i chip con grafica integrata fuori dalla fascia bassa (almeno prestazionalmente parlando). D'altronde Intel propone CPU fino a 10 core con grafica integrata, quindi non è illogico ritenere che AMD possa fare avanzare qualcosa di simile.

Ad avvalorare il balzo in avanti delle APU con la prossima generazione di Ryzen desktop troviamo lo screenshot di un test svolto con Ashes of the Singularity su un processore identificato come Ryzen 7 4700G. A rintracciarlo il solito leaker rogame. Non ci sono informazioni dettagliate sulla APU in questione, ma si vocifera abbia 8 CU Vega come il Ryzen 9 4900HS. Bisogna comunque tenere presente che a differenza del segmento notebook, dove il TDP massimo delle APU è di 45W, in ambito desktop abbiamo visto modelli con TDP di 65W, quindi potremmo vedere frequenze di punta più alte. Si attendono inoltre varianti con TDP di 35W.

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Insomma, la gamma delle APU Ryzen 4000 potrebbe essere più nutrita che in passato, e un modello con 8 core e 16 thread potrebbe rappresentare sulla carta una soluzione molto interessante per chi vuole realizzarsi un HTPC compatto, senza dimenticare comunque che all'APU sarà comunque affiancabile una GPU dedicata. Rimane da capire il posizionamento di prezzo, ma sicuramente ne sapremo di più con l'avvicinarsi del debutto della nuova famiglia di AMD.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 7/5/2020, 14:50     +1AMD svela i processori Ryzen 4000 PRO per notebook business di fascia alta - TECH NEWS

AMD svela i processori Ryzen 4000 PRO per notebook business di fascia alta



Dopo aver presentato l'offerta di APU Ryzen 4000 destinata i portatili consumer e alle piccole e medie imprese, AMD ha annunciato le soluzioni Ryzen 4000 PRO dedicate al mondo dei notebook business di fascia alta. Queste nuove proposte affiancheranno infatti i già noti Ryzen 4000 serie U, andando a coprire le necessità di aziende più grandi o strutturate, che desiderano un parco macchine in grado di offrire ulteriori funzionalità di sicurezza.

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Le fondamenta di questa offerta sono le stesse della serie U, ossia l'architettura Zen 2 a 7 nanometri e la grafica integrata Vega. Rispetto alla precedente gamma Ryzen 3000 PRO abbiamo perciò un aumento del numero dei core, con il passaggio da un massimo di 4 core / 8 thread a 8 core / 16 thread. Il tutto conservando un TDP di 15 watt.

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Secondo AMD, il passo avanti in termini prestazionali dal miglior esponente della scorsa generazione Ryzen 7 PRO 3700U al nuovo top di gamma Ryzen 7 PRO 4750U è sensibile: le prestazioni single-thread salgono del 30% circa, mentre quelle multi-core di circa il 130%. La potenza grafica aumenta all'incirca del 13%. Con la suite Office (Word, PowerPoint ed Excel), AMD indica miglioramenti prestazionali tra il 20% e 77% a seconda del tipo e carico di lavoro.

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Per quanto concerne invece il raffronto con la concorrenza Intel, AMD dichiara che il Ryzen 7 PRO 4750U (8 core / 16 thread) è mediamente dal 10% al 30% più veloce del Core i7-10710U (6 core / 12 thread) in diversi carichi tipici. L'offerta di Intel in ambito mobile si ferma al momento alle CPU Comet Lake-U con un massimo di 6 core.

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Il Ryzen 5 PRO 4650U (6 core / 12 thread) si prospetta ancora più veloce, in base ad alcuni test fatti da AMD confrontandolo con il Core i5-10210U (4 core / 8 thread), mentre il gap con il Core i7-10510U è simile a quello che intercorre tra il 4750U e il 10710U. I Ryzen 4000 PRO, secondo AMD, consentono ai produttori di notebook di confezionare portatili (dotati di Ryzen 7 PRO 4750U) con un'autonomia superiore a 20 ore, quindi sono in grado di garantire una giornata lavorativa piena.

