JDownloader Account Premium WorldBytez Filestore Easybytez Datafile Rapidgator Uploaded Easybytez Spotify IPTV DAZN SKY

Votes taken by redragon

view post Posted: 9/10/2015, 18:14     +2Google Street View introduce la realtà virtuale grazie a Google Cardboard - TECH NEWS

Google Street View introduce la realtà virtuale grazie a Google Cardboard


Da oggi potrete scendere letteralmente in strada grazie a Google Street View e la nuova funzione per la realtà virtuale introdotta grazie all'ultimo aggiornamento.


È da qualche anno ormai che Google Maps ci permette di vedere le strade di tutto il mondo grazie alla straordinaria funzione chiamata Google Street View. Grazie a questa innovativa tecnologia, Google ci fa scendere letteralmente in strada dandoci la possibilità di avere ancora più punti di riferimento una volta arrivati sul posto.

Finora, per quanto riguardava Android, Street View era compreso in Google Maps, ma da qualche giorno la situazione è cambiata grazie all'arrivo di un'applicazione stand alone che una volta aggiornatasi alla versione 2.0 ha introdotto una simpatica novità.

Google punta forte sulla realtà virtuale e quale modo migliore per diffondere questa tecnologia se non con uno dei software più conosciuti al mondo? Da oggi, vi basterà un visore VR Google Cardboard e potrete guardare le strade delle vostre città, i monumenti più belli del mondo, come se foste davvero sul posto.

google-io-2015-largo-a-cardboard-e-allinternet-of-things-speciale-2-679afc98ad046af58f2f4f6937059104


Per poter usufrire di questa innovativa funzione dovrete disporre di Google Street View aggiornato all'ultima versione e Google Cardboard, l'economico visore per la realtà virtuale ideato dal colosso statunitense.

Per chi non conoscesse Google Cardboard, si tratta di uno dei visori VR più economici presenti sul mercato, di fatto non comprende alcun display o tecnologia raffinata, è semplicemente una scatola di cartone con delle particolari lenti, una volta posizionato il vostro smartphone nell'apposito vano, questo si trasformerà in un visore VR a tutti gli effetti. Ovviamente non godrete della stessa qualità di un costoso Oculus Rift, ma sicuramente avrete un succulento assaggio della realtà virtuale.

fonte: tomshw
view post Posted: 5/10/2015, 18:11     +4Winrar: un bug apre la porta agli hacker su 500 milioni di PC - TECH NEWS

Winrar: un bug apre la porta agli hacker su 500 milioni di PC


Una vulnerabilità zero-day segnalata da tempo ma mai sistemata espone chi usa WinRAR a grossi rischi.


WinRAR è stato uno dei programmi più diffusi per Windows nei passati 10 anni grazie alla sua estrema comodità nel gestire gli archivi compressi.

Ultimamente la sua popolarità è un po' scesa a causa dell'introduzione nativa nel sistema operativo Microsoft della funzione di decompressione dei file Zip, ma il numero di persone che ancora usa questa utility è ancora altissimo.

Purtroppo, una vulnerabilità zero day, scoperata da un ricercatore di Infogen AL che si chiama Rio Sherri, espone gli utenti a seri rischi di sicurezza. Qui di seguito linkiamo il video del ricercatore di sicurezza Mohammad Reza che mostra come funziona.


In pratica, WinRAR offre l'opzione di mostare del testo in una finestra quando si decomprime un archivio autoscompattante, cioè un file eseguibile che contiene file compressi ma che è in grado di decomprimersi senza bisogno di lanciare WinRAR.

Quando si crea un file con queste caratteristiche, basta inserire la giusta stringa HTML nel campo apposito e l'archivio andrà a scaricare e lanciare il programma indicato.

La falla è veramente enorme ed è incomprensibile come sia potuta sfuggire ai creatori di WinRAR, ma c'è anche di più. In una nota pubblicata in seguito alla scoperta del bug, i creatori di WinRAR sostengono che non sia un gran problema.

Secondo loro, dato che quello è un file SFX (quindi un eseguibile) è ovvio che possa contenere del malware e quindi andrebbe eseguito solo se si è assolutamente certi della fonte. Di conseguenza non patcheranno il loro prodotto.

Adesso, con tutta la stima per Eugene Roshal che ci ha dato fornito uno strumento utilissimo che usiamoda anni, c'è da dire che la sua analisi di sicurezza è quantomeno superficiale. Infatti ci sono alcuni punti che val la pena sottolineare:

Un utente poco esperto non ha modo di vedere l'estensione del file sui nuovi sistemi operativi in quanto sono nascoste di default.
Diffondendo malware in questo modo non c'è bisogno di crittografare il codice per nasconderlo agli antivirus che controllano gli allegati in posta elettronica, ma solo quelli che hanno un'analisi euristica di un certo livello possono rivelarlo
Così si possono diffondere molto più facilmente dei malware, senza destare sospetti nell'utente finale che avrà i file che si aspetta nella cartella che ha richiesto.

Ok, ci sono tanti modi di diffondere malware, ma è questo un buon motivo per metterne in giro un altro a disposizione di chiunque? Anche di chi non ha idea di come si compili un eseguibile?

La sicurezza è un campo che ha mille sfaccettature e sappiamo bene che "ma ci cascano solo gli inetti" è una scusa che regge poco: le cose vanno fatte per bene e a prova di "utonto" se si vogliono evitare complicazioni.

fonte: tomshw
view post Posted: 5/10/2015, 18:02     +1RC Auto digitale la multa non è automatica: telecamere non omologate - TECH NEWS

RC Auto digitale la multa non è automatica: telecamere non omologate


Dal 18 ottobre sparisce il tagliando RC auto dal parabrezza ma le telecamere non sono omologate per fare multe. Non è un problema di hardware e software bensì di burocrazia.


