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view post Posted: 29/1/2014, 09:56     +3Angry Birds, Google Maps e app: così ci spia l’intelligence - BAR ZONE

Nuovi documenti sul Datagate mostrano come servizi americani e inglesi facciano man bassa di dati dagli smartphone. Così come dalle visualizzazioni su YouTube e dai like su Facebook. E sbucano pure i Puffi…

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Distruggere con un lancio kamikaze delle costruzioni che nascondono i nemici (dei maiali cattivi, per giunta) mostra evidentemente una propensione ad attività terroristiche. Così devono aver pensato gli analisti dell’intelligence che hanno deciso di mettere Angry Birds – e moltissime altre app per smartphone – nel mirino del loro monitoraggio a tappeto. Scherzi a parte, l’ultima rivelazione del Datagate – proveniente dai documenti di Snowden, e diffusa da tre testate in contemporanea, New York Times, Guardian e ProPublica – mostra come la National Security Agency americana e la controparte britannica GCHQ si siano focalizzate sulla raccolta di informazioni provenienti dalle applicazioni per cellulare – giochi, mappe, social network.

Google Maps, Angry Birds e le app
Anche questa volta le slide pubblicate ci rivelano delle perle provenienti direttamente dalle penne più argute dell’intelligence: il programma di sorveglianza congiunto, recita un documento del GCHQ del 2008, “significa che chiunque usi Google Maps su uno smartphone sta lavorando in supporto del sistema GCHQ”. Un altro rapporto, del 2012, spiega come estrarre informazioni sull’utente dalla sua app, e come case study utilizza proprio Angry Birds (anche se la slide in questione non è stata ancora mostrata pubblicamente), il popolarissimo gioco, amato da grandi e piccini, scaricato 1,7 miliardi di volte in tutto il mondo. Che, a questo punto, è come dire 1,7 miliardi di sonde diffuse sui telefonini globali da parte dei servizi angloamericani.
Ma come avviene la raccolta dati e di cosa stiamo parlando? Il punto è che le app trasmettono le informazioni che raccolgono sugli utenti in Rete. I dati possono essere i più vari a seconda del tipo di applicazione: modello del telefonino, età, genere, geolocalizzazione, preferenze sessuali, religiose, politiche, reti amicali, ma anche dettagli molto più specifici – molto dipende dalla tipologia di software e dalle impostazioni date dagli sviluppatori.
Per capirci: una slide fa un esempio d’oro (vedi il documento), uno “scenario perfetto,” lo chiama, ovvero: “Un target che carica una foto su un social media, presa con un telefonino. Che cosa possiamo ottenere?”. La risposta è: una possibile immagine, email, tipo di telefonino, lista dei contatti, la localizzazione e un insieme di altre info. É vero che molti social network, come Facebook e Twitter, eliminano i metadati identificativi delle immagini (dati EXIF) prima della pubblicazione, nota James Ball sul Guardian. Tuttavia in alcuni casi queste info possono essere ancora temporaneamente a disposizione mentre viaggiano attraverso i network.
Già, perché la raccolta avviene soprattutto a livello di cavi in fibra ottica, una attività già emersa in passato col programma Tempora della GCHQ e in cui i britannici si riconfermano ancora una volta inquietanti leader.