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In arrivo sul mercato vi sono alcuni nuovi portatili business, tanto con CPU Ryzen 4000 serie U quanto con i nuovissimi modelli PRO. Nel primo caso HP è pronta a offrire i ProBook x360 435 G7 e ProBook 445/455 G7. Sul fronte PRO troviamo quattro nuovi prodotti firmati Lenovo chiamati ThinkPad T14 Gen1, ThinkPad T14s Gen1, ThinkPad X13 Gen1 e ThinkPad L14/15 Gen1.

Tratto distintivo delle nuove APU Ryzen 4000 PRO è un set di tecnologie di sicurezza fondamentali: AMD PRO Security, AMD PRO Manageability e AMD PRO Business Ready, che sono il corrispettivo delle tecnologie Intel vPro (Intel vPro Security, Intel Active Management Technology e Intel Stable Image Platform Program).

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AMD PRO Security offre dei layer (strati) aggiuntivi di sicurezza per aiutare a proteggere i vostri dati sensibili, ovvero soluzioni come AMD Memory Guard (cifratura dell'intera memoria) e compatibilità con le funzionalità Secured Core PC di Windows 10, pensante per proteggere l'avvio del PC, il kernel Windows e altro ancora. A tutto questo si aggiunge la piena compatibilità con ulteriori misure di sicurezza offerte dai singoli partner, come ad esempio HP Sure Start o Lenovo ThinkShield.

AMD PRO Manageability garantisce un processo di installazione semplificata e una gestione compatibile con le infrastrutture correnti. AMD PRO Business Ready è invece garanzia di 18 mesi di stabilità software (immagini) e 24 mesi di disponibilità dei processori in caso di problemi o volontà da parte delle aziende di acquistare notebook basati sulla stessa piattaforma.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 7/5/2020, 12:02     +2MSI svela Codex R e MEG Trident X di decima generazione, PC gaming ad alte prestazioni - TECH NEWS

MSI svela Codex R e MEG Trident X di decima generazione, PC gaming ad alte prestazioni



MSI, noto produttore taiwanese, ha lanciato due nuovi PC gaming: Codex R 10th e MEG Trident X 10th. Queste soluzioni sono equipaggiate con componenti Intel e Nvidia, i rispettivi case vantano un design accattivante che ricorda quello di una console.

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Partiamo dal MEG Trident X 10th, il prodotto più potente, disponibile in tre varianti: MEG Trident X 10SF-862US, MEG Trident X 10SF-863US e
MEG Trident X 10SD-864US. La prima è dotata di una CPU Intel Core i9-10900K, mentre le restanti due di un processore Intel Core i7-10700K(F). Queste ultime sono pressoché identiche: scheda madre Z490, 32GB di RAM U-DIMM, un SSD da 1TB, scheda audio con 7.1 canali, una dotazione di porte USB completa, una porta Ethernet da 1Gbps e il supporto a connessioni Wi-Fi 6. A differenziarle è solo la GPU: un modello è equipaggiato con una RTX 2080 Ti e l’altro con una RTX 2070 SUPER.

Il modello più potente (MEG Trident X 10SF-862US) è equipaggiato con una RTX 2080 Ti, 64GB di RAM U-DIMM, un SSD da 1TB e un HDD da 1TB, mentre le restanti specifiche coincidono con quelle delle varianti meno potenti.

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Codex R 10th è disponibile in due versioni: Codex R 10SC-002US e Codex R 10SI-003US. Anche questi modelli sono molto simili tra loro. Il primo offre una CPU Intel Core i7-10700F abbinata a 16GB di RAM U-DIMM e una GPU RTX 2060, mentre il secondo include un processore Intel Core i5-10400F abbinato a 8GB di RAM U-DIMM, e una GPU GTX 1660 Super.

Entrambi i modelli includono una scheda madre B460 microATX, un SSD da 512GB, scheda audio con 7.1 canali, una dotazione di porte USB completa, una porta Ethernet da 1Gbps e il supporto a connessioni Wi-Fi 6. Prezzo e disponibilità non sono ancora stati annunciati. La garanzia è di due anni.