Un passo avanti e due indietro. È vero che dal 18 ottobre non sarà più necessario esporre sul parabrezza dell'auto il tagliando dell'assicurazione. È vero che autovelox, Tutor, Telepass, telecamere ZTL e sistemi comunali di videosorveglianza leggeranno le targhe e verificheranno se il veicolo è in regola con l'assicurazione e il bollo. È vero che tali sistemi saranno in grado di connettersi alla Banca dati dei veicoli assicurati e all'Archivio Integrato Antifrode (AIA). Non è vero, però, che chi non sarà in regola con la RC Auto sarà sanzionato automaticamente.

tutor-assicurazione-controllo-71f72d8d566e518858d8030bf32b2d616.jpg


Già, perché in Italia nessun sistema di videosorveglianza è stato omologato per svolgere questo compito. Non è un problema di hardware e software bensì di bolli, timbri e codicilli. Lo ha confermato oggi a Tom's Hardware il comandante della Polizia Municipale di Verona, Luigi Altamura.

"Fino a questo momento - ha detto l'ufficiale - il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non ha dato il via all'omologazione delle apparecchiature e dunque nessuna telecamera stradale o autostradale è abilitata alla sanzione automatica, cioè a emettere verbali in remoto. Quando il sistema segnalerà che un veicolo non è assicurato si dovrà convocare per posta l'automobilista al comando per esibire il certificato".

polifemo-accecato-n-670ae519424fda34508f5747dc9f3a918.jpg


Eppure c'era tutto il tempo per adeguare le omologazioni alla normativa. Più volte gli esperti del settore hanno fatto appelli per essere pronti all'appuntamento del 18 ottobre. Lo scorso aprile Rossella Sebastiani, del servizio normativa auto di ANIA (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici), aveva dichiarato al quotidiano La Stampa che "In base alla normativa attuale, i sistemi di controllo del traffico dove non c'è presenza umana, come appunto gli autovelox, non possono essere impiegati per sanzionare chi non è assicurato se contemporaneamente non viene commessa un'altra infrazione, per esempio l'eccesso di velocità. È necessario mettere mano al testo, se vogliamo che, a ottobre, i nuovi sistemi possano portare ai risultati che ci aspettiamo".

È una storia di dematerializzazione interrotta, con la burocrazia che continua ad avere il sopravvento sui processi per rendere più snella ed efficiente la Pubblica Amministrazione. Evidentemente nessuno "ha messo mano al testo", come ci ha confermato il comandante della Polizia Municipale di Verona, e i pirati delle assicurazioni potranno fare sberleffi pure alle telecamere di videosorveglianza.

fonte: tomshw
view post Posted: 30/9/2015, 18:14     +4Scuola italiana, compriamo gli iPad ma non c'è Internet - TECH NEWS

Scuola italiana, compriamo gli iPad ma non c'è Internet


L'OCSE ci ricorda che non basta mettere oggetti tecnologici in classe per migliorare il rendimento degli studenti, ma anzi si potrebbe avere il risultato contrario. Il preside Salvatore Giuliano conferma tutto e ci racconta la sua esperienza, senza dimenticare però le buone cose fatte anche in Italia.


Secondo un recente rapporto OCSE portare la tecnologia in classe è inutile, se non si agisce con criterio. Sembra la certificazione dell'ovvio, ma è quel tipo di scossone che ogni tanto è necessario. Sostanzialmente l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha esaminato diversi paesi, e rilevato che non basta dare un computer o un tablet agli studenti per aumentarne il rendimento. Allo stesso tempo, il sindaco di New York De Blasio annuncia un piano per insegnare informatica agli studenti di New York, un'iniziativa sulla quale l'Italia è avanti dieci anni rispetto alla Grande Mela.

school-media1-38688a47da8a57986557da60f808e9065.jpg


"Hanno ragione da vendere", ha commentato Salvatore Giuliano, che da anni guida il processo dell'innovazione nella scuola italiana, a partire dall'istituto che dirige, l'ITC Majorana di Brindisi. Sì perché l'OCSE non boccia la tecnologia a priori, ma solo "se utilizzata in modo inappropriato".

"È ciò che vado dicendo un po' a tutti", commenta Giuliano. "Se si parte senza criterio, si creano danni seri agli studenti e ai professori. […] Bisogna quantomeno fermarsi un attimo prima per fare un'analisi, capire cosa vogliamo fare, formare le persone, valutare l'infrastruttura e i contenuti da proporre".

"Se parti con la tecnologia perché fa bello, senza avere almeno analizzato tutti questi aspetti crei dei danni". Giuliano poi cita due esempi italiani recenti, il registro elettronico (obbligatorio) e la LIM (Lavagna Interattiva Multimediale. In molte occasioni le scuole sono partite senza la giusta preparazione, e ci si è ritrovati con docenti che non potevano usare il registro perché mancava il Wi-Fi a scuola, o la connessione a Internet, o un dispositivo con cui accedere, o le competenze necessarie – non erano stati formati. Certe volte poi le LIM sono finite in cantina, e altre sono state usate alla stregua di quelle tradizionali – vanificando così tutto l'investimento.
Se l'affermazione dell'OCSE è giusta, aggiunge Giuliano, è vero anche che "bisognerebbe andare a vedere quelle realtà scolastiche che si sono approcciate con un metodo all'innovazione e che hanno registrato un miglioramento degli apprendimenti". Guardare alle best practices esistenti quindi sarebbe utile, "ma molti partono per il gusto di partire e creano danni. Ed è quello che sta accadendo".