Cookies traditori
Secondo i documenti appena rivelati, comunque, il cuneo che apre la falla più grossa nei nostri telefonini arriva dalle piattaforme pubblicitarie mobili, perché raccolgono informazioni molto personalizzate, come Millenial Media. Quest’ultima lavora assieme a Angry Brids, Farmville, Call of Duty. Sapevamo già che la Nsa sfruttava i cookies, i file di tracciamento usati soprattutto dall’advertising online, e generati attraverso la semplice navigazione internet via browser, per ottenere informazioni sui suoi target. Ma i dati ricavati via telefonino sono in genere più ricchi, proprio perché combinano la geolocalizzazione in tempo reale, e informazioni precise sul dispositivo e il suo possessore. Un documento del 2012 della GCHQ mostrerebbe come la stessa agenzia sia sommersa dai metadati raccolti via cookie. Anche se, notano alcuni, le informazioni prese dalle app vanno ben oltre un semplice metadato (dato che descrive altri dati, e che è la foglia di fico delle agenzie di intelligence: “non intercettiamo veramente le conversazioni, si tratta solo di metadati”, è la difesa d’ufficio – in realtà anche i metadati, se presi in massa e analizzati, finiscono col diventare “contenuti”).
Mikko Hipponen, specialista di cybersicurezza a F-Secure, mostra in un tweet degli esempi di dati personali raccolti via app dai network pubblicitari: orientamento sessuale, stato coniugale, educazione, religione, reddito, etnia, età:

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I Puffi e l’hacking mirato dei telefonini
Al di là della pesca di massa nel mare ricco delle app, le agenzie di intelligence portano avanti, in parallelo, anche operazioni di hacking mirato sui telefonini, di cui si era già parlato in precedenza, col catalogo degli attrezzi della Nsa. Ora emergono però ulteriori dettagli, tra cui una imperdibile slide della GCHQ che identifica alcuni suoi strumenti di attacco coi nomi dei Puffi (The Smurfs in inglese). E dunque avremo: Nosey Smurf, che è uno strumento per attivare il microfono di uno smartphone infettato e ascoltare la conversazione; il Tracker Smurf, per geolocalizzare con precisione un device; Dreamy Smurf, che consente di accendere un telefonino anche se rimane apparentemente spento; e infine Paranoid Smurf, che si riferisce alla capacità di nascondersi e di dissimularsi di questi spyware.

Sappiamo cosa guardi su YouTube (e cosa clicchi)

Al di là del folclore spionistico, ancora una volta è la raccolta sistematica e globale di dati sensibili che lascia interdetti. Effettuata accedendo direttamente ai flussi di informazioni che scorrono nella Rete. Le rivelazioni su Angry Birds e le app si aggiungono a quelle di ieri della NBC News (e di Glenn Greenwald), secondo le quali le spie britanniche hanno anche implementato un sistema di monitoraggio (nome in codice, Squeaky Dolphin, vedi le slide: nota di colore, compare pure una foto di Schettino) in tempo reale delle attività degli utenti di YouTube, Facebook e Blogspot/Blogger. I video guardati, le pagine di Facebook su cui si mette Mi Piace, le visite ai blog: tutti questi dati sono presi e messi da parte e visualizzati per operazioni di data mining.
Come possono essere utilizzate tali info? Ce lo spiega ancora una volta una presentazione fatta dall’intelligence inglese ai colleghi americani, che mostra come estrarre, in tempo reale, tendenze e indicazioni sulle proteste antigovernative del Bahrein del 2012, attraverso i social media. Ma dalla massa di dati, se necessario, è comunque possibile risalire a dettagli più specifici e ad personam.
Insomma, il Datagate sembra davvero un pozzo senza fondo, in cui stanno precipitando giorno dopo giorno molte delle illusioni degli utenti e degli attivisti digitali. E che rischia di inghiottire però anche una parte dell’economia digitale.




fonte: wired.it
view post Posted: 29/1/2014, 09:22     +1[FILM] Belle & Sebastien - Movie Zone
Belle & Sebastien

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TRAMA
Sulle Alpi Francesi, durante la seconda guerra mondiale, il piccolo orfano Sebastien trova l'amicizia di Belle, una grande femmina di cane dei Pirenei che abita nei boschi attorno al paese e che dovrà difendere da chi la ritiene un feroce e pericoloso predatore. Belle e Sebastian riusciranno infine a dimostrare tutto il loro valore portando in salvo al di là delle montagne una famiglia di fuggitivi ebrei inseguiti dai militari tedeschi.