Fonte: tomshw

view post Posted: 4/5/2020, 17:43     +1Asus ZenBook Flip 14 con CPU Ryzen 5 3500U arriva in Italia a partire da 749€ - TECH NEWS

Asus ZenBook Flip 14 con CPU Ryzen 5 3500U arriva in Italia a partire da 749€



Mentre molti attendono l'arrivo dei prodotti basati sulle APU Ryzen 4000, Asus ha annunciato la disponibilità in Italia dello ZenBook Flip 14 (UM462), un convertibile da 14 pollici basato sulla piattaforma Ryzen 3000 della serie U. Si potrà acquistare a breve a partire da 749€. Il prodotto, come altre soluzioni Flip, è caratterizzato dal design della cerniera ErgoLift che consente di usarlo in modalità laptop, tablet, in stand o in posizione tenda - o qualsiasi altro grado di apertura.

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Il meccanismo della cerniera, costruito interamente in metallo, è stato testato su 20.000 cicli di apertura/chiusura per garantire affidabilità e solidità a lungo termine. Per mantenere un comfort elevato durante la digitazione, la cerniera ErgoLift solleva e inclina contemporaneamente la tastiera quando il portatile viene aperto oltre i 135°.

ZenBook Flip 14 è privo di tastierino numerico fisico per contenere le dimensioni, ma come altre soluzioni di Asus si fregia del NumberPad, ossia di un touchpad interattivo rivestito in vetro con supporto multi-gesture. ZenBook Flip 14 è dotato anche di una webcam IR con obiettivo a 4 elementi per un rapido accesso biometrico e videochiamate con la famiglia e i colleghi.

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Per quanto riguarda le specifiche tecniche, lo schermo touch retroilluminato a LED da 14 pollici Full HD è circondato da cornici ridotte di 3,5 mm per un rapporto schermo/corpo al 90%. A bordo troviamo, oltre a un SoC Ryzen 5 3500U con GPU Vega 8, 8 o 16 GB di memoria DDR4-2400, un SSD PCIe 3.0 x2 da 256 o 512 GB e connettività WiFi 5 (802.11ac) dual-band, a cui si aggiunge il Bluetooth 4.2.

Sul fronte delle porte abbiamo una USB 3.1 Gen 1 Type C, una USB 3.1 Gen 1 Type A, una USB 2.0 Type A, una HDMI, uno slot microSD e un jack audio combo. L'audio surround è certificato Harman Kardon e la batteria da 42 Wh a 3 celle ai polimeri di litio offre fino a 9 ore di autonomia. L'Asus ZenBook Flip 14 ha dimensioni di 322 x 210 x 18,9 mm e pesa 1,6 chilogrammi.

Fonte: hwupgrade

view post Posted: 30/4/2020, 22:04     +1Intel Core di decima generazione ufficiali: il Core i9-10900K guida l'offerta Comet Lake - TECH NEWS

Intel Core di decima generazione ufficiali: il Core i9-10900K guida l'offerta Comet Lake



Intel ha svelato ufficialmente i microprocessori desktop Core di decima generazione, nome in codice "Comet Lake". Compatibili con le nuove schede madre dotate di socket LGA 1200 e chipset della serie 400 (Z490, H470, B460, ecc.), i nuovi modelli offrono frequenze operative molto elevate, oltre i 5 GHz, e si spingono fino a 10 core, offrendo l'Hyper-Threading su tutti i modelli per competere al meglio con i Ryzen 3000 di AMD.

La soluzione di punta della nuova famiglia di CPU è il Core i9-10900K, quello che Intel definisce senza mezzi termini "il processore gaming più veloce al mondo". In questo e altri modelli di Core i9, Intel è riuscita a inserire due core più rispetto alla precedente generazione, raggiungendo la doppia cifra, ovvero 10 core. Due core in più aiutano nei carichi multi-thread, in particolare con alcuni programmi di creazione e video editing, mentre per quanto riguarda i giochi e altre applicazioni Intel ha fatto "all in" sulle frequenze operative, spingendo la CPU fino a 5,3 GHz.