"Ci sono scuole che non hanno connessione a Internet e partono dando gli iPad. Ma che #?/!# ci fai con gli iPad senza Internet? O almeno i contenuti, se non altro da usare a livello locale, senza essere connesso". Queste esperienze secondo Giuliano fanno danni su più livelli; all'apprendimento degli studenti, ovviamente, ma danneggiano anche tutto il movimento teso all'innovazione della scuola, perché creano nelle persone un'esperienza negativa rendendole diffidenti anche verso chi, invece, cerca di lavorare bene.

Magrissima consolazione, anche in altri paesi (Giuliano cita la Francia) hanno fatto lo stesso errore, quello di introdurre il tablet senza inserire tale azione in un progetto più strutturato e "ragionato". Nessuno sapeva che farsene, nemmeno gli alunni. Perché se è vero che i ragazzi sono "avanti sulla tecnologia", sfruttare quest'ultima per promuovere l'apprendimento è un altro paio di maniche. Su questo anche gli alunni, come i docenti, hanno bisogno di formazione. A tal proposito, chi è interessato può dare un'occhiata a Prof Digitale e Avanguardie Educative.
Verrebbe da pensare che in Italia siamo sempre i soliti pasticcioni, e che all'estero sono sempre più bravi. D'altra parte solo ieri abbiamo parlato di un rapporto che mette in luce le difficoltà dei nostri studenti, e sempre ieri il New York Times ci ha messi al corrente che il sindaco di New York Bill De Blasio ha un progetto per portare l'insegnamento dell'informatica a tutte le scuole della città entro dieci anni. "Raggiungere tale obiettivo", recita l'articolo del NYT, "comporterà grandi sfide, soprattutto nel formare un numero sufficiente di insegnanti".

bbbbb-51321fe5d01694a5d3ef73cdc2295d7d3.jpg


Eppure è una sfida che in Italia siamo già pronti ad affrontare da quest'anno. A breve infatti partiranno le lezioni di programmazione nella scuola elementare, una delle novità introdotte dalla recente (e discussa) riforma nota come "la buona scuola".

"Tra qualche giorno", ci spiega ancora Giuliano, "uscirà il Piano Nazionale Scuola Digitale con cui la programmazione entra nelle scuole del primo ciclo (elementari)". Il ministro Giannini dovrebbe presentarlo il prossimo 29 settembre, e le lezioni pochi giorni dopo. Dopodiché, entro il 29 ottobre le scuole dovranno presentare piani triennali di offerta formativa, e in essi dovrà obbligatoriamente essere inclusa una parte dedicata all'innovazione. Resta da vedere naturalmente se e come gli insegnanti metteranno in pratica il progetto: sulla carta dovrebbe trattarsi di attività del tutto simili a quelle che troviamo su code.org ed esercitazioni fatte con il software Scratch.

fonte: tomshw
view post Posted: 30/9/2015, 18:05     +1Chromecast 2 vi permette di giocare a qualsiasi titolo Android sulla vostra TV - SMARTPHONE NEWS

Chromecast 2 vi permette di giocare a qualsiasi titolo Android sulla vostra TV


Con Chromecast 2 potrete trasmettere qualsiasi videogioco direttamente sulla TV. Lo smartphone fungerà da controller o, nel caso il gioco lo supportasse, potrete usare un vero e proprio pad. È così che il vostro smartphone diventa simile ad una console casalinga.


Il mondo dei videogiochi per Android si sta evolvendo di anno in anno, mentre Apple ha mostrato tutto il suo interesse nel gaming mobile grazie ad Apple TV, Google col nuovo Chromecast apre nuovi scenari sul mondo dei videogiochi per Android.

Chromecast è un dispositivo che permette di trasmettere video, foto musica ed altri contenuti multimediali presenti sui nostri smartphone, tablet o PC, direttamente ad una qualsiasi TV di casa che abbia una porta HDMI. La nuova versione di Chromecast presentata ieri, strizza l'occhio anche ai videogiochi.

new-google-chromecast-0c6b0e38cf1b2befb31181531f5011418.jpg


Grazie al "second screen rendering", potremo giocare a qualsiasi videogioco Android direttamente sulla nostra TV sfruttando lo smartphone come controller, o nel caso fosse supportato dal gioco, anche un pad vero e proprio.
Questa straordinaria funzione sarà compatibile con qualsiasi videogioco finora uscito, ma Google è al lavoro a nuovi videogiochi pensati appositamente per Chromecast, che tra le tante novità, permettebbe anche partite multiplayer fino a 4 giocatori.
Il tutto è più semplice di quanto si pensi: è sufficiente infatti collegare Chromecast al Wi-Fi di casa ed alla TV tramite l'apposita porta HDMI. Successivamente ci basta accendere lo smartphone, attivare le opzioni di condivisione schermo e goderci qualsiasi gioco ci passi per la testa. In pratica, è lo smartphone, tablet o PC che fa il lavoro duro occupandosi dell'esecuzione vera e propria dell'applicazione, a Chromecast spetta l'unico onere di mostrare il tutto sulla TV.

Al contrario degli altri dispositivi di Google annunciati ieri, Chromecast è già disponibile all'acquisto anche in Italia. Sul negozio digitale di Google, è possibile portarselo a casa per soli 39 euro in tre diverse tonalità, nero, giallo e rosso.

fonte: tomshw
view post Posted: 25/9/2015, 11:01     +4Facebook cambia grafica: ecco come saranno le nuove Pagine - TECH NEWS

Facebook cambia grafica: ecco come saranno le nuove Pagine


cambiamenti-pagine-di-facebook.jpg


Nuovo cambiamento di grafica in arrivo su Facebook, per ora soltanto relativamente alle Pagine. Non ci sono ancora comunicazioni ufficiali a tal proposito, ma un gruppo ristretto di utenti ha appena cominciato a sperimentare il nuovo layout per le pagine che gestiscono, un cambiamento che a quanto pare non è affatto opzionale.