Un film di Nicolas Vanier. Con Félix Bossuet, Tchéky Karyo, Margaux Châtelier, Dimitri Storoge, Medhi El Glaoui.
Avventura, durata 98 min - Francia 2013 - Notorious - uscita giovedì 30 gennaio 2014.


TRAILER


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view post Posted: 28/1/2014, 09:26     +2“Web Junkie” mostra i campi cinesi di cura dalla Dipendenza da internet - BAR ZONE

Un documentario racconta la cura cinese all’attaccamento compulsivo allo schermo del PC

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Ci sono voluti 4 mesi di immersione nella realtà del “Centro di trattamento per la dipendenza da Internet”, eretto nel 2004 a Daxing nella provincia di Pechino, perchè le documentariste Shosh Shlam e Hilla Medalia potessero raccogliere materiale a sufficienza per il loro documentario Web Junkie (di cui il video qui sopra costituisce un estratto). Quattro mesi in cui hanno compreso bene come il governo cinese promuova e curi la dipendenza da Internet con il consenso dei genitori dei pazienti (solitamente sono loro a portarli con l’inganno) e sventolando una stima del 70% di guarigioni. E quello di Daxing, come noto, è solo uno dei 400 centri che esistono in Cina, unica nazione al mondo ad aver dichiarato l’esistenza di una “crisi nazionale” da dipendenza da Internet.

Se anche paesi come Corea del Sud o gli Stati Uniti hanno costruito centri per la cura della dipendenza (il primo è in Pennsylvania), pensati per accogliere pazienti di diverse età caratterizzati dall’attaccamento compulsivo a giochi online per almeno 80 ore la settimana, è la Cina ad aver istituzionalizzato la pratica, contaminandola con celle di isolamento, allenamento militare e un’originale forma di incontri con i genitori durante la cura dei figli.

Se dunque da una parte Web Junkie si presenta come uno studio delle fobie che le principali società mondiali hanno della rete, prendendo di petto la maniera in cui incolpano internet di problemi che spesso si originano al di fuori da esso (mancanza di amicizie, problemi familiari), dall’altra cerca di presentare anche la realtà di quella che viene chiamata “dipendenza da internet”, ovvero i problemi e gli effetti di un attaccamento compulsivo ed esagerato allo schermo. Molti dei ragazzi che Shosh Shlam e Hilla Medalia intervistano dichiarano spontaneamente di stare male per il fatto di non essere connessi e di aver avuto scontri con i genitori che vanno dalla disobbedienza fino alla violenza domestica (e non solo dei genitori verso di loro).

Ma la vera forza di Web Junkie pare essere quella di fondarsi sulla differenza nella percezione del trattamento che esiste in un occhio occidentale e in uno cinese. Le due cineaste sono state autorizzate a riprendere tutto quel che accadeva nel centro per 4 mesi, sono state autorizzate ad intervistare i soggetti e seguirli anche nei momenti più patetici, drammatici e strappalacrime. Istituzioni e mentalità molto inclini a censurare e non mostrare come quelle cinesi hanno invece aperto tutto alle documentariste, nella convinzione che la lettura non possa che essere positiva, che quelle immagini e quel concetto di riabilitazione non possa che incontrare il favore del pubblico e promuovere l’efficienza cinese.

Ovviamente quel che accade è l’esatto contrario e misura tutto lo scarto tra una società che ricorda i campi di prigionia e di sterminio e una in cui i genitori drogano i loro unici figli per portarli in un centro paramilitare a disintossicarsi da Internet, fomentati dalle fobie inculcate dalla propaganda.

