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Nuoto, Magnini assolto: annullata la squalifica per tentato doping

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view post Posted on 6/6/2018, 12:56     +1   -1
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Nuoto, doping: chiesti 8 anni di squalifica per Magnini

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Bufera doping su Filippo Magnini. La Procura nazionale antidoping ha chiesto 8 anni di squalifica per l'ex nuotatore. Deferito per favoreggiamento, consumo e somministrazione di sostanze nell'ambito del caso Porcellini, dietologo e mentore del due volte campione del mondo nei 100 m stile libero. Chiesti 4 anni di stop, invece, per il collega ed ex compagno di Nazionale Michele Santucci. Il legale dei due atleti non ha rilasciato commenti.

Magnini era indagato dall’antidoping per una doppia violazione del codice Wada: consumo o tentato consumo di sostanze dopanti (articolo 2.2) e favoreggiamento (2.9). Sette mesi dopo, con il nuovo Procuratore capo Pierfilippo Laviani, dopo un nuovo interrogatorio subito l’11 aprile, la posizione del 36enne atleta si è aggravata: alle due violazioni se n’è aggiunta una terza, somministrazione o tentata somministrazione di sostanza vietata (articolo 2.8).Sembra che la Procura, vista l'evidenza degli elementi raccolti, abbia addirittura verificato se ci fossero gli estremi per la radiazione. A settembre partirà il processo che potrebbe macchiare per sempre l'immagine di uno dei più forti nuotatori della storia italiana.

LE TAPPE DELLA VICENDA
Tutto ha inizio nel marzo 2017 quando, nell'inchiesta della Procura di Pesaro sui traffici del medico Guido Porcellini e del suo assistente Antonio De Grandis, spunta il nome di Filippo Magnini. A giugno dello stesso anno si chiudono le indagini penali e il nome di Magnini non è tra i rinviati a giudizio. La Nado, però, apre un'indagine a livello sportivo e il 30 ottobre 2017 il due volte campione del mondo e l'ex compagno Santucci sono indagati dalla Procura antidoping per la violazione degli articoli 2.2 (consumo o tentato consumo di sostanze dopanti) e 2.9 (favoreggiamento) del Codice mondiale Wada il primo e per il 2.2 il secondo. Dopo un interrogatorio di ben 5 ore, Re Magno si era limitato a una stringata dichiarazione all'uscita dalla sede di Nado Italia allo stadio Olimpico di Roma: "Non possiamo parlare perché ci sono ancora in corso le indagini. Come mi sento? Normale, mi sento normalissimo". L'11 aprile di quest'anno il nuovo procuratore capo Pierfilippo Laviani convoca nuovamente Magnini, la cui posizione si aggrava: alle due violazioni se n’è aggiunta una terza, somministrazione o tentata somministrazione di sostanza vietata (articolo 2.8). Ultima tappa della vicenda è datata 5 giugno, con il deferimento di Magnini e Santucci e le pesantissime richieste di squalifica.

Fonte: sportmediaset



Edited by keysersoze86 - 28/2/2020, 14:44
 
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view post Posted on 6/11/2018, 16:53     +1   -1
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Doping, Magnini e Santucci squalificati per 4 anni



Dimezzata la richiesta (otto anni) di squalifica da parte della Procura antidoping, ma oggi a Roma la prima sezione del Tribunale antidoping di Nado Italia (Tna), presieduto da Adele Rando, ha inflitto però a Filippo Magnini quattro anni ed altrettanti all’altro velocista Michele Santucci per uso o tentato uso di doping (la norma 2.2 del codice Wada). Il bicampione del mondo dei 100 sl di Montreal e Melbourne paga la frequentazione col nutrizionista Guido Porcellini, a sua volta squalificato 30 anni e a processo penale a Pesaro. Magnini aveva professato la sua innocenza poggiandosi anche sul fatto che il tribunale penale aveva archiviato ogni sua responsabilità. Ma la Procura sportiva è stata inflessibile e il solo sospetto viene punito. Adesso Magnini e Santucci potranno ricorrere in appello, ed in ultima istanza al Tribunale sportivo (Tas) di Losanna. Dal processo di alcune settimane fa, Magnini era uscito più ottimista: “Ho raccontato semplicemente la verità e ora sono tranquillo. Che sono totalmente estraneo ai fatti”. La sentenza era stata rinviata ad oggi. Magnini si è ritirato un anno fa. Nel corso della sua carriera non è mai risultato positivo.