Come potete vedere nello screenshot in apertura, questi sono i cambiamenti:


Foto del profilo più piccola: le dimensioni passano da 180×180 pixel a 90×90 pixel, in questo modo l’immagine di copertura, che resta invariata nelle dimensioni, ha più superficie visibile;

i tab coi link sono stati spostati: nessun allineamento con la foto del profilo, ma spostamento a sinistra in modo più ordinato rispetto alla foto di copertina;

Like, Messaggi e Condivisioni restano allineati a destra, ma finiscono sulla stessa riga degli altri link e non vanno più a sovrapporsi all’immagine di copertina;

i pulsanti azione sono diventati più grandi e sono in evidenza rispetto al layout classico;

nuove opzioni per la visualizzazione del layout: i gestori delle pagine possono visualizzare la pagina nello stesso modo in cui viene visualizzata dagli utenti, ma stavolta un avviso segnalerà loro il modo in cui stanno visualizzando quella pagina.

Cambiamenti simili sono in arrivo anche sull’applicazione Pagine di Facebook per smartphone e tablet, come annunciato dal social network all’inizio del mese. Non è chiaro, al momento, se quanto vi abbiamo appena illustrano sia il futuro delle Pagine o se si tratti di una fase di test che non avrà seguito, ma trattandosi di cambiamenti funzionali siamo certi che il rollout globale non tarderà ad arrivare.

fonte: downloadblog
view post Posted: 24/9/2015, 10:47     +2"Happy Birthday to you" è di tutti, negata l'esclusiva di copyright - TECH NEWS

"Happy Birthday to you" è di tutti, negata l'esclusiva di copyright


A due anni dalla class action intentata da un musicista ed un produttore che intendono girare un documentario sulla canzone, il giudice George King ha deciso che la canzone inventata da due maestre d'asilo nel 1893 è libera. Alla Warner fruttava ogni anni circa 2 milioni di dollari di royalties


110247667-71ddc67f-0f99-4024-9de9-1edb96bae861.jpg


Forse non avremo la sensualità di Marilyn Monroe o la voce acerba ma già straordinaria della quattordicenne Amy Winehouse, ma da oggi possiamo stare tranquilli quando decidiamo in registrare un video per cantare ad un amico, un'innamorata o anche al proprio cane "Buon compleanno". La Warner Chappell Music non "possiede un copyright valido su 'Happy Birthday'". E' quanto ha stabilito un giudice della corte federale di Los Angeles liberando così la canzoncina più celebre al mondo dal diritto d'autore. Un duro colpo visto che ogni anno le royalties sulla celebre melodia fruttano alla Warner circa 2 milioni di dollari. Tradotta in decine di lingue in tutto il mondo, dall'inglese al francese, dal tedesco al finlandese, arabo e giapponese, fino all'immaginaria lingua Klingon di Star Trek, 'Happy Birthday' è stata composta da due sorelle e maestre d'asilo del Kentucky nel 1893, Mildred e Patty Hill, come uno strumento didattico sperimentale. Nella versione originale era infatti una semplice filastrocca intitolata 'Good Morning to All' che i bambini potevano memorizzare e ripetere all'inizio di ogni giorno di scuola.
Il copyright fu registrato dalla 'Clayton F. Summy Co' nel 1935 e la Warner ne acquistò i diritti nel 1988 quando comprò la società. Da allora a registi, programmatori di suonerie, catene di ristoranti e anche alle Girl Scouts è stato chiesto di pagare per utilizzarla: in caso contrario, è prevista una multa di 150mila dollari. Un business valutato intorno ai 2 milioni di dollari all'anno, che la rende una delle canzoni più redditizie mai pubblicata. Ora però il giudice George King, in seguito ad una causa intentata due anni fa da un musicista ed un produttore che intendono girare un documentario sulla canzone, ha stabilito che Happy Birthday è di dominio pubblico perché il copyright registrato dalla Clayton nel 1935 garantisce i diritti solo per alcuni tipi di arrangiamento, ma non della canzone in sé stessa. Poiché Summy Co. non ha acquistato i diritti del testo - scrive il giudice - neanche la Warner Chappell Music come suo successore li possiede. II grandi vincitori della sentenza sono gli studi cinematografici e i registi di Hollywood, che fino a questo momento avevano evitato di eseguire il brano per motivi di bilancio o semplicemente per evitare una battaglia legale. Pubblicamente, almeno, la Warner/Chappell non ha mai chiesto commissioni ai privati cittadini che ogni giorno nel mondo la cantano in occasione dei compleanni.

fonte: repubblica
view post Posted: 20/9/2015, 18:15     +2La tassa sugli abbonamenti dei cellulari è legittima: pietra tombale sull'argomento - SMARTPHONE NEWS

La tassa sugli abbonamenti dei cellulari è legittima: pietra tombale sull'argomento


La Corte di Giusitizia UE legittima la tassa di concessione governativa applicata agli abbonamenti di telefonia mobile, anche per le aziende.


La tassa di concessione governativa applicata agli abbonamenti di telefonia mobile è legittima sia per le persone fisiche che per le aziende e i Comuni. La questione è chiusa: nel primo caso l'aveva ribadito la Cassazione nel settembre 2014, nel secondo la Corte di Giustizia dell'Unione Europea con la sentenza del 17 settembre a favore dell'Agenzia delle Entrate.