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Intel ha analizzato il mercato, riscontrando che "i giochi e la maggior parte delle applicazioni continuano a dipendere dai core ad alta frequenza". È per questo motivo che Intel ha spremuto ulteriormente il processo produttivo a 14 nanometri, in modo da raggiungere frequenze ancora più alte e abbassare le latenze, al fine di offrire una piattaforma sempre reattiva anche al videogiocatore competitivo.

Raggiungere i 5,3 GHz o in generale mantenere frequenze elevate intorno o sopra i 5 GHz ha richiesto a Intel di sfoderare tutte le armi a propria disposizione, con ben tre algoritmi di Turbo Boost (a seconda del modello) che intervengono per aumentare la frequenza del chip a seconda del carico, del numero dei core usati, della temperatura e altri elementi, come può esserlo un sistema VRM più o meno "carrozzato" di una motherboard o il consumo dello stesso processore. Questi algoritmi operano in modo indipendente, non è necessario alcun intervento da parte dell'utente per farli funzionare.

Come funziona il Turbo Boost sui Core di decima generazione
Anzitutto abbiamo il classico Turbo Boost 2.0, che accompagna da anni le CPU Intel, e che spinge il processore fino a determinate frequenze di picco sul singolo core. Nel caso del Core i9-10900K questo valore è 5,1 GHz, mentre il boost su tutti i core raggiunge i 4,8 GHz. Negli anni Intel ha però lavorato ad algoritmi ancora più evoluti chiamati Turbo Boost Max Technology 3.0 (in breve Turbo Boost Max 3.0) e Thermal Velocity Boost. Si tratta di algoritmi che operano con l'obiettivo di incrementare le prestazioni single thread. Non tutti i processori della gamma supportano queste tecnologie, solo determinati modelli di fascia alta.

Turbo Boost Max 3.0 permette al sistema operativo di usare informazioni contenute nella CPU per identificare quali core sono più veloci (fino a 2 core) e indirizzare proprio a quelle unità i carichi di lavoro, in modo da completarli più rapidamente grazie a un improvviso aumento della frequenza. Intel assicura che questa operazione, che avviene nelle retrovie e automaticamente, non aumenta la tensione operativa dei core interessati. Affinché il tutto funzioni al meglio, assicuratevi di avere l'ultima versione di Windows 10, al cui interno sono presenti ottimizzazioni per usare questa tecnologia. Nel caso del Core i9-10900K vediamo che il Turbo Boost Max 3.0 spinge la frequenza fino a 5,2 GHz, 100 MHz in più del Turbo Boost 2.0.

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Gli ulteriori 100 MHz che consentono di arrivare a 5,3 GHz sono garantiti dal Thermal Velocity Boost: questo algoritmo, applicato anche alla recente gamma di CPU Comet Lake-H per i notebook gaming, dipende molto dalla temperatura a cui funziona il processore, che deve essere sotto i 70 °C affinché il processore possa esprimere la sua frequenza di picco (su un massimo di 2 core). Thermal Velocity Boost dipende quindi dal sistema di raffreddamento: dissipare il calore dalla CPU con un dissipatore adeguato (liquido) è fondamentale.

Le frequenze di boost, per loro stessa natura, vengono raggiunte e mantenute solo per un determinato periodo di tempo, in base ai parametri già citati. Non si tratta di frequenze fisse e stabili per tutta la durata di un carico, a meno che questo non sia estremamente leggero. In questo quadro un elemento fondamentale è il parametro del TDP e alcuni valori meno noti che sono chiamati PL1 (Power Limit 1), PL2 (Power Limit 2) e Tau.

Il TDP dei processori Intel viene infatti rilevato sotto carico e alla frequenza di base. L'incremento di clock garantito dagli algoritmi di Turbo Boost sottostà invece ai cosiddetti Power Limit. Nel caso dei Core di decima generazione, il Power Limit 1 equivale al TDP, mentre il Power Limit 2 è il valore a cui la CPU si può spingere per un tempo massimo definito al fine di arrivare alla frequenza massima indicata. Tale intervallo è definito dal Tau (Turbo Time Parameter).