PARLA L’EX CAMPIONE — Così Magnini ha commentato la squalifica: “Le parole di Filo: “Sono dispiaciuto e anche arrabbiato, ma me l’aspettavo. So che la sentenza era stata scritta già prima del 15 ottobre, prima che io venissi qui a parlare. Perché? Non lo so, ce lo stiamo chiedendo con gli avvocati, stiamo pensando a chi potrei aver pestato i piedi. Non ho fatto nulla, questa sentenza è ridicola. Il procuratore Laviani mi ha detto a processo sbattendo i pugni sul tavolo: “Basta, ormai è una questione personale”. Parliamo di un accanimento, di una forzatura. Non ci sono prove, anzi le prove dimostrano il contrario. Faremo sicuramente ricorso”. Quindi Magnini fa un accostamento: “Mi rivedo molto in una frase importante e bella di Cristiano Ronaldo, accusato di stupro. Io come lui sono un esempio nello sport e nella vita: ho una bellissima famiglia, ho una ragazza che amo e mi segue in tutto, sono in salute e ho sempre avuto un sorriso per tutti, quindi sinceramente di quello che dice certa gente non mi interessa minimamente”. E ancora: “Una cosa mi fa ridere, anzi mi fa rabbia: la Procura dice di pensare che noi abbiamo pensato di fare qualcosa, anche se poi non lo abbiamo fatto. È un processo alle intenzioni e non mi sarei mai immaginato una cosa del genere: sono incazzato nero. Se vogliamo guardare gli aspetti positivi, visto che sono sempre stato un atleta ottimista, oggi usciamo da qui con la certezza che non si può dire né scrivere che Magnini si sia dopato. Perché sui tre capi di accusa due sono spariti - ha sottolineato Magnini, lasciando gli uffici del Tna allo stadio Olimpico di Roma -. Qualunque persona che ha un po’ di cervello capisce che io non posso aver convinto una persona di trenta anni come Michele (Santucci, anche lui squalificato per quattro anni, ndr) a fare delle cose. L’entità della squalifica di 4 anni? Io mi sarei arrabbiato anche per un giorno. Quattro anni fa ridere perché viene fuori da niente. Abbiamo esempi di atleti che hanno preso due mesi dopo essere stati trovati positivi, altri che hanno preso due anni da recidivi. Noi abbiamo più o meno 200 controlli nazionali e internazionali tutti a posto, e forse anche di più: quattro anni mi sembra esagerato. Non dico di fare come negli altri Paesi, dove per una cosa del genere ti avrebbero dato una pacca sulla spalla, ma noi non abbiamo neanche fatto il tentativo. Nessuno ha mai pensato a questo. Io e Michele abbiamo fatto un record insieme: siamo gli unici atleti non positivi che vengono squalificati. Voglio dare un consiglio al Coni. Pensare che al Comitato Olimpico vada bene che un procuratore, al quale è stato dato pieno potere, possa dire queste parole senza avere nessuna ripercussione, mi farebbe arrabbiare parecchio fossi in loro. È una cosa molto grave, l’indagine non è stata fatta per cercare la verità. Ci sono state molte irregolarità nel processo. Abbiamo prove di cose accadute molto gravi e le diremo nelle sedi giuste. Sono molto deluso da questa giustizia sportiva che non chiamo nemmeno più così. Credo che scriverò un libro su questa vicenda. Agli atleti dico: “state attenti, fate qualcosa perché io ho avuto paura”. Finché non sono morto non posso accettare una cosa del genere. Siamo solo alla virata dei cinquanta metri ed io le gare le vincevo negli ultimi dieci. Perché è successo? Ho pensato di tutto, anche che il mio movimento “I’m doping free” possa aver dato fastidio a qualcuno o che io potessi essere una pedina per colpire qualcuno più importante. Se i trenta anni dati al medico Porcellini possano aver portato il mio processo su questa strada? Forse è tutto uno schema, ma mi chiedo quale sia il motivo. È una persecuzione, un accanimento nei miei confronti: la legge non può essere una cosa personale, non si giudica così. Al mio amico Mornati sono state fatte saltare le Olimpiadi di Rio e poi poco tempo fa ho avuto ragione dalla giustizia ordinaria: così è un po’ troppo facile”.