Mancava ancora un tassello per dirimere la querelle sull'argomento. Poi è scoppiato il caso di due aziende (Fratelli De Pra SpA e SAIV SpA) che si sono rivolte all'Agenzia delle Entrate per ottenere il rimborso della tassa.

tassa-549c33dc3cdf6f5c25615e69831f39435.jpg


Ebbene, la Corte UE sostiene (C-416) che le norme "vanno interpretate nel senso che non ostano a una normativa nazionale relativa all'applicazione di una tassa, quale la tassa di concessione governativa, in forza della quale l'impiego di apparecchiature terminali per il servizio radiomobile terrestre, nel contesto di un contratto di abbonamento, è assoggettato a un'autorizzazione generale o a una licenza nonché al pagamento di detta tassa".

In pratica il contratto di abbonamento sostituisce di per sé la licenza o l'autorizzazione generale e, pertanto, non occorre alcun intervento dell'amministrazione al riguardo.

Sulla presunta discriminazione tra abbonamenti e carte prepagate, la Corte sottolinea che il diritto UE non prevede un principio di parità di trattamento quindi le norme nazionali hanno campo libero.

fonte: tomshw
view post Posted: 20/9/2015, 18:12     +6L'Italia è la più brava di tutti nel fare pubblicità ai siti pirata - TECH NEWS

L'Italia è la più brava di tutti nel fare pubblicità ai siti pirata


MPAA Europe ha scoperto che in Europa ci sono 504 richieste di blocco per siti pirata: la maggior parte si concentra in Italia.


L'Italia è il paese comunitario con il più alto numero di istanze di blocco per siti pirata: 238. Il Regno Unito, che è in seconda posizione, si ferma a quota 135, poi arriva la Danimarca con 41. Ieri il Consigliere Generale UE Okke Visser, in occasione della iCLIC Conference di Southampton, ha mostrato i risultati di un'indagine effettuata da MPAA Europe, l'associazione che cura gli interessi degli operatori cinematrografici.

site-blocking-eu-9c3c10fc9458a33b3aa03d2a6f8eeeaa0.jpg


Ebbene, in Europa al momento vi sarebbero almeno 504 richieste di blocco, per altro in alcuni casi legate alle medesime piattaforme, come ad esempio Pirate Bay e KickassTorrents. L'AGCOM si sta dimostrando la più attiva, ma lo scenario italiano pare anche il più soggetto al cosiddetto "effetto Streisand".

In pratica i siti pirata guadagnano grande visibilità a seguito dei blocchi indiscriminati - se i server sono all'estero c'è poco da fare - e spesso con la semplice sostituzione dei DNS la comunità degli utenti scopre nuove risorse, fino a poco tempo prima magari sconosciute.

Ecco spiegato forse il motivo per cui in alcuni paesi il dibattito sui blocchi prosegue. In Svezia non esistono, mentre procedono le cause legali. Stesso approccio in Olanda dove però si è accesa una querelle direttamente con gli Internet Service Provider.

In Germania, Polonia e Romania la politica dei blocchi non sembra essere all'ordine del giorno. In Austria è scattata nei confronti di 6 piattaforme ma solo come diretta conseguenza di una causa legale contro Pirate Bay e altri siti.

fonte: tomshw
view post Posted: 16/9/2015, 17:03     +4Pirateria, ‘il regolamento Agcom peggiora il problema’. E l’Authority si difende - TECH NEWS

Pirateria, ‘il regolamento Agcom peggiora il problema’. E l’Authority si difende


Il documento che dovrebbe tutelare il diritto d'autore è nel mirino di alcuni esperti di diritto digitale, secondo cui crea una "giustizia parallela" che si affianca all'attività dei tribunali. In più, in un anno i procedimenti avviati sono stati solo 134. Un gruppo di associazioni, tra cui Altroconsumo, si è rivolto al Tar del Lazio. E a ottobre sulla questione si esprimerà la Corte Costituzionale


pirateria-675.jpg


Regolamento poco efficace, certamente meno rispetto all’attività svolta dalla magistratura. Costi troppo elevati per risultati scarsi. E, paradossalmente, moltiplicazione online dei contenuti illeciti. Le accuse sono tutte dirette al regolamento antipirateria dell’Agcom, entrato in vigore il 31 marzo del 2014 e mirato a tutelare il diritto d’autore. Un’attività che peraltro viene svolta da anni dai tribunali e che ha un sito ad hoc. In sostanza, l’authority riceve le segnalazioni e, se riscontra una violazione, chiede la rimozione del contenuto “pirata”. Se l’ordine non ha seguito, si avvia la procedura di blocco. Infine, in caso di inottemperanza da parte dei siti che ospitano i contenuti digitali illegali, l’autorità dà comunicazione agli organi di polizia giudiziaria.

Una procedura già contestata anche dall’esperto di diritto digitale Guido Scorza, secondo cui con questo regolamento l’Italia diventava “il primo Paese in Europa nel quale un’Autorità amministrativa potrà ordinare la rimozione di qualsiasi contenuto presente nello spazio pubblico telematico, all’esito di un procedimento sommario nel quale tempi e spazi di difesa sono ridotti al di sotto del minimo consentito e, soprattutto, l’intervento dell’Autorità Giudiziaria ordinaria è solo successivo ed eventuale”. Tant’è che anche Associazione Nazionale Stampa online (Anso), Federazione dei media digitali indipendenti (Femi), Open Media Coalition, Assoprovider e Altroconsumo hanno impugnato il regolamento, chiedendo ai giudici del Tar Lazio di decidere in merito alla sua legittimità. Questione che a ottobre sarà sottoposta alla Corte Costituzionale. Ma il vantaggio rispetto all’azione legale, secondo il commissario Francesco Posteraro (qui l’intervista) è che l’Autorità, pur non volendosi sostituire alla magistratura, “interviene in tempi assai più rapidi e quindi più idonei a rispondere in maniera tempestiva agli illeciti commessi in rete”.