Facciamo alcuni esempi concreti per capirci meglio. Stando a quanto raccomandato da Intel, il Core i9-10900K ha un TDP di 125W: il PL1 è quindi sempre pari a 125W, mentre il valore PL2 è 250W, con un Tau di 56 secondi. In base ai parametri suggeriti da Intel, i 5,3 GHz del Core i9-10900K si possono quindi manifestare grazie a un incremento temporaneo del TDP di 250W (che deve quindi essere sostenuto dal VRM delle motherboard e dall'alimentatore) per un tempo di 56 secondi.

L'azienda ci ha comunicato anche i valori consigliati per il Core i7-10700K (PL1 = 125, PL2 = 229 e Tau = 56 secondi) e il Core i5-10600K (PL1 = 125, PL2 = 182 e Tau = 56 secondi). Badate bene, questi valori sono modificabili dai produttori di schede madre: Intel ci ha spiegato che i partner possono decidere se mantenere le sue raccomandazioni oppure impostare valori differenti. I produttori di motherboard possono inoltre dare ai clienti l'opzione di personalizzare PL1, PL2 e Tau. I valori indicati da Intel rappresentano comunque un riferimento e servono per spiegare che il valore del TDP indicato (125W) sarà abbondantemente superato dagli algoritmi di boost.
Tanti core e frequenze elevate. E le temperature? La soluzione di Intel

L'aumento del numero di core e le frequenze operative molto alte pongono una sfida per il raffreddamento del processore. Con la scorsa generazione di CPU, Intel è passata per i processori "K" dalla pasta termica alla saldatura tra il die e l'heatspreader (IHS), una soluzione più efficace per il passaggio del calore dai core all'IHS. Con le nuove soluzioni, Intel ha lavorato di fino affinché fosse possibile aumentare le prestazioni contenendo le temperature.

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Nelle nuove CPU Comet Lake, Intel ha implementato un heatspreader più spesso e una saldatura maggiore, andando a ridurre l'altezza del die del processore. Questo cambiamento consente di avere prestazioni termiche migliori, in quanto permette un maggiore trasferimento di calore verso l'IHS e quindi un raffreddamento più efficace della CPU.

Overclock, maggiore flessibilità
I nuovi processori sono accompagnati da alcune novità utili a chi fa overclock e non solo. Intel permette infatti di disabilitare o abilitare la tecnologia Hyper-Threading per singolo core, andando così a garantire maggiore flessibilità agli utenti. Come noto, la tecnologia Hyper-Threading non è di beneficio in tutti i carichi di lavoro e Intel con questa novità vuole offrire a tutti la massima libertà di personalizzare la piattaforma per i propri scopi.

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Un'altra novità che accompagna le nuove CPU e le schede madre dedicate è la possibilità di overcloccare PEG (PCI Express Graphic) e DMI (Direct Media Interface) per migliorare le prestazioni del sistema. L'azienda offre inoltre migliori opzioni di controllo della curva tensione / frequenza. Tutte queste funzionalità saranno integrate nei BIOS delle motherboard e una parte sarà accessibile anche da versioni rinnovate delle utility Intel Extreme Tuning (XTU) e Performance Maximizer.

Le prestazioni (secondo Intel)
Anche se delle prestazioni potremo parlare in modo completo solo in sede di recensione delle CPU, Intel ha condiviso alcuni numeri registrati internamente. L'azienda ha svolto i confronti solamente tra il Core i9-10900K e i suoi predecessori, il Core i9-9900K e il Core i7-7700K.

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Come potete vedere nella slide, il nuovo Core i9-10900K offre, secondo Intel, prestazioni maggiori al 9900K e al 7700K rispettivamente fino al 33% e all'81% in Mount&Blade II Bannerlord. Gli FPS in PUBG salgono fino al 10% rispetto al top di gamma di precedente generazione e fino al 63% se confrontato con il 7700K. Intel rimarca la possibilità di poter giocare, fare streaming e registrare, garantendo prestazioni doppie rispetto a 3 anni fa. Infine, l'azienda ritiene che il Core i9-10900K migliori le prestazioni di editing video in 4K fino al 18% rispetto al 9900K, in virtù dei due core in più, con un +35% rispetto al 7700K, processore introdotto nel gennaio 2017.