Il video:



fonte: wired.it
view post Posted: 28/1/2014, 09:18     +2Arriva Dario, l’app che batte il diabete - TECH NEWS

Sbarca in Italia la app israeliana per il diabete a metà tra medico, amico e personal trainer. Per combattere il diabete monitorandolo in mobilità

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Misurare gli zuccheri nel sangue, tenere il conto dei carboidrati, verificare il livello di insulina e sforzo fisico. Chi soffre di diabete ha molte cose di cui preoccuparsi e, da oggi, un alleato in più. Il suo nome è Dario, ed è il prodotto di un team di startupper israeliani. Si tratta di una app collegata a un device portatile capace di controllare in modo integrato tutti i parametri chiave per la salute.

Tutto gira intorno a un piccolo apparecchio tascabile: “al suo interno ci sono una cartuccia da 25 linguette e un glucometro wireless dotato di un ago sottilissimo” spiega il CEO di Labstyle Innovations, Erez Raphael. Basta pungersi la punta del polpastrello, lasciare che la linguetta assorba una goccia di sangue e collegare il dispositivo allo smartphone attraverso il jack delle cuffie per liberare il potenziale della piattaforma.

Dario si sincronizza automaticamente col profilo online dell’utente, permettendo di visualizzare i dati riguardanti il glucosio, di confrontarli in tempo reale con quelli passati, di condividerli con medici o familiari e di accedere ad un ampio database di cibi e valori nutrizionali, facilitando le operazioni che chi ha problemi di diabete è abituato a compiere almeno 5 volte al giorno. Con l’idea che consigliare la giusta dose di insulina sia importante almeno quanto somministrarne una di spensieratezza e maggiore libertà nel trascorrere le proprie giornate.

Il servizio prevede inoltre l’accesso a una community online per essere in contatto con altri diabetici nel mondo e confrontare così le proprie esperienze. La patologia riguarda infatti 400 milioni di persone e catalizza 98,4 miliardi di dollari di risorse tra diagnosi e cure. Numeri che anche gli apparecchi sanitari mobili possono aiutare a tagliare.

Certo non si tratta della prima app di questo genere (vedi Glucose Buddy, Glooko e MySugr) ma il suo stile all-in-one la rende unica. “Molte soluzioni sono focalizzate più che altro sulle misurazioni, mentre portarle sul cloud è il primo passo per trasformare la sanità, identificando i trend e permettendo a dottori e pazienti di adattare più velocemente cure e comportamenti”, afferma David Edelman, direttore della strategia del prodotto.

Un filone, quello della mobilità, che abbiamo visto trionfare al CES 2014 insieme a quello dei dispositivi cosiddetti wearable. Tecnologie da indossare, oltre che da usare. Dario e il suo design high-tech sembrano essere il tentativo più all’avanguardia per portare in questa direzione anche le attrezzature di uso medico. Da fine 2013 l’app è scaricabile gratuitamente in Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda (sia su iOS che Android).



fonte: wired.it
view post Posted: 28/1/2014, 09:11     +1Homer Simpson a spasso con i Google Glass - BAR ZONE

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Mr Burns per Natale ha regalato a tutti i suoi dipendenti un paio di occhiali del futuro, gli Oogle Goggles. Per far loro provare il brivido della realtà aumentata? Ovviamente no, l’intento è spiarli.

Nell’episodio dei Simpsons andato in onda ieri sera negli Stati Uniti, Homer indossa l’accessorio, che nella forma e nelle funzioni sembra molto, molto simile a un paio di Google Glass. E come lo usa? Qui un piccolo assaggio:


Sì, l’impressione è che i creatori dei Simpsons, con questo episodio, abbiano enfatizzato al massimo la sensazione descritta da chi ha avuto modo di tenere gli occhiali di Google per un po’ sul naso. Quella, per intenderci, di essere dei “glasshole” (gioco di parole che fonde i termini glass e asshole, coglione).