L’ipotesi della creazione di una “giustizia parallela” non è comunque l’unico motivo di contestazione del regolamento. Al centro c’è la preoccupazione per i costi, specie a fronte delle difficoltà economiche dell’Agcom. L’authority è finanziata dal contributo delle aziende vigilate e non da risorse pubbliche, ma il timore principale è che l’onere del suo funzionamento finisca a carico dei contribuenti. L’allarme spese dopo l’approvazione del regolamento era stato sollevato anche dai sindacati confederali Cgil-Cisl e Uil, che avevano scritto ai vertici dell’authority. Ma di cosa e di chi si avvale davvero l’unità antipirateria? Della piattaforma creata, senza passare attraverso una gara, dalla Fondazione Bordoni, per la quale l’authority ha firmato un contratto da 533.958,88 euro per tre anni (che potranno aumentare con il conguaglio al termine del periodo), oltre all’impiego di sette dipendenti, di cui uno è dirigente. Costi eccessivi? No, secondo Posteraro, che spiega come “la materia è affidata a una struttura che già esisteva e che ha compiti più ampi”. In sostanza, nessuna assunzione in più. E nessuno pagato con soldi pubblici.

E per quanto riguarda invece i risultati? Al 27 marzo 2015, ovvero a quasi un anno dall’introduzione del regolamento, sono state 209 le istanze di intervento ricevute, che hanno dato vita a 134 procedimenti, visto che negli altri casi sono state ritirate prima o archiviate. Più o meno 11 al mese. Poche, a maggior ragione se pensiamo che in Italia sono 21 le sezioni specializzate in proprietà intellettuale che operano presso i Tribunali. E sono numeri che fanno ancor più riflettere sull’effettiva utilità del regolamento, a fronte di quanto fatto dalla Procura di Roma, che in un solo giorno ha sequestrato 124 siti. A complicare il quadro si aggiunge una ricerca del professore emerito di Padova Giorgio Clemente (“Gli effetti sulla pirateria dei provvedimenti Agcom in materia di diritto d’autore, 2014-2015″), che sostiene come il regolamento abbia paradossalmente aumentato la quantità di contenuti illeciti.

Il caso più significativo tra quelli esaminati riguarda il sito Cineblog01: nell’aprile 2014, quando era stato oscurato dall’authority, aveva 173mila utenti unici. Poi, sette mesi dopo, è rinato con un nuovo dominio e con quasi 1,5 milioni di accessi. E ha continuato a crescere: a febbraio 2015 aveva raggiunto due milioni di utenti, che potevano visualizzare oltre diecimila file “piratati”. D’altro canto sulla piattaforma della Fondazione Bordoni, dove sono pubblicati i provvedimenti, compaiono i link relativi alle opere “illegali”. E questo ha fornito libero accesso a contenuti “proibiti”. Paradosso che al contrario, rileva l’avvocato Fulvio Sarzana, non si è “mai prodotto nelle attività di repressione operate dalla magistratura, in sede civile e penale”.

Tutti scontenti del lavoro di Agcom, allora? No. E’ soddisfatto Federico Bagnoli Rossi, segretario generale della Fapav, la Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali. Si tratta, ricorda Sarzana, “dell’associazione antipirateria fondata anche dalla Mpaa (l’associazione di produttori cinematografici statunitense) e di cui, fra le altre cose è socia anche la Fondazione Bordoni, ovvero la Fondazione pubblica che si è vista assegnare in convenzione dall’Agcom il compito di certificare le transazioni informatiche relative al regolamento”.

Bagnoli Rossi, inoltre, ha contestato modalità, tool di analisi e metodologia della ricerca di Clemente. A Key4biz ha spiegato che Clemente “basa gran parte dei propri dati sulla misurazione degli accessi in termini di ricerche su Google del sito” e che i “siti citati nella ricerca si riferiscono per la maggior parte a realtà consolidate che operano nel settore della pirateria in maniera massiva e sovente transfrontaliera”. Portali, cioè, che rendono “particolarmente difficoltosa l’attività di contrasto“. E a sostegno dell’attività svolta interviene anche Posteraro: “Secondo la Federazione antipirateria musicale – ha detto a ilfattoquotidiano.it – i siti destinatari di un ordine di blocco da parte di Agcom hanno registrato un sensibile calo dei tentativi di accesso, in molti casi largamente superiore al 50%”. E mentre parte degli addetti ai lavori contesta i risultati e l’authority prosegue la sua attività, l’attenzione è tutta puntata sull’udienza davanti alla Corte Costituzionale.

fonte: ilfattoquotidiano
view post Posted: 8/9/2015, 11:09     +4Netflix in Italia a partire da 7,99 euro al mese: svelate tariffe e caratteristiche - TECH NEWS

Netflix in Italia a partire da 7,99 euro al mese: svelate tariffe e caratteristiche


Netflix conferma tre pacchetti: 7,99 euro, 8,99 euro e 11,99 euro. Per godere del servizio basteranno 0,5 Mbps, ma per il Full HD ci vorranno almeno 3 Mbps.


Neflix ha svelato finalmente i prezzi per l'Italia. Il servizio di streaming dedicato a film e Serie TV aprirà i battenti a ottobre, ma su Twitter ha già iniziato la sua campagna per farsi conoscere. Il pacchetto di ingresso sarà di 7,99 euro al mese e prevedrà titoli in risoluzione standard, nonché la possibilità di un solo accesso per sessione.

