F1, ecco la nuova Ferrari 2016 La Sf16-H e le sue cinque novità
Muso corto, sospensioni a puntone, motore dal basamento più stretto, fiancate e retrotreno più filanti: ecco i punti chiave della neonata. Più bianco nella livrea
È una Rossa anche un po’ Bianca, nel senso che il «white», come ampiamente risaputo, appare in maniera più marcata sulla Ferrari del 2016, la Sf16-H: caratterizza il cofano motore, entra addirittura nell’abitacolo, accarezza e sottolinea la parte inferiore dell’intero muso, appare ancora - ed è una scelta proposta spesso in questi anni - sulle paratie laterali e sui flap dell’ala anteriore, oltre che sul deviatore di flusso collocato davanti alle prese d’aria (luogo d’elezione per il ben noto sponsor spagnolo). Ma non manca di nuovo il nero (della fibra di carbonio): oltre a caratterizzare la base, disegna il perimetro del cofano e appare pure sotto il bianco della zona anteriore. Il tricolore, invece, circonda l’air scoop e compare pure, in orizzontale, sulla stessa ala anteriore e sul deviatore. Diciamo allora che è una Ferrari bianco-rossonera, con una ripartizione cromatica più bilanciata tra le tre componenti. Il bianco, oltre ad offrire dei vantaggi in termini di peso, vorrebbe anche essere beneaugurante: appariva sulla 312-T iridata di Niki Lauda . Peraltro, e qui quelli del Cavallino devono toccare ferro, era una prerogativa anche della F93A, che non beccò mai palla.
I colori del sognol look è comunque questo e questi sono i colori del nuovo sogno. A fianco della neonata, il progetto 667, ci sono facce tese, a cominciare da quella di Maurizio Arrivabene, un team principal che sembra uno studente universitario atteso da un esame importante, ma anche facce sorridenti e gioiose: Sebastian Vettel non nasconde la sua felicità e le sue aspettative («Siamo migliorati tantissimo, io sono pronto!»), ma anche Kimi Raikkonen si lascia andare a dichiarazioni che non sono in linea con il suo aplomb compassato e freddo («Questa macchina ha un aspetto fantastico»). Pure James Allison non nasconde la sua soddisfazione con il linguaggio del corpo: la Sf16-H — alla fine si è preferito la «H» di Hybrid alla «T» che avrebbe ricondotto al concetto di turbocompressore — è la prima Ferrari sulla quale ha lavorato al cento per cento, ovviamente in accordo e in sintonia con una squadra di colleghi, tutti importanti, dal primo all’ultimo, «perché a Maranello — sottolinea Arrivabene — siamo coinvolti dalla passione per la Ferrari».
Colmare il divarioEd eccola la nuova Rossa, che dovrà provare a colmare l’ultimo «gap» che la separa dalla Mercedes e, possibilmente, aggiungere qualcosa per insidiare la corona iridata delle Frecce d’Argento. Simone Resta, chief designer, e Mattia Binotto, coordinatore degli ingegneri che lavorano sulla power unit, la descrivono e la sintetizzano in cinque punti. «Rispetto all’anno scorso — dice Resta — è stato necessario alzare l’asticella. Pertanto, abbiamo dovuto rivedere praticamente tutto». Le aree di intervento non hanno escluso alcuna zona della monoposto: per una grande battaglia, servono grandi scelte. Vediamo allora le novità, una per una.
Un musetto cortoIl musetto è più corto, stile Toro Rosso, ed è stato alzato per creare una situazione migliore per i flussi aerodinamici che devono scivolare verso la parte posteriore. Non è vero, infatti, che la sfida alla Mercedes va portata solo sul fronte del motore.
Sospensioni: tornano a puntoneDopo quattro anni, la Ferrari torna all’antico: sull’avantreno non monta più la sospensione a tirante (pullrod), che creava vantaggi aerodinamici ma anche controindicazioni nella guida (Kimi Raikkonen, in particolare, non rimpiangerà l’addio a questa soluzione) e ripropone quella a puntone (pushrod). La sua disposizione e la sua geometria sono state riviste per garantire, appunto, un’ottima guidabilità.
Fiancate e raffreddamentoIl lavoro di Simone Resta e dei suoi collaboratori ha affinato le fiancate e ha puntato parecchio sulle «bocche» che devono catturare l’aria per il raffreddamento: l’obiettivo è stato il miglioramento dell’efficienza di questo processo fondamentale.
Power unit rivistaMattia Binotto sottolinea le due linee d’azione scelte per realizzare un pacchetto-motore che sia, come minimo, alla pari di quello della Mercedes:«Si è puntato sugli ingombri e sull’architettura». I motoristi hanno lavorato più che mai in sinergia con gli aerodinamici: sono stati spostati vari accessori per ridurre al minimo gli ingombri
Retrotreno filanteLa ricerca di un carico aerodinamico ottimale è sempre decisiva per le sorti di una macchina di F1. L’aggettivo con cui è stato ribattezzato il retrotreno rivisitato è «filante». La pista dirà se è stato raggiunto il livello di grip desiderato.
Basterà tutto questo per riportare a Maranello il titolo iridato dopo 9 anni (Raikkonen, nel 2007, fu l’ultimo a vincerlo)? Già dai primi test ne sapremo di più: da lunedì a Barcellona il sogno ferrarista conoscerà i primi verdetti dell’asfalto. Sarà importante avere la prestazione ma anche l’affidabilità, due variabili che sovente vanno in conflitto. «Il nostro obiettivo è il Mondiale», sottolinea Arrivabene. Il presidente Marchionne non aspetta altro. E, soprattutto, non accetta deroghe.
fonte: corriere
Edited by redragon - 20/2/2016, 09:36