Immagini:




fonte: wired.it
view post Posted: 27/1/2014, 08:55     +1Ferrari F14-T, la Formula 1 scelta dalla Rete - FORMULA 1

Le foto del nuovo bolide di Maranello: il nome è stato scelto con un sondaggio online che ha raccolto oltre 1 milione di voti



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Ci sono voluti due anni per averla qui tra noi e il tempo sembra essere stato ben speso. La F14-T, la nuova Ferrari di Formula 1, è stata presentata oggi a Maranello e, come ormai di consueto, in diretta streaming. Dopo tutto già nel nome il bolide porta il marchio della Rete.
Quella F che ricorda la marca, il 14 per l’anno, il trattino con il tricolore e la T di Turbo è la combinazione scelta dal 32,9% degli oltre un milione di votanti online. Anche Alonso aveva scelto questa sigla, mentre al secondo posto è arrivato F166 Turbo (31,2% dei voti), rimasto in lizza fino all’ultimo, poi F14 Scuderia (18,8%), F14 Maranello (12,3%) e F616 (4,8%).
Ma torniamo sull’asfalto. Appena alzato il velo su questa sessantesima monoposto del cavallino ecco la prima sorpresa: la F14-T non è né bella né brutta, è un tipo. È un dettaglio non scontato, vista la marea di polemiche che ha caratterizzato i modelli precedenti, soprattutto la F2012 e la F138, con i loro musi decisamente brutti.
Qui abbiamo un frontale a becco di papera che ricorda la monoposto di Barnard nell’89, soprannominata “la Papera”, appunto. Non è il massimo, ma rende la vettura meno sgraziata delle concorrenti ed è stata una scelta obbligata: il forte dislivello sul naso, quella gobbetta che fa tanto strega cattiva, aiuta a recuperare il carico aerodinamico sulla parte frontale. E poi, diciamolo: la Ferrari non deve essere bella, deve vincere.
Tra le novità più interessanti troviamo troviamo l’alettone che ricorda le Renault delle scorse stagioni ma ora c’è un solo, enorme, tubo di scarico come impone il nuovo regolamento. Da dietro sembra la Batmobile e dobbiamo dire che ci piace parecchio.
La scocca ora è più bassa, l’ala anteriore è stata ridotta di 75 millimetri su entrambi i lati, i radiatori sono più piccoli e vengono assistiti da un intercooler che avrà il compito di raffreddare il nuovo Turbo e l’ERS. Rimangono a bordo le sospensioni pull-rod del 2012, una scelta in controtendenza visto che le altre vetture presentate finora le hanno ormai relegate nel passato.
Ultima nota merita lo sviluppo. Due anni sono ere geologiche per un team di Formula 1 e dietro a tutto quel tempo c’è un trucchetto. Già nel 2012 si sapeva che il regolamento sarebbe cambiato, ma non si conosceva come. Così in Ferrari hanno pensato di sviluppare in parallelo tre rosse per poi portare a compimento quella che sarebbe rientrata nelle norme. Un’astuzia che magari potrebbe portarla sul podio dopo 5 stagioni di digiuno.

Ecco la scheda tecnica:

Telaio in materiale composito a nido d’ape con fibra di carbonio
Cambio longitudinale Ferrari a 8 rapporti (+RM)
Differenziale autobloccante a controllo idraulico
Comando semiautomatico sequenziale a controllo elettronico con cambiata veloce
Freni a disco autoventilanti in carbonio Brembo (ant. e post.)
Sistema di controllo elettronico sui freni posteriori
Sospensioni indipendenti a tirante e molla di torsione anteriore/posteriore
Peso con acqua, olio e pilota……………691 kg
Ruote OZ (anteriori e posteriori)………13″

Motore
Cilindrata: 1600 cc
Giri massimi: 15.000
Sovralimentazione: turbo singolo
Portata benzina: 100 kg/hr max
Quantità benzina: 100 kg
Configurazione: V6 90°
Nr. cilindri: 6
Alesaggio: 80 mm
Corsa: 53 mm
Valvole: 4 per cilindro
Iniezione: 500 bar – direct
Unità per pilota: 5 all’anno