L'offerta intermedia invece sarà di 8,99 euro al mese e contemplerà titoli con risoluzione massima Full HD e fino a due accessi in contemporanea. Il pacchetto top invece costerà 11,99 euro al mese, includerà una risoluzione massima 4K e la visione in contemporanea di quattro utenze.

schermata-2015-09-08-alle-11-49-39-6f7a538bf2eab753f0e6bbafdebd5809e.jpg


In sintesi la strategia di Netflix si baserà su una strategia commerciale aggressiva, multi-account e opzioni di risoluzione per ogni esigenza – fermo restando il fatto che si parla sempre di qualità massima disponibile, quindi relazionata all'anno di produzione dei film.

Per quanto riguarda le prestazioni minime dei servizi broadband, la dirigenza Netflix ha confermato durante l'IFA di Berlino che bisognerà disporre di minimo 0,5 Mbps. Al meglio la qualità standard potrà essere goduta con 1,5 Mbps. Mentre per l'HD bisognerà salire a 3 Mbps e per il 4K circa 15 Mbps. Ovviamente lo streaming scala in automatico quindi per la massima qualità in ogni segmento verrà richiesto qualcosa di più.

L'elenco dei dispositivi compatibili comprenderà i PC, Smart TV, smartphone, console Playstation, Xbox e Wii U, Apple TV e Vodafone Station. In futuro poi arriverà anche il supporto per TIMVision.

Sul fronte catalogo novità (film e telefilm) le uniche certezze sono Beasts of No Nation, Ridiculous Six, Crouching Tiger, Hidden Dragon: The Green Legend, Jadotville, Bloodline, Marvel's DareDevil, Narcos, Marco Polo, Sense8, etc.

Confermata la mancanza di House of Cards e Orange is the New Black, che si sono assicurate in licenza a Sky e Mediaset Premium.

fonte: tomshw
view post Posted: 6/9/2015, 18:24     +4I PC gaming di tutto il mondo consumano come 160 milioni di frigoriferi - TECH NEWS

I PC gaming di tutto il mondo consumano come 160 milioni di frigoriferi


Un recente studio evidenzia l'eccessiva richiesta energetica dei PC gaming: i consumi globali sono pari a quelli di 160 milioni di frigoriferi.


Il mondo del gaming su PC sta vivendo un periodo d'oro, e se da un lato si prevede che le vendite dei giochi per computer supereranno quelle dei titoli per console entro il 2016, dall'altro ci s'interroga sulla quantità esorbitante di energia richiesta dai PC dei giocatori.

lan-party-pc-gaming-0dab168a18d0d9caa9c8d2b2a5f518080.jpg


Un recente studio pubblicato da Energy Efficiency evidenzia come nonostante i PC gaming siano solo il 2,5% dei computer distribuiti in tutto il globo, allo stesso tempo siano responsabili del 20% dell'energia consumata dai PC di tutto il mondo.

I valori sono pari a quelli di "25 centrali elettriche standard, o 160 milioni di frigoriferi, globalmente", spiega Evan Mills, coautore dello studio. Secondo i calcoli di Mills un computer gaming tipico usa 1400 kilowattora all'anno, cioè una quantità di energia 6 volte superiore rispetto a quella consumata da un PC "normale" e 10 volte superiore rispetto a una console.

Come fare per mitigare questo problema? Secondo lo studio si potrebbero migliorare le prestazioni e ridurre il consumo energetico fino al 75% sostituendo alcuni componenti e regolando le impostazioni. Operazioni che permetterebbero di ottenere un risparmio di 18 miliardi di dollari entro il 2020, o la chiusura di 40 centrali elettriche a carbone da 500 megawatt.

benchmark-pc-gaming-1d9dde2c93ea2119591652426f1773776.jpg


Mills ha anche aperto il sito web Greening the Beast per aiutare i giocatori a ridurre il consumo di energia del proprio PC, fornendo consigli per usare componenti e impostazioni più efficienti. I benchmark pubblicati da Mills e dal suo team sembrano dar manforte alla tesi che non ci sia bisogno di una bestia affamata di energia elettrica per godersi appieno i giochi. L'ideale per essere "puliti" con la propria coscienza ecologica, e per risparmiare qualche soldo in bolletta.

fonte: tomshw
view post Posted: 1/9/2015, 09:01     +4"YouTube a pagamento entro l'anno, due servizi in abbonamento" - TECH NEWS

"YouTube a pagamento entro l'anno, due servizi in abbonamento"


Nuove indiscrezioni su piattaforma da oltre 1 miliardo di utenti di proprietà di Google


150825385-bf3cb665-7c56-4234-b534-3e2dccaca0b1.jpg


Tornano a circolare le voci di YouTube a pagamento. Secondo il blog di tecnologia The Verge la popolare piattaforma video che ha oltre un miliardo di utenti si prepara a lanciare due servizi in abbonamento entro fine 2015. Si tratterebbe, in pratica, dell'estensione della formula già applicata a YouTube Music Key (un servizio per lo streaming musicale in abbonamento lanciato a novembre scorso) e di un altro servizio al momento senza nome che farà pagare gli utenti per alcuni contenuti. "In questo modo - fa notare The Verge - YouTube sarebbe un mix di contenuti gratis, supportati da annunci e anche a pagamento con un abbonamento".