LA NOTA FEDERALE — In una nota la Federnuoto “esprime fiducia negli organi preposti a prevenire, combattere e perseguire il doping. Il percorso giudiziale che coinvolge Filippo Magnini e Michele Santucci ha espresso solo il primo verdetto e potrebbe proseguire. Pertanto la Federnuoto chiede il massimo rispetto nei confronti degli atleti, auspicando che riescano a dimostrare la loro estraneità alla vicenda in ulteriori sedi. La Federnuoto ricorda altresì come Magnini sia stato - nel corso della sua straordinaria carriera - un esempio per tutto il movimento, nonché uomo simbolo dello sport italiano e della lotta al doping. Si coglie l’occasione per ribadire l’impegno della Federazione Italiana Nuoto per affermare e tutelare lo sport pulito e nel trasmettere i principi di lealtà e probità, condivisione, aggregazione e integrazione nel nostro Paese che conta oltre 5.000.000 di praticanti”.

Fonte: gazzetta

 
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view post Posted on 28/2/2020, 14:45     +1   -1
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Nuoto, Magnini assolto: annullata la squalifica per tentato doping



L'incubo di Filippo Magnini è finito: il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna ha annullato la squalifica di 4 anni per tentato doping che il Tribunale Nazionale Antidoping di appello aveva confermato lo scorso maggio. L'ente antidoping italiano dovrà anche pagare le spese. Una vittoria soprattutto morale per Magnini, ritiratosi a dicembre 2017, che sui social ha commentato: "Ho vinto, assolto in pieno".

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Magnini era stato coinvolto nell'ambito dell'inchiesta penale che vede sotto processo il nutrizionista Guido Porcellini: inizialmente scagionato, era stato invece condannato dal TNA2​​​​​ perché riconosciuto colpevole di aver violato l'articolo 2.2 del codice Wada (uso o tentato uso di sostanze dopanti). In realtà la sostanza in questione non è mai stata citata e lo stesso ex nuotatore non è mai risultato postivo ad un test antidoping, anche se per la Wada non c'è differenza tra uso e tentato uso: viene sempre considerata la prima opzione.

FILIPPO ESULTA: "COME AVER VINTO UN MONDIALE"
"Mi sento come se avessi vinto un Mondiale. Penso che se scendessi oggi in acqua, farei il record del mondo". Filippo Magnini esprime a LaPresse tutta la sua soddisfazione per la decisione del Tas, "Quando il mio avvocato mi ha chiamato per darmi la notizia dell'assoluzione, sono esploso di gioia. Ho iniziato a chiamare tutti. Non posso essere più felice, dopo un'assurda battaglia durata tre anni. Da questa vicenda voglio lanciare un messaggio a tutti, quello di non mollare mai, nemmeno di un centimetro. A me hanno sempre insegnato cosi'".

Magnini ha inoltre commentato così sui propri profili social: "HO VINTO. Il TAS mi ha assolto in pieno da ogni tipo di accusa. È sempre stato così, le gare le ho sempre vinte negli ultimi metri. Mi hanno insegnato a non mollare mai. Sono sempre stato un atleta e una persona corretta. Tremo dalla gioia".

Fonte: sportmediaset

 
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