Sistema ERS
Energia batteria (a giro): 4 Mj
Potenza MGU-K: 120 kW
Giri max MGU-K: 50.000 rpm
Giri max MGU-H: 125.000 rpm


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fonte: wired.it
view post Posted: 22/1/2014, 00:15     +1Mozillaro's Gallery - GALLERIA
Complimenti, davvero bello l'ultimo avatar!
view post Posted: 21/1/2014, 14:06     +4Il Mac Pro (funzionante) fatto col cestino della spazzatura - TECH NEWS

Un modder tedesco ha creato una replica della bestia della Mela con un secchio da 29 euro



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Vorrei, ma non posso e quindi lo faccio da solo. Questo il motto che ha ispirato sascha288, modder tedesco che ha creato un Mac Pro a partire da un secchio della spazzatura. Sembra assurdo, ma grazie a una creatività fuori dal comune il maker teutonico è riuscito a realizzare una replica quasi perfetta di uno dei più bei computer in circolazione. E il bello è che usato come base di partenza l’Authentics Lunar, un secchietto da bagno in vendita su Amazon a 29 euro.
Certo, a bordo non ha montato le bestiali componenti dell’originale e all’interno del contenitore di 18×26 centimetri ha racchiuso una scheda madre Gigabyte z87n wifi, CPU Intel Core i3, scheda grafica Radeon 7750 e due hard disk, uno tradizionale e uno a stato solido.
Peccato solo che il post originale del progetto sia stato cancellato dal forum in cui era apparso. Sarebbe stato bello sapere qualcosa di più sulla costruzione di questa meraviglia, ma in compenso siamo riusciti a recuperare le foto grazie a un altro post apparso su Tonymacx86.
Una vera manna dal cielo per chi volesse cimentarsi nell’impresa e farsi il suo Mac Pro con una manciata di euro al posto dei tremila dell’originale.

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fonte: wired.it
view post Posted: 21/1/2014, 09:40     +2Drumpants: i pantaloni musicali - BAR ZONE

Il drum-kit indossabile manderà in pensione i batteristi sommersi dai propri crash.



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Il drum-kit dei Genesis verrà ricordato come il culmine del barocchismo batteristico, retaggio di un secolo in cui servivano interi bilici per trasportare da un paese all’altro le strumentazioni da concerto. Gli succedette la drum machine portatile (ricordate la TR-808?).
Oggi è il momento della batteria indossabile.

Si chiama Drumpants il progetto lanciato su Kickstarter che consiste di pad che puoi infilare sotto ai pantaloni e suonare come la più elementare delle batterie.
L’obiettivo dei 6 inventori di Drumpants è “suonare di più con meno” e la loro idea nasce da una constatazione: “gli strumenti tradizionali sono insostituibili, ma non sono rimasti al passo con il nostro stile di vita mobile. Vogliamo permettervi di suonare ovunque vi troviate, sia che improvvisiate con gli amici, sia che vi esibiate su un palco”.
Un set tipico di Drumpants? Charleston, piatti, rullante e tom si suonano a mano sulle cosce; cassa e loop station si comandano con i piedi.

Video:





fonte: wired.it
view post Posted: 21/1/2014, 09:35     +5Facebook, non cliccare sul video della ragazza col bikini rosa - BAR ZONE

Link improbabili, titoli allettanti e ragazze svestite. Questi gli ingredienti più usati dai truffatori per attirare la curiosità degli utenti



Si presentano come video che promettono immagini allettanti e sconvolgenti, ma in realtà sono truffe messe in piedi allo solo scopo di guadagnare sull’ingenuità altrui o, peggio, per diffondere malware e ottenere informazioni personali. Avrete capito di quali video stiamo parlando.
Sta recentemente tornando in voga quello di una ragazza con un bikini rosa accompagnato dall’invitante scritta: [Video] – Look what this girl is wearing at the beach in front of thousands of people! e seguito da una ancor più allettante descrizione: During the summer holidays, this girl took the opportunity to do something unheard of! I bet no one can do the same.