La piattaforma di condivisione video lanciata più di 10 anni fa vuole monetizzare la sua popolarità cercando anche di contrastare un colosso come Facebook. Il social network di Mark Zuckerberg è di fatto diventato un concorrente: a gennaio ha superato YouTube per numero di video visualizzati, grazie anche all'escamotage dell'autoplay, cioè i video che si attivano da soli. Il concetto che dovrebbe seguire YouTube con i servizi a pagamento non si discosta molto da quello messo in campo da Apple Music e Spotify ma anche da piattaforme come Sky e Mediaset Premium che propongono "pacchetti" online di contenuti (sport, film, intrattenimento). Senza contare Netflix che da ottobre sbarca anche in Italia.

fonte: repubblica
view post Posted: 1/9/2015, 08:57     +5L'Italia sequestra Popcorn Time, il "Netflix" pirata - TECH NEWS

L'Italia sequestra Popcorn Time, il "Netflix" pirata


Il Tribunale di Genova impone ai provider di impedire l'accesso ai siti dove si scarica il famoso programma che consente di vedere in streaming migliaia di film violando i diritti d'autore


173710507-5d6d596a-a255-401f-80d8-72ceb60f790b.jpg


L'ITALIA fa avanguardia nella guerra a Popcorn Time, il "Netflix" dello streaming pirata. Oggi la Guardia di Finanzia ha chiesto ai provider di impedire l'accesso ai siti dove si scarica il famoso programma open source, eseguendo un ordine della Procura della Repubblica di Genova. In particolare sotto sequestro sono i portali con estensione .io e .se e la versione beta del programma italiano. Popcorn Time non offre streaming dai propri server, ma è un programma che mette in contatto peer to peer gli utenti interessati. In sostanza è un software Bittorrent, ma il risultato finale è la possibilità di vedere subito il film (in streaming) senza bisogno di aspettare la fine del download.

I film - a migliaia- appaiono già forniti di sottotitoli. Il sequestro italiano è notevole perché il nostro è il primo Paese a eseguire un ordine di questo genere contro il programma, che sta facendo tremare Hollywood. Negli Stati Uniti e in Norvegia sono arrivate denunce dei produttori di film contro gli utenti che li scaricavano. Nella lotta alla pirateria, infatti, i detentori di copyright preferiscono rivalersi sugli utenti o, sempre più spesso, sui gestori dei server che offrivano opere pirata o almeno i link alle stesse. Ricordiamo che il primo servizio peer to peer di musica, Napster, non era solo un programma ma aveva anche un server centrale per consentire la condivisione ed è stato questo il suo tallone d'Achille legale. Quello che ne ha determinato la chiusura.

I vari eMule, uTorrent non hanno invece un server centrale e quindi sono di fatto intoccabili. Le stesse caratteristiche non sono bastate a impedire il sequestro di Popcorn Time, in Italia, a differenza di quanto accaduto in Israele, dove invece la Corte distrettuale di Tel Aviv non ha voluto procedere con il sequestro in nome dei principi di libertà di espressione e della libera circolazione delle informazioni. L'Italia, insomma, si è dimostrato insomma particolarmente aggressiva, questa volta, nella lotta alla pirateria.

Resta un fatto: poiché Popcorn Time è - appunto - un programma e non un servizio, gli italiani che l'hanno già installato potranno continuare a usarlo senza problemi. Il sequestro impedisce solo a nuovi utenti (italiani) di scaricare il programma da quei siti. Ne sono già nati alternativi, per il download, quindi anche questo problema è relativo. Questo sequestro ha una grande rilevanza perché denuncia una escalation italiana della lotta alla pirateria, che arriva anche - unico caso al mondo - a colpire i siti che distribuiscono un programma Bittorrent, in nome del diritto d'autore.

fonte: repubblica
view post Posted: 30/8/2015, 17:54     +2Europa League - Sorteggio: urna benevola per Napoli, Lazio e Fiorentina - CALCIO

Sorteggio: urna benevola per Napoli, Lazio e Fiorentina


Napoli nel gruppo D con Bruges, Legia Varsavia e Midtjylland; Lazio nel gruppo G con Dnipro, Saint Etienne e Rosenborg; Fiorentina nel gruppo I con Basilea, Lech Poznan e Belenenses

Urna benevola quella del Grimaldi Forum di Montecarlo per le italiane impegnate nell'Europa League 2015-2016. Gironi abbordabili per Napoli (l'unica squadra nostrana inserita in prima fascia) e Fiorentina, qualche insidia in più per la Lazio. Abbiamo evitato le "big" del tabellone: niente Liverpool per il Napoli, niente Tottenham, Borussia Dortmund e Monaco per Lazio e Fiorentina. I biancocelesti, che partivano dalla seconda fascia, sono stati sorteggiati nel gruppo G con i vice campioni della scorsa edizione del Dnipro Dnipropetrovsk (che però hanno perso nel frattempo le stelle Konoplyanka e Kalinic), con gli ostici francesi del Saint Etienne (già avversari dell'Inter nella scorsa edizione dell'Europa League) e con i norvegesi del Rosenborg.

Nemmeno il tempo di insediarsi sulla panchina della Fiorentina, che per Paulo Sousa è già tempo di sfidare il proprio passato. La Fiorentina è stata infatti inserita nel Gruppo I con il Basilea (il cui stadio St Jakob sarà il teatro della finalissima del 18 maggio 2016) degli ex interisti Walter Samuel e Zdravko Kuzmanovic, con i polacchi del Lech Poznan e con i portoghesi del Belenenses, piccola squadra di Lisbona all'ombra di Benfica e Sporting.
Per il Napoli l'insidia principale risponde al nome di Club Brugge: i belgi sono freschi di eliminazione dal playoff di Champions League per mano del Manchester United di Louis Van Gaal, ma l'anno scorso furono capaci di arrampicarsi sino ai quarti di finale in Europa League (inseriti nel girone del Torino, chiusero al primo posto). Completano il girone i polacchi del Legia Varsavia e la "Cenerentola" Midtjylland, squadra della città di Herning che lo scorso anno ha conquistato il suo primo titolo di Danimarca.

1676310.jpg



fonte: eurosport
288 replies since 8/9/2014