I test svolti da Intel sono stati eseguiti su piattaforme con RTX 2080 Ti e 32 GB (4 x 8 GB) di memoria DDR4, anche se la memoria operava a frequenze diverse: 2400 MHz per il 7700K, 2666 MHz per il 9900K e 2933 MHz per il 10900K.

Specifiche, prezzi e disponibilità
I nuovi processori Core di Intel sono accompagnati da una nuova piattaforma basata su chipset della serie 400 e un nuovo socket chiamato LGA 1200 (con cui i dissipatori esistenti sono compatibili). Le nuove piattaforme garantiscono fino a 40 linee PCI Express (le CPU mettono a disposizione 16 linee PCIe 3.0), connettività Ethernet 2.5G (controller I225V Foxville) e Wi-Fi 6 tramite un chip dedicato AX201 (Gig+) integrato, sfruttabile tramite un convenzionale modulo CNVi.

In tema di PCI Express, numerosi produttori di schede madre dichiarano che le loro Z490 sono pronte per il PCI Express 4.0, sia per quanto riguarda gli slot M.2 che quelli grafici. I processori Intel Core di decima generazione Comet Lake supportano il PCIe 3.0. Intel non ha rilasciato informazioni ufficiali sui suoi piani, ma è lecito pensare che in futuro arriverà una nuova famiglia di CPU (indiscrezioni parlano di Rocket Lake) con supporto al PCIe 4.0 e installabile sulle Z490.

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Per quanto riguarda la gamma, Intel ha abilitato l'Hyper-Threading su tutti i modelli Core e questo fa sì che l'offerta comprenda modelli Core i9 con 10 core e 20 thread, Core i7 con 8 core e 16 thread, Core i5 con 6 core e 12 thread e Core i3 con 4 core e 8 thread. I modelli K hanno il moltiplicatore sbloccato, così come i KF, a cui però è stata disabilitata anche la GPU integrata. Nella gamma troviamo anche i modelli T con TDP di 35 watt. Intel porta sul mercato anche nuovi Pentium Gold (2 core / 4 thread) e Celeron (2 core / 2 thread).

Da rilevare il controller dual-channel DDR4-2933 su tutte i Core i9 e Core i7, mentre il resto dell'offerta offre un controller, sempre dual-channel, DDR4-2666. Di seguito potete vedere la lista dei modelli con tutte le specifiche tecniche comunicate, prezzi inclusi - che sono da ritenersi esentasse - con un breve commento. La disponibilità delle nuove CPU Intel è prevista nel corso del mese di maggio.

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Qui sopra vedete le specifiche dei processori Core i9 e Core i7. Intel ha creato quattro modelli per serie, due da 65W e altrettanti da 125W. C'è un modello base, un modello F con moltiplicatore bloccato ma senza GPU attiva, un modello KF con moltiplicatore sbloccato ma senza GPU attiva e infine il Core i9-10900K e il Core i7-10700K con GPU abilitata e moltiplicatore sbloccato.

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Diversa la situazione per le famiglie Core i5 e Core i3, dove abbiamo un K e un KF solo nella gamma Core i5 con i modelli 10600K e 10600KF. Intel propone anche il Core i5-10400F con GPU disattivata.

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Intel non ha rinnovato solo la gamma Core, ma anche i Pentim Gold e i Celeron. I Pentium Gold rispondono ai nomi G6600, G6500 e G6400, mentre i Celeron sono due, il G5920 e il G5900.

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Infine, Intel ha presentato diversi modelli di tutte le serie appartenenti alla famiglia T, contraddistinta da un TDP di 35W (grazie a frequenze operative più contenute) e indicata ad ambienti con particolari vincoli, come quelli industriali dove ci sono vincoli di consumo e temperatura.

Fonte: hwupgrade

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