Peccato che sia solo l’ennesima truffa.

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Ormai la maggior parte degli utenti lo sa benissimo. Questi video non sono altro che operazioni di scammer che hanno il solo scopo di attirare l’attenzione delle persone, e di spingerle a cliccare sul link. Il link del video della ragazza col bikini rosa sembra rimandare ad un video contenuto in una pagina Facebook. Non è così. Sono entrambi dei falsi, sia il video che la pagina Facebook. Viene chiesto di condividere il link con gli amici, o lasciare un commento sotto il video. Una volta fatto questo, poi, si accede ad una pagina dove viene chiesto di iscriversi ad un servizio di telefonia mobile (con una tariffa ovviamente per niente conveniente), di partecipare ad un sondaggio o comprare delle pillole. Ma questo tipo di truffa può anche diffondere malware e ottenere informazioni personali.
L’obiettivo è quello di ottenere quanto più traffico possibile verso alcuni siti, e loro guadagnano su queste operazioni.
Insomma, se vi capita di imbattervi in questo video, o in altri simili, resistete alla tentazione di vedere cosa (non) vestiva quella ragazza, non cliccateci sopra e segnalate la truffa.



fonte: wired.it
view post Posted: 20/1/2014, 13:30     +3Apple, arrivano i rimborsi per le app comprate dai bambini - TECH NEWS

I piccoli e i loro acquisti fatti per sbaglio si sono rivelati una vera piaga per Cupertino, che ha scelto di chiudere una causa pagando tutti i rimborsi



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Da oggi il più grande nemico di Apple non sarà più Samsung. No, la nuova nemesi di Cupertino sono i piccoli e paffuti bimbi che ogni giorno, smanacciando su tablet e smartphone dei genitori, fanno per errore incetta di acquisti in-app, spendendo fior fior di dollari. Tutti soldi che ora, per decisione della Federal Trade Commission, dovranno tornare nelle tasche dei rispettivi genitori.

Il totale dei rimborsi ammonterebbe a un minimo di 32,5 milioni di dollari, ma la cifra potrebbe salire ancora. Fortuna per Apple che i soldi dovranno essere restituiti soltanto per quanto riguarda le app dedicate ai bambini. Senti chi paga.




fonte: wired.it
view post Posted: 20/1/2014, 13:24     +1Inter, preso Vucinic! Primo colpo di Thohir, la Juve vuole Guarin - CALCIO

Inter, preso Vucinic: Guarin alla Juventus



Le dirigenze si incontreranno a Milano per chiudere la trattativa



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Sono ore decisive per il futuro di Mirko Vucinic. Dopo l'incontro di venerdì con un emissario dell'Arsenal, il suo agente Alessandro Lucci è volato a Londra per parlare con i Gunners. Nelle ultime ore però si è aperta con decisione la pista Inter: i nerazzurri incontreranno la dirigenza della Juventus per trattare la cessione definitiva del montenegrino, ma Marotta vorrebbe inserire nella trattativa il cartellino di Guarin.

Una fumata bianca tra l'attaccante della Juventus e gli uomini mercato dell'Inter c'è già stata. Il montenegrino, se le due società troveranno l'accordo, si trasferirà in nerazzurro a titolo definitivo accontentando Mazzarri che già l'avrebbe voluto ai tempi del Napoli. Resta da discutere la modalità del pagamento del cartellino. Per questo ci sarà un incontro con Marotta e Paratici in un hotel di Milan, con i due bianconeri che vorrebbero concludere uno scambio alla pari con Fredy Guarin, giocatore in uscita da Appiano Gentile. Opportunità comunque non del tutto gradita dall'Inter per motivi di bilancio, con i nerazzurri che chiedono un conguaglio economico a loro favore nello scambio. Un ostacolo comunque non insormontabile per il primo colpo di mercato di Eric Thohir.



fonte: sportmediaset.mediaset